Il libro di Ruta raccoglie e
commenta alcuni documenti ufficiali della vita del bandito Salvatore
Giuliano, particolarmente sui fatti avvenuti in Sicilia a Portella
della Ginestra il 1 maggio 1947. In quel giorno, lì avvenne una
strage con 12 morti e 27 feriti. Inizialmente si pensa che sia un
delitto di mafia, ma poi il delitto viene attribuito alla banda
Giuliano. A Piana degli Albanesi, del quale Portella è una località,
nelle elezioni regionali del 1947, aveva vinto il Blocco popolo dei
comunisti, mentre a Montelepre, il paese di Giuliano, avevano vinto i
separatisti. Giuliano aveva invitato a votare per questi ultimi.
Successivamente vengono assaltate diverse sezioni comuniste
siciliane, con molti morti e feriti.
I
documenti che vengono raccolti nel libro sono: la strana lettera con
cui Giuliano rivendica le stragi di Portella e quelle successive, la
lettera porta la firma di Giuliano a stampatello e ciò rivela che
lui viene usato come strumento e paravento; l’articolo pubblicato
sul “Nuovo Corriere” di Firenze il 6 luglio 1947, che porta il
titolo “Giuliano sa tutto e per questo verrà ucciso” e che
comincia a distillare il dubbio che nell’affare Portella siano
coinvolti organi dello Stato; l’intervento del comunista Girolamo
Li Causi nella Assemblea Costituente del 15 luglio 1947, con cui si
accusano possibili collusioni politiche e governative; il testo dello
stato maggiore dell’esercito con cui si propone, tra l’altro, di
contrapporre la tattica di controguerriglia ai metodi di guerriglia
usata dai banditi; l’immaginifica relazione del conflitto a fuoco
nel quale fu ucciso il bandito Giuliano; gli articoli pubblicati su
“L’Europeo” con i quali si mette in dubbio la versione
ufficiale sulla morte di Giuliano, e nel secondo vien fatto il nome
di Gaspare Pisciotta; la lettera con cui Pisciotta conferma che fu
lui ad uccidere Giuliano; la costituzione di una commissione
antimafia del 1972, che assolve la politica e lo Stato dal
coinvolgimento nell’eccidio di Portella.
Il
libro contiene fra le altre fotografie di Giuliano, del bandito
Salvatore Ferreri detto Fra’ Diavolo, della sorella di Giuliano, di
Gaspare Pisciotta, del bandito Nunzio Badalamenti.
Il
libro si chiude con la cronologia dei fatti più importanti su
Salvatore Giuliano a partire dal 1944: decreto Gullo con il quale si
consentiva ai contadini di entrare in possesso dei terreni mal
coltivati e incolti, al 1988: decreto Prodi con il quale veniva tolto
il segreto di Stato sui documenti sul delitto di Portella della
Ginestra (ma le carte più scottanti furono distrutte o restano
segrete), attraversando tra l’altro il 1 maggio 1947: strage di
Portella con 12 morti e 27 feriti, il 5 luglio 1950: Giuliano viene
ucciso nel sonno da Gaspare Pisciotta, il 9 febbraio 1954: Pisciotta
viene avvelenato nel carcere Ucciardone di Palermo.
Rocco
Biondi
Carlo
Ruta, Giuliano e lo Stato. Documenti e voci del primo intrigo
della Repubblica, Edi.bi.si, Palermo 2002, pp. 147