31 gennaio 2004
Basta Berlusconi
30 gennaio 2004
Liberare la RAI
Noi vogliamo liberare la RAI dall’ingerenza e dai diktat partitici e del proprietario unico. Noi vogliamo l’indipendenza, l’obiettività, il pluralismo, la competenza e l’imparzialità dell’informazione. Parole vuote e senza senso finché durerà l’attuale governo di regime.
Ecco un piccolo florilegio d’interventi provenienti dai due campi.
Il ministro Giovanardi: “La maggioranza siamo noi ed in Rai interveniamo quando vogliamo e l’ultima parola spetta sempre a noi”.
Il giornalista del TG1 Di Giannantonio: “Non è possibile che ci sia un tale codice militare o un pensiero unico. Così il tg è un bollettino”.
La vicedirettore del Tg1 Tagliafico in una lettera a Mimun: “Ti chiedo di essere esonerata dall’incarico per il mio disagio nel vedere la pagina politica del Tg1 trasformata in un panino blindato”.
Il direttore Mimun risponde: “ Io non caccio nessuno, ma se così non ti va bene, te ne vai”.
La presidente Annunziata: “La Rai sta diventando il mattatoio delle professionalità”.
Quando finirà questa brutta storia, e chi vincerà?
29 gennaio 2004
Aumenta la cultura?
Dei libri allegati in questi ultimi tempi ai giornali io ho acquistati i 102 volumi della collana “Novecento” de La Biblioteca di Repubblica e sto acquistando dello stesso giornale tutti i libri della collana “Ottocento”, quelli in cofanetto. Sempre de la Repubblica ho acquistato i 20 volumi de l’Enciclopedia e sto acquistando gli altri 11 che la completano. Del Corriere della Sera ho acquistato i 12 volumi della Storia d’Italia di Indro Montanelli. De l’Unità ho acquistato i 17 volumi finora usciti della collana “Giorni di Storia”. Altre uscite le ho acquistate sporadicamente.
28 gennaio 2004
Jack Folla
Se qualcuno ha notize di Jack me le faccia sapere.
27 gennaio 2004
Io vorrei
per i tuoi occhi
un verde prato immenso,
con tanti fiori
per le tue mani
e per i tuoi passi
un piccolo sentiero
con granelli d’arena.
Io vorrei
che tu sentissi
lo stormir delle fronde
al vento,
il cinguettar degli uccelli,
il murmure dei ruscelli
e forte
vasta
profonda
e tenera
la calda voce del mare
che si lamenta
come l’amore.
Rocco Biondi
26 gennaio 2004
Non c’è niente da ridere
“Avvilente e sinistro per un paese realmente normale quanto visto su questa scena. È il recupero dell'idolatria, dell'essere supremo, nel professare le idee del capo, colui che dieci anni fa venne fra noi e ci salvò dal peccato. Ma, come è evidente, quella che torna alla mente, nel gioco delle assonanze, fu ben altro. Il cristianesimo fu la rivoluzione nella Storia, il primo verbo in nome della liberazione dell'uomo con valore universale. Questa è avanspettacolo, cessione di sé, appecoronamento, in nome di Silvio Berlusconi. Un rito totalitario. Eppure è stato.”
L’opposizione ha qualificato a ragione l’intervento di Berlusconi come puro delirio. Ma la cosa grave, e per me tragica, è che molti gli vanno dietro, chi in buona fede ma molti per interessi personali.
25 gennaio 2004
Buongiorno, notte
Film astorico ed intimista che non rende un buon servizio né alla figura di Moro né ai tragici fatti che hanno insanguinato l’Italia negli anni settanta. Non si capisce qual è la posizione di Bellocchio sulle Brigate Rosse. Il film si colloca nella scia dell’insabbiamento del caso Moro; si ritiene cioè che sul delitto Moro è ormai tutto chiaro e non vi sia più nulla da dire. Io invece sono con chi sostiene che il caso Moro è ancora apertissimo; sono molte le zone d’ombra; bisogna ancora dare una risposta soddisfacente alla domanda: “apparati dello Stato, servizi segreti, P2, Stati Uniti c’entrano qualcosa con il delitto Moro?”.
TRAMA
Chiara, giovane terrorista appartenente alla lotta armata, è coinvolta nel sequestro Moro. Attraverso il suo sguardo - talvolta perso, spesso impaurito, inconsapevolmente o consapevolmente miope sulla realtà che la circonda - prende corpo il complesso mondo degli "anni di piombo", disperatamente fiducioso nell’avvento della rivoluzione e intrappolato nei rituali della clandestinità. Di contro è chiamata a vivere la normalità del quotidiano con i suoi ritmi di sempre: un ufficio, un lavoro, dei colleghi e un ragazzo che sembra leggerla nel profondo, più di quanto lei stessa riesca a fare. Aggrappata a quel filo di emozioni che l’ideologia e la lotta di classe recidono continuamente, si scoprirà in conflitto con i suoi compagni e sempre più a disagio nel suo ruolo di combattente, mentre passato e presente ne incrinano le certezze e il fascino dell’utopia rivoluzionaria non riesce a compensare la ferocia distruttiva di chi le vive vicino o le dorme accanto.
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Marco Bellocchio
Soggetto e Sceneggiatura: Marco Bellocchio
Fotografia: Pasquale Mari
Scenografia: Marco Dentici
Costumi: Sergio Ballo
Montaggio: Francesca Calvelli
Musiche: Riccardo Giagni
Italia, 2003
Durata: 105'
PERSONAGGI E INTERPRETI
Chiara: Maya Sansa
Aldo Moro: Roberto Herlitzka
Pier Giorgio Bellocchio
Luigi Lo Cascio
Giovanni Calcagno
Paolo Briguglia
24 gennaio 2004
Pugile suonato
Ma il mio lettore ha equivocato o ha voluto equivocare. Io non ho scritto e non ho mai pensato che sia allucinante che Berlusconi si sia fatto un lifting. Io ho detto e lo confermo che è allucinante che Berlusconi sia sparito per quasi un mese dalla scena pubblica, lui primo ministro, per farsi un lifting. E’ una cosa diversa. A chi obiettava che lui era l’unico fra i premier pro guerra in Iraq che non fosse andato a far visita ai propri soldati lì mandati allo sbaraglio, fonti ufficiali rispondevano che la visita non poteva essere fatta per gravi motivi di sicurezza. Ed invece era perché Berlusconi era impegnato a farsi un lifting. Bisognerebbe vergognarsi per queste pietose menzogne.
Ad un libertario come me non frega assolutamente nulla se qualcuno si fa togliere le borse da sotto gli occhi o si fa mettere una protesi al pene, ma frega molto invece se qualcuno tenta di prendermi per il culo.
Anche la stampa internazionale è rimasta sbalordita per il lifting di Berlusconi. Per quasi tutta la nostra stampa invece va tutto bene. Sentite cosa scrive un giornale del padrone: “Migliorarsi non è in sé censurabile: e il farlo con gli strumenti della tecnica, pure a dispetto dei moralisti polverosi, che in Italia abbondano, è solo un omaggio alla modernità” (“Panorama”). Evviva il rispetto per gli altri ! A questo punto mi iscrivo e mi onoro di appartenere ai moralisti polverosi.
E poi, dal punto di vista estetico, a me Berlusconi piaceva di più prima dell’ultimo lifting. Ora con quella faccia mi pare un pugile suonato.
22 gennaio 2004
Papa Luciani
Ho letto anche alcune pagine a caso, tra le quali quelle riguardanti il brevissimo pontificato del papa Giovanni Paolo I: Albino Luciani. Eletto il 27 agosto 1978, morì dopo 33 giorni il 28 settembre. Ufficialmente morì per infarto miocardico; ma qualcuno parlò di circostanze oscure, perfino veleno. Io però non credo che in Vaticano si possa arrivare a tanto.
Ho fatto un giro in Internet sull’argomento. Comprerò e leggerò il libro di David Yallop: In nome di Dio, dove si sostiene che papa Luciani sia stato ucciso.
21 gennaio 2004
Vento
quando le foglie porta via
e tu con lui vorresti andare
lontano.
E’ amico il vento
quando con sé ti porta
e ti parla dolcemente
di cose lungamente sognate:
di amore
di poesia.
Per possederle
ci vuol niente,
basta lasciarsi trasportare
dal vento
lentamente.
Rocco Biondi
18 gennaio 2004
Essere e avere
Ho visto al cineforum il film Essere e avere, film-documentario che ha avuto un sorprendente successo di pubblico ed ha suscitato un grande dibattito. Il regista Nicolas Philibert con la macchina da presa non scrive storie di finzione, ma descrive la realtà. Con ottimi risultati. Il film è in lingua francese, sottolineato in italiano. Ma questo non arreca fastidio.
Una curiosità. Visto l’enorme successo, il maestro del film Georges Lopez ha chiesto un risarcimento di 250.000 euro, ritenendosi anche lui autore del film. Questo ha aperto in Francia un grande dibattito sul valore del documentario.
Trama
Titolo originale: Être et avoir
Nazione: Francia
Anno: 2002
Genere: Documentario
Durata: 104'
Regia: Nicolas Philibert
Cast: Georges Lopez
Produzione: Canal+, Centre National de Documentation Pedagogique, Centre National de la Cinématographie, Gimages 4, Le Studio Canal+, Les Films d'Ici, Maïa Films, arte France Cinéma
Data di uscita: 07 Febbraio 2003 (cinema)
17 gennaio 2004
Lifting
Pare che si stia ricostruendo per presentarsi, sempre più sorridente, sui maxicartelloni di tutta Italia per tentare di fregare ancora una volta gli italiani.
Mi domando: ma questo lo fa nell’interesse degli italiani o per sistemarsi i cavoli suoi? Domanda retorica, la mia risposta non ammette dubbi.
Antonio Padellaro su l’Unità di oggi definisce Berlusconi “un divo liftato, filtrato, abbronzato, dal viso liscio come il sederino di un pupo”.
Frank Bruni su The International Herold Tribune del 15 gennaio scrive: “Silvio Berlusconi, il ricco e stravagante primo ministro italiano ha sempre sostenuto di essersi fatto da solo. Ora potrà vantarsi di essersi rifatto da solo. C’è chi dice che – dopo i ritocchi – si presenterà alto e biondo”.
16 gennaio 2004
Morte
la morte.
Ho compreso
che sono
disperatamente
attaccato
alla vita
alla ricerca
di qualcosa di grande
di assoluto
di eterno.
Voglio vivere
nel sole
nel mare
nel vento
nella tempesta
del tuo corpo
in subbuglio
fremente.
Orgasmo
orgia di vita
desiderio spasmodico.
Vivere
amare.
Rocco Biondi
15 gennaio 2004
Contro la scuola
14 gennaio 2004
Il lodo Schifani
"Lodo Schifoso" titola Marco Travaglio il suo articolo di oggi su l'Unità.
A Berlusconi, visto che comincia ad andargli tutto male, non gli resta forse altro che appellarsi "al giuduzio di Dio" [Vedi articolo sempre su l'Unità di oggi di Pasquale Cascella].
13 gennaio 2004
Masseria Antoglia
12 gennaio 2004
Fratellanza
i fucili non spareranno più.
Non ci saranno più guerre.
Saremo tutti buoni fratelli.
Quando ci incontreremo per la via
ci stringeremo la mano e cammineremo
cantando alleluia di pace.
Mi hanno detto che domani
i bambini non moriranno più.
Le madri avranno latte nelle mammelle.
Gli uomini potranno lavorare.
Vi sarà per tutti il pane.
Non soffriremo più la fame.
Mi hanno detto che domani
non avrà più valore il colore della pelle.
La legge dell’amore regnerà sovrana.
Mi hanno detto che domani
saremo tutti figli dello stesso Dio.
I bambini non moriranno più.
I fucili non spareranno più.
Saremo tutti buoni fratelli.
Rocco Biondi
11 gennaio 2004
Il cuore altrove
E’ stato proiettato oggi il primo film del Cineforum 2004. L’intervento di un critico cinematografico mi ha fatto porre la domanda: ma a cosa servono i critici? E dire che di critica cinematografica me ne intendo un po’. Mi sono laureato con un tesi sulla storia del cinema; ho diretto anch’io diversi cineforum. Ma da allora ne è passato un po’ di tempo. Anch’io ponevo l’attenzione, mentre assistevo ad un film, ai primi piani, al campo lungo, ai piani sequenza, ai movimenti di macchina, alla recitazione degli attori, alla fotografia, alla musica, al rapporto tra sceneggiatura e regia. La storia passava in secondo piano. Ma i film vengono fatti per i critici o per il pubblico? Il film di Pupi Avati si presta a queste considerazioni.
Un film deve essere visto con il cuore o con la ragione? Oggi forse darei la seguente risposta: pubblicamente bisogna far finta di essere critici, ma interiormente bisogna lasciarsi prendere dalla storia che viene narrata. Sempre se un film riesce a coinvolgerci. E questo film di Avati in parte ci è riuscito.
Trama
“Il cuore altrove" è una commedia brillante con venature struggenti, ambientata negli anni '20 tra Roma e Bologna. Racconta la storia di Nello Balocchi (Neri Marcorè), un trentacinquenne dedito agli studi, timido e impacciato che viene mandato dal padre (Giancarlo Giannini) - uomo molto pratico, legato agli affari ed attratto dalle donne, nonché sarto del Papa - ad insegnare in un liceo di Bologna con la speranza che vivere in una città emancipata lo porti a trovare finalmente moglie, garantendo alla famiglia la sospirata discendenza. Arrivato a destinazione, Nello va a vivere in una pensione gestita da Arabella (Sandra Milo), dove divide la stanza con un barbiere napoletano (Nino D'Angelo), grazie ai cui suggerimenti vivrà una sorta di iniziazione all'altro sesso. Mentre nell’insegnamento scopre di possedere un grande talento, la ricerca dell’anima gemella è senza successo. Fino a quando, capitato a un tè danzante in un istituto per donne non vedenti, per un caso fortuito o per un dono della Provvidenza, Nello incontra una ‘femme fatale’, Angela Gardini (Vanessa Incontrada), la più bella e spregiudicata ragazza di Bologna, che gli sconvolge la vita. Nasce così una insolita relazione tra l’uomo candido e sprovveduto e la splendida donna che un incidente ha privato della vista. Un’imprevedibile storia d’amore tra due "diversi".
da http://www.01distribution.it/
Titolo: Il Cuore Altrove
Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati
Fotografia: Pasquale Rachini
Interpreti: Neri Marcorè, Vanessa Incontrada, Giancarlo Giannini, Anna Longhi, Alfiero Toppetti, Nino D'Angelo, Giulio Bosetti, Edoardo Romano, Sandra Milo, Chiara Sani
Nazionalità: Italia, 2003
Durata: 1h. 43'
10 gennaio 2004
Norberto Bobbio
Bobbio invece in un editoriale su La Stampa aveva giudicato pericoloso “come ai tempi del fascismo” l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi.
Per Bobbio la Resistenza e la Costituzione repubblicana erano state una tappa fondamentale dalla quale non si sarebbe potuto tornare indietro. Invece con la sconfitta elettorale della sinistra nel 2001 e con la vittoria del berlusconismo ha assistito al gravissimo pericolo per la democrazia in Italia.
Queste due citazioni le ho trovate su l’Unità di oggi, ma il tono non cambia nemmeno sul Corriere della Sera.
7 gennaio 2004
Notre-Dame de Paris, romanzo di Victor Hugo
Chissà quanti di quelli che hanno avuto in regalo, insieme a la Repubblica del 24 dicembre 2003, il romanzo di Victor Hugo: “Notre-Dame de Paris” lo hanno poi letto o hanno intenzione di leggerlo. Credo veramente pochi.
Io l’ho letto letteralmente da Natale a Santo Stefano. E’ stata una lettura appassionante ed avvincente. E non poteva essere diversamente. Altrimenti non si spiegherebbe l’enorme successo che ha avuto e continua ad avere “Notre-dame” non solo nel pubblico dei lettori, ma anche nel pubblico cinematografico.
Il gobbo Quasimodo, la bella ed innocente Esmeralda, il prete Claude Frollo, lo scrittore morto di fame Pierre Gringoire, il militare sciupafemmine Phoebus, l’insaccata reclusa, la Corte dei Miracoli sono personaggi non so se usciti dall’immaginario collettivo o entrati nell’immaginario collettivo, ma forse tutte e due le cose insieme.
Possono essere lette nel romanzo più storie. Ma due in modo particolare: la storia della cattedrale e la storia dell’amore tragico che accomuna i personaggi. Chi ha interesse solo alla seconda può saltare il Libro Terzo dove si parla della cattedrale di Notre-Dame ed il Libro Quinto dove si disquisisce del rapporto tra architettura e stampa: “la stampa ucciderà l’architettura”, “… l’architettura è stata la grande scrittura del genere umano”.
La storia dell’amore tragico ha due momenti clou nel Libro Ottavo del Capitolo Quarto “Lasciate ogni speranza” che è l’inno all’amore del prete Claude Frollo, e nel Libro Ottavo del Capitolo Sesto dove si descrive la formidabile apparizione sulla scena del gobbo Quasimodo.
Troppi morti invece nel Capitolo Quarto del Libro Decimo.
Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, introduzione di Umberto Eco, traduzione di Fabio Scotto, edizione La Biblioteca di Repubblica, Roma 2003, pagine 600