28 dicembre 2010

Il libro degli Area, di Domenico Coduto


“La nostra musica è violenta perché nella strada c'è violenza” dichiarava in un'intervista Demetrio Stratos nel 1974, parlando del tipo di musica che suonava il gruppo Area. Al centro dell'attenzione degli Area, scrive Coduto, c'erano le lotte degli studenti e degli operai, la problematica del lavoro, l'alienazione dell'individuo, il marxismo, il terrorismo, la politica e il quadro internazionale. Il gruppo mise la propria musica al servizio di quelle lotte. Il suono degli Area era una forma di lotta per se stesso. La loro musica, liberandosi dai limiti della forma canzone e utilizzando linguaggi eterogenei: jazz, rock, pop, musica mediterranea, elettronica, lanciava un messaggio nuovo e dirompente, senza la necessità di un accompagnamento didascalico del testo.
Il nome completo del gruppo è “Area - International POPular Group”, nacque nel 1972, nella formazione iniziale comprendeva: Demetrio Stratos (voce), Giulio Capiozzo (batteria), Eddy Busnello (fiati), Patrick Djivas (basso), Johnny Lambizi (chitarra), Leandro Gaetano (tastiere); quasi subito uscirono dal gruppo Leandro e Lambizi e subentrarono Patrizio Fariselli (tastiere) e Paolo Tòfani (chitarra e sintetizzatori).
Con quest'ultima formazione nel settembre 1973 esce il primo disco degli Area, intitolato Arbeit macht frei [Il lavoro rende liberi], la scritta che compariva all'ingresso dei campi di concentramento nazisti. In quel titolo c'era il richiamo sia allo sterminio degli ebrei, sia all'espulsione dei palestinesi dalla Giordania, ma anche alla questione del lavoro, alle proteste operaie, agli scontri violenti di quegli anni, quasi a voler dire - come sintetizza Coduto - “Attenzione! Il lavoro non rende liberi, ma è solo una trappola della società moderna che ci vuole inquadrati e ben disposti a compiere il nostro dovere mettendo a tacere il cervello”. Gli altri brani presenti, oltre a quello che dà il titolo a tutto il disco, erano: “Luglio, agosto, settembre (nero)” (era ancora vivo il terribile ricordo delle Olimpiadi di Monaco 1972, quando un commando chiamato “Settembre nero” aveva fatto irruzione nel Villaggio Olimpico uccidendo undici atleti israeliani e causando la morte di un poliziotto e cinque uomini del commando stesso), “Consapevolezza” (si esplica il tema dell'alienazione dell'individuo e del riappropriarsi della realtà), “Le labbra del tempo” (con sonorità liquide ma non rassicuranti), “240 chilometri da Smirne” (solo strumentale, struttura tipica del jazz e dopo il giro di improvvisazioni dei vari strumenti si conclude con il tema iniziale), “L'abbattimento dello Zeppelin” (attacco contro il rock anglo-americano del quale i Led Zeppelin erano i massimi esponenti).
Alla fine del 1973 gli Area tennero una serie di concerti politici. Suonarono anche in alcuni concerti di solidarietà con il Cile, dove il generale Pinochet con un colpo di stato aveva rovesciato il governo democraticamente eletto di Salvador Allende. Vennero invitati a Parigi per esibirsi all'8a Biennale nella sezione Suono.
Gli Area erano nati a Milano, che negli anni Sessanta e Settanta era diventata un fiorente centro di cultura e controcultura con una forte presenza dei movimenti studenteschi e operai. Culla della borghesia intellettuale di sinistra, sede della grande editoria nazionale: Feltrinelli, Mondadori, Bompiani. A Milano i “capelloni” avevano dato vita alla prima comune all'aperto. Erano nati Mondo Beat, il primo giornale dell'underground italiano, e Re Nudo, la prima rivista alternativa. Quest'ultimo giornale organizzò al Parco Lambro di Milano in tre anni successivi tre enormi raduni musicali, a metà strada fra underground e politica; in tutte e tre queste occasioni suonarono gli Area.
Milano era anche la casa del mondo discografico. Il più grande animatore della controcultura, specialmente musicale ma non solo, fu Gianni Sassi. Cresciuto con una formazione politica comunista, mise in circolo esperienze diversissime tra loro: editoria, arte, teatro, marketing, musica. Sassi, insieme a Sergio Albergoni e Franco Mamone, decisero di fondare una propria etichetta: la Cramps Records, principalmente per l'esigenza di seguire la produzione degli Area, senza dispersioni di energia e denaro. Sassi divenne un vero e proprio componente degli Area, anche se non suonava: scrisse i testi delle loro canzoni, confezionava i loro album nei minimi dettagli, progettava tutta la comunicazione del gruppo.
Nel frattempo avevano lasciato il gruppo Eddy Busnello e Patrick Djivas; il primo non venne sostituito, al posto del secondo, al basso, subentrò Ares Tavolazzi. All'inizio del 1974 uscì un nuovo disco Caution Radiation Area. Disco totalmente diverso dal precedente, ancora più avanzato nella ricerca di nuovi suoni. La musica degli Area - scrive Coduto - “si dirige verso il terreno più spigoloso e accidentato dell'elettronica, imbastardita con i suoni del jazz e lo spirito sanguigno del rock”. Fanno parte del disco i brani: “Cometa Rossa”, “ZYG (Crescita Zero), “Brujo”, “Mirage? Mirage!”, “Lobotomia”. Quest'ultimo pezzo era ispirato dalla vicenda di Ulrike Meinhof, tra i fondatori della tedesca R.A.F., gruppo terroristico armato della Germania Occidentale; nel 1972 la Meinhof era stata catturata e si tentò di imporle una lobotomia, impedita soltanto da grandi manifestazioni popolari.
Gli Area erano diventati un gruppo importante, che veniva invitato a suonare dappertutto. Da maggio a settembre del 1974 tennero circa 28 concerti. Tennero anche un concerto a Trieste nell'Ospedale Psichiatrico diretto da Franco Basaglia. Nell'estate del 1974 gli Area furono gli unici ospiti italiani all'International Pop Festival di Berna, in Svizzera.
Nella primavera del 1975 uscì l'album Crac!, curato come i dischi precedenti a Londra, negli studi Trident, da Paolo Tòfani e Patrizio Fariselli. Gli Area pur continuando a cantare la società con le sue tensioni e contraddizioni, ora guardando avanti cercano gli aspetti più positivi della realtà e della lotta. La realtà politica tra il 1974 e 1975 - scrive Coduto - appariva, per certi aspetti più gioiosa e positiva, e gli Area, che si sono sempre ispirati alla realtà, non potevano fare a meno di registrare quel clima. Tra l'altro nel 1975 si era finalmente conclusa la guerra del Vietnam. Ecco i brani che compongono l'album: “L'elefante bianco”, “La mela di Odessa” (prende spunto da un fatto realmente accaduto nel 1920, quando un artista Dada di nome Apple [la mela] dirottò una nave di tedeschi [la foglia] portandola fino a Odessa per regalarla ai russi, che organizzarono una grande festa facendo esplodere la nave con i tedeschi a bordo), “Megalopoli” (quella città è Brasilia), “Nervi scoperti”, “Gioia e rivoluzione” (gioiosa ballata folk), “Implosione”, “Area 5” (il numero fa riferimento ai cinque componenti del gruppo). Crac! ricevette apprezzamenti pressoché unanimi dalla stampa musicale. Il disco si aggiudicò il premio della Critica Discografica nel 1975 per la musica progressiva italiana.
Dopo tre dischi in studio sul finire del 1975 dalla Cramps venne pubblicato un disco dal vivo Are(A)zione. In quell'anno gli Area tennero circa duecento concerti. Il disco è il frutto della registrazione di alcuni di quei concerti. Contiene i brani “Luglio, Agosto, Settembre (nero)”, “La mela di Odessa (1920)”, “Cometa rossa”, “Are(A)zione”, “L'Internazionale” (pezzo famosissimo degli Area, che sintetizzava le immagini politiche del movimento, la rabbia, la gioia di partecipare, la rivoluzione inseguita, la festa dei grandi raduni).
Il 1976 fu quasi completamente dedicato allo studio e alla ricerca individuale. Demetrio Stratos pubblica Metrodora, una ricerca sulla voce utilizzata come uno strumento; sono presenti vari segmenti dove gli esperimenti con la voce vengono portati all'estremo limite. Paolo Tòfani, con lo pseudonimo di Electric Frankenstein, pubblica What me worry?, un album di canzoni in inglese semplici e dirette, frutto delle esperienze londinesi.
Comunque nel 1976 ci furono anche importanti esibizioni dal vivo degli Area, fra cui un concerto in Francia alla Fete dell'Humanité di Parigi e alcune date in Portogallo. Sul finire del 1976, al ritorno dall'estero, gli Area sempre su etichetta Cramps pubblicano il quinto LP: Maledetti (maudits). E' un album fondato sull'immagine fantascientifica di una società guidata da un cervello elettronico, che per un guasto perde la memoria storica (“Evaporazione” e “Il massacro di Brandeburgo numero tre in Sol maggiore”), causando una grande confusione sociale (“Diforisma urbano”); per risolvere la situazione gli Area propongono tre possibili soluzioni con i tre brani: “Gerontocrazia” (affidare il potere agli anziani), “Scum” (affidare il potere alle donne), “Giro, giro, tondo” (dare il potere ai bambini). In questo disco, oltre ai componenti storici (anche Capiozzo e Tavolazzi che nel frattempo se ne erano andati) suonarono anche diversi altri musicisti, formando così un gruppo aperto.
Durante il periodo della registrazione del disco, gli Area il 27 ottobre 1976 furono chiamati a suonare nell'Università Statale di Milano occupata. Suonarono improvvisando in base allo stato emozionale suggerito dalle indicazioni contenute su alcuni foglietti di carta dove erano scritte le parole: Ipnosi, Sesso, Ironia, Silenzio e Violenza; ogni tre minuti venivano scambiati i foglietti e cambiava l'emozione da interpretare. Il pubblico rimase completamente spiazzato, si aspettava il repertorio classico degli Area e non quell'esperimento. Quella straordinaria serata fu documentata nel disco Event '76 (pubblicato dalla Cramps nel 1979). Quest'ultima pubblicazione era stata però anticipata con l'incisione in studio di “Caos (parte II)” inserita come ultimo brano di Maledetti.
Nell'estate del 1977 la formazione storica degli Area (Capiozzo, Fariselli, Stratos, Tavolazzi, Tòfani) effettua un tour sviluppantesi in una quindicina di esibizioni; durante lo spettacolo venivano eseguiti brani selezionati dai quattro album registrati in studio. Il nome dato al tour fu Anto/logicamente, che è anche il titolo di un nuovo disco degli Area comprendente sette brani tratti dai precedenti lavori discografici.
Nel 1978 gli Area lasciano la Cramps e registrano con l'etichetta Ascolto 1978, gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano; a dieci anni di distanza gli Area vogliono dire la loro sul '68, avvertono che è finita un'importante fase storica e se ne è aperta una nuova, scivolata nella violenza e nella lotta armata di alcuni e nel disinteresse delle masse. Il movimento nato nel '68 era fallito. E cambia anche la musica. L'album è più accessibile e fruibile rispetto ai lavori precedenti. Brani presenti: “Il bandito del deserto”, “Interno con figure e luci”, “Return from Workuta”, “Guardati dal mese vicino all'aprile!”, “Hommage à Violette Nozières”, “Ici on dance!”, “Acrostico in memoria di Laio”, “"FFF" (festa, farina e forca)”, “Vodka Cola”. Dalla formazione storica manca Tòfani, che era uscito dal gruppo nel 1977.
Nel 1979 anche Stratos lascia gli Area per seguire personali progetti musicali; ma il 13 giugno 1979, affetto da una gravissima aplasia midollare, muore a New York.
Nel 1993 era morto Gianni Sassi, seguito da Giulio Capiozzo nel 2000.
Qui finisce la mia recensione del libro di Coduto sugli Area. Ma voglio aggiungere qualche notazione personale. Il 5 luglio 1980, in qualità di assessore alla cultura, portai gli Area a esibirsi (gratuitamente per il pubblico) nella piazza del mio Comune di Villa Castelli, in provincia di Brindisi. Il 17 dicembre 2010 ho partecipato, nel Teatro Kursaal Santalucia di Bari, al concerto AREA reunion con Patrizio Fariselli, Paolo Tòfani e Ares Tavolazzi, accompagnati alla batteria da Walter Paoli. Gli Area sono stati, sono e rimarranno grandi.
Rocco Biondi
  
Domenico Coduto, Il libro degli Area, Auditorium Edizioni, Milano 2009, pp. 208, € 12,50

7 dicembre 2010

Panettoni del Sud


Con la Festa dell'Immacolata entriamo appieno nel periodo natalizio. Siamo tutti indotti dalla pubblicità a svuotare i portafogli, grossi o magri che siano. Addobbi, regali, pranzi speciali. E soprattutto panettoni, quasi tutti prodotti al nord.
Molti amici meridionali hanno lanciato la campagna di boicottaggio del panettone. Non acquistiamo panettoni, per non continuare a favorire l'industria del nord, per non continuare ad arricchire il nord. Io ho deciso di aderire. Ma allo stesso tempo non vorrei rinunciare al gusto di assaporare il dolce panettone. Ed allora mi sono messo alla ricerca in internet di marche di panettoni prodotti al Sud. E' stata una fatica immensa, con scarsissimi risultati.
Inizialmente sono stato tratto in inganno. Dopo aver cliccato in google “panettoni produttori”, sembrava di aver individuato su un totale di 42 produttori 5 produttori meridionali. Ed invece no, quelle aziende meridionali erano solo dei grossisti che commerciavano panettoni del nord.
Un colpo di fortuna l'ho avuto rintracciando su facebook una nota che riproduceva un articolo del “Giornale di Sicilia” (01/12/2010) intitolato “A Milano tutti pazzi per il panettone siciliano dei Fiasconaro”. Finalmente un panettone prodotto al Sud. I fratelli Fiasconaro operano a Castelbuono in provincia di Palermo. E con successo, se gli americani hanno deciso qualche tempo fa di lanciare nello spazio, come cibo per gli astronauti, dei panettoni dei fratelli Fiasconaro.
Il panettone, pur nascendo in Lombardia, in realtà viene prodotto in tutta Italia ed ogni regione aggiunge il suo tocco caratteristico.
Moltissimi pasticcieri del nostro Sud producono propri panettoni artigianali. Ed allora non compriamo i vecchi panettoni commerciali, ma compriamo quelli prodotti dai bravi pasticcieri di vicino casa nostra e della nostra città. Costeranno forse un poco di più, ma avremo lasciato i soldi meridionali ai nostri compaesani del Sud.
Magari potremo trovare i panettoni del Sud nei supermercati “CompraSud”, che cominciano a nascere nel nostro meridione e con la prospettiva di aprire anche al nord. Slogan dei “CompraSud” è «il SUD che produce, si allea con l'Italia che consuma». Vengono offerti prodotti prelibati di qualità, provenienti da aziende calabresi, pugliesi, lucani, siciliane, sarde e campane. Acquistare nei “CompraSud” contribuisce a sostenere le aziende del Sud, che spesso vedono i loro prodotti perdere nella competizione con quelli più pubblicizzati delle industrie del nord. Scegliere i prodotti del Sud significa aiutare le nostre imprese e dare più lavoro ai nostri giovani. Speriamo che i supermercati “CompraSud” si diffondano rapidamente.
Panettone sì, ma del Sud.