Prima
di Formigoni l'avevamo detto tante volte noi. In Italia 20 regioni
sono troppe, basterebbe e sarebbe meglio che fossero solo 3: Sud,
Centro, Nord. E non per le ragioni avanzate da Formigoni. Noi
partiamo dal Sud e pensiamo a valorizzare il Sud. Quelli del Nord
dicono che noi del Sud siamo la loro palla al piede. Bene, accettiamo
la sfida. Vogliamo vedere a chi venderebbero i loro prodotti, se noi
del Sud consumassimo solo prodotti del Sud. Per 151 anni ci hanno
considerato loro colonia. Sarebbe ora di dire basta. Loro si
consumino i loro prodotti, noi ci consumiamo i nostri.
Le
nostre potenzialità sono alte. Il progresso delle esportazioni
all'estero è molto più rapido da noi che da loro. Lo confermano i
dati Istat degli ultimi due anni.
A
noi, che siamo stati ignorati e insultati per 151 anni, dovrebbe
interessare poco di salvare l'Italia, anche se facendo crescere il
Sud contribuiremmo automaticamente a far crescere l 'Italia tutta.
Daremmo una bella lezione ai leghisti, che fondano il loro successo
sugli insulti a noi meridionali.
Della
macroregione del Sud dovrebbe far parte l'intero territorio dello
storico ex Regno delle Due Sicilie e comprendere quindi Abruzzo,
Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, parte
dell'odierno Lazio meridionale ed orientale. 20milioni
di abitanti farebbero sentire il loro peso.
La
nascita di un'unica grande Regione meridionale servirebbe a riparare
i danni che tutto il Sud ha subito dal 1860 ad oggi. Durante i 151
anni dell'Unità al Sud è stato tolto quello che aveva anziché
essere dato il dovuto. Le casse delle Banche meridionali sono state
svuotate, con l'emigrazione sono state tolte braccia e intelligenze.
Con
le macroregioni verrebbero abbattuti i costi della politica e
svecchiato l'attuale sistema istituzionale e amministrativo.
Scomparendo le attuali regioni, si perderebbero poteri, clientele,
assessorati, consiglieri. Calerebbero le spese improduttive degli
apparati statali.
Oggi
nel Sud si contano ben sette regioni, che moltiplicano per sette i
quadri e gli organici per competenze uniformi, senza reali ed
indispensabili compiti operativi.
Una
grande “Regione delle due Sicilie” sarebbe la regione sud-europea
capace di diventare la cerniera tra la vecchia Europa e i nuovi mondi
e mercati emergenti.
Nell'unica
grande Regione meridionale la scuola dell'obbligo potrebbe
liberamente impegnarsi a far scoprire alle nuove generazioni le
proprie radici, riproponendo la propria storia, eliminando le
falsificazioni e i silenzi che una agiografica versione unitaria ha
imposto.
La
grande e unica Regione meridionale è disegnata nell'ambito
dell'unità della Repubblica italiana. «Tuttavia nessuno si inganni
- scriveva il meridionalista Pasquale Calvario - nel tenere, per
debolezza, l'aspirazione del Sud ad una vera unità, cioè a
rinfrancarsi delle delusioni patite. Nessuno dimentichi che la storia
ci mette di fronte all'alternativa che si esprime nel provvedersi di
"estremi rimedi", a fronte di "mali estremi"».
Potrebbero far capolino la secessione e l'indipendenza.