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Viceré era il nomignolo della famiglia baronale siciliana degli Uzeda che
diceva della sua antica potenza. Il romanzo narra le vicende della famiglia dal
1855 al 1882.
Autore del romanzo è Federico De Roberto,
nato a Napoli nel 1861 e morto a Catania nel 1927; conobbe e strinse amicizia
con Verga e Capuana. Visse alcuni anni a Milano e a Roma, per traferirsi poi
definitivamente a Catania, dove stava la sua famiglia. Mentre era a Milano
pubblicò nel 1894 “I Viceré”. Croce stronca l’opera del De Roberto, ma molti
altri ribaltano il suo giudizio; oggi è considerato unanimemente uno dei
massimi capolavori del Verismo italiano; scrive Leonardo Sciascia: «Dopo
"I Promessi sposi", è il più grande romanzo che conti la letteratura italiana».
Stranamente De Roberto, pur narrando gli
anni che vanno dal 1855 al 1882, non parla mai del brigantaggio, usando solo alcune
volte il termine “brigante” in senso negativo.
Il romanzo è diviso in tre parti: la prima
inizia nel 1855 con la morte della vecchia principessa Teresa Uzeda di Francalanza;
la seconda segue le vicende della famiglia fino al 1870; la terza è dominata
dalle vicende di Consalvo e Teresa.
Fra i personaggi mi piace ricordare: Teresa
Risà in Uzeda, principessa di Francalanza e di Mirabella, crudele e dispotica; Don
Blasco Uzeda, cognato della principessa Teresa, benedettino vizioso e
collerico, costretto a prendere i voti, conduce una vita per niente ispirata ai
valori cristiani: gioca al lotto, mantiene numerose amanti da cui ha avuto
svariati figli, dal suo iniziale acceso sostegno ai
Borboni si sposta per convenienza su posizioni liberali.
I componenti della famiglia degli Uzeda
sono accomunati da una latente pazzia, dovuta anche ai numerosi matrimoni tra
consanguinei.
Sergio Campailla nella sua introduzione
scrive che “I Viceré” sono un grande romanzo, uno dei pochi della nostra
narrativa ottocentesca e novecentesca, in grado di reggere il confronto con i
modelli della letteratura russa, tedesca, francese, inglese, americana.
Rocco Biondi
Federico De Roberto, I Viceré, a cura di Sergio Campailla,
Newton Economici, Roma 2010, pp. 511