Oggi siamo noi, gli americani, a vivere nell'infamia. L'ondata mondiale di simpatia che ha circondato gli Stati Uniti dopo l’11 settembre ha ceduto il passo a un'ondata mondiale di odio verso la nostra arroganza e il nostro militarismo. I sondaggi d'opinione nei paesi amici considerano George W. Bush una minaccia peggiore per la pace di Saddam Hussein. Le manifestazioni che si susseguono ogni giorno nel mondo, invece di denunciare le atrocità del presidente iracheno, attaccano gli Usa.
Secondo le inchieste, una maggioranza di americani, male informati, ritiene che Saddam abbia qualcosa a che fare con gli attentati di New York e contro il Pentagono e con la conseguente uccisione di quasi 3.000 innocenti. Saddam è una splendida figura di cattivo ma non ha nulla a che vedere con l’11 settembre. Molti americani, forse la maggioranza, credono che la guerra in Iraq sarà un colpo contro il terrorismo internazionale. Tuttavia, le prove raccolte nella regione mostrano chiaramente che servirà a facilitare il reclutamento di nuovi membri di Al Qaeda e di altre bande assassine.
Arthur Schlesinger Jr., in "l'Unità" del 02.04.2003, pag. 31