18 ottobre 2004

Guerra mondiale contro i bambini

Si è svolta a Roma, ieri e oggi, la "Conferenza mondiale delle donne parlamentari per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza". Hanno partecipato 200 parlamentari provenienti da 107 paesi.
La seduta inaugurale si è tenuta a Montecitorio alla presenza, tra gli altri, del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, del presidente della Camera Pierferdinando Casini, del sindaco di Roma Walter Veltroni.
Hanno accolto le parlamentari, seduti nei banchi del governo, gli alunni della scuola multietnica romana: Danile Manin.
E' stato presentato l'ultimo drammatico rapporto Unicef dal quale risulta che i bambini morti a cause delle guerre che si combattono nel mondo e degli attacchi terroristici sono oltre 200 mila all'anno, ovvero 547 al giorno. Almeno 10 mila dei bambini vittime dei conflitti sono saltati sulle mine antiuomo. Negli ultimi dieci anni i bambini morti per causa diretta delle guerre sono 2 milioni.
Secondo alcuni organismi internazionali (Unhcr e Ammesty) circa 300 mila bambini al di sotto dei 15 anni sono soldati nelle forze governative o in formazioni irregolari in 40 paesi del mondo. Di questi il 25-30 per cento sono femmine.
E' stato anche denunciato che nella guerra in atto in Iraq sono state bombardate settecento scuole elementari e che 2.700 edifici scolastici richiedono interventi statici.
La cantante Amii Stewart, ambasciatrice dell'Unicef per l'Italia, dopo aver ricordato che nel mondo un bambino su dieci non raggiunge i cinque anni di vita e che 11 milioni di bambini ogni anno muoiono per cause innaturali, rivolta alle parlamentari del mondo ha detto: «Sono fatti assurdi, non dobbiamo stancarci di denunciare queste violazioni. Voi, parlamentari e donne, potete essere promotrici del cambiamento per la tutela del bene più prezioso che abbiamo, l'infanzia».
Il presidente Ciampi ha detto: «I bambini ci chiedono di essere amati». Il sindaco di Roma Veltroni parlando dei bambini che vivono nei paesi ricchi ha detto: «Dove si vive in uno stato di diffuso benessere, sono proprio i più piccoli le prime vittime di un modello di vita egoista e veloce, che dà importanza all'apparire, che non si preoccupa abbastanza di avere cura di chi è più fragile e indifeso».

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