Ho rilasciata una intervista al Foglio indipendente "La Quarta Stanza", numero 6, prodotto e stampato dal Laboratorio Collettivo di Villa Castelli. Ne ripropongo qui la parte finale, di interesse generale.
Cosa è per te la cultura?
La cultura è ciò che ci fa crescere individualmente e collettivamente. Queste due crescite sono strettamente collegate fra loro. Serve a poco un bagaglio culturale individuale, anche grande, se non è condiviso e messo a disposizione degli altri. Così come un gruppo ed una collettività non possono crescere se non crescono prima i singoli individui che ne fanno parte. La cultura ci fa conoscere ed apprezzare tutto ciò che di buono ci circonda. La cultura ci fa conoscere ed evitare i pericoli. La cultura ci fa capire ed accettare ciò che è altro e diverso da noi: gli immigrati, chi ha bisogno, quelli che hanno un colore della pelle diversa dalla nostra, quelli di altre religioni. La cultura richiede sacrificio, impegno, metodo. Ma ogni conquista, anche piccola, ci lascia tanta soddisfazione.
Cosa pensi dell'attuale situazione politica italiana?
Viviamo tempi bui per la politica italiana. Il conflitto di interesse non è una invenzione dei "comunisti" italiani. In nessun altro paese civile è consentito a chi è padrone della quasi totalità delle televisioni private di guidare il governo nazionale. In Italia le coscienze sono obnubilate. Si corre il rischio di soggiacere ad un pensiero unico, che subdolamente viene inculcato con i mezzi di comunicazione. Sono fuorvianti i quotidiani attacchi al potere giudiziario, è immorale utilizzare le leggi per salvaguardare propri interessi di parte ed evitare un legittimo giudizio, è aberrante delegittimare i propri avversari ricorrendo anche alla menzogna. Chi ancora è consapevole dei gravi rischi che corre la democrazia in Italia, chi ancora è consapevole della deriva delle coscienze di tanti italiani, deve impegnarsi con tutte le sue forze per far sì che si esca quanto prima fuori dal tunnel.
Cosa pensi della crisi economica?
Sono convinto che la crisi economica che stiamo vivendo in questi periodi è frutto della globalizzazione e del capitalismo esasperato. Ci stanno facendo vivere una economia senza morale. Non contano i bisogni reali ma i profitti. Si ritiene lecito qualsiasi mezzo pur di accumulare ricchezze. Le ricchezze continuano ad accumularsi sempre di più in mano di pochi. Ma questo processo non può continuare all'infinito. Si è spinti a fare debiti oltre il possibile. I debitori non riescono più a pagare i loro debiti. E' la crisi mondiale attuale. Bisogna cambiare strada. Il mondo ha bisogno di una economia più solidale.
3 maggio 2009
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