18 febbraio 2006

Una querela per tutti. Moncalvo, chi era costui?

Io, che non vedo la televisione, non so chi sia questo Gigi Moncalvo che si è presa la briga di denunciare due blogger che hanno avuto l'ardire di criticare una sua trasmissione televisiva. Ma se l'unico merito che ha per ricoprire il posto che copre nella televisione pubblica è quello di aver diretto "La Padania", non dev'essere un granché.
E' vero che viviamo in un tempo in cui per cacciare dal governo un irresponsabile di ministro c'è bisogno che lo chiedano i libici e c'è bisogno che vi siano 11 morti, ma questo non ci può esimere dall'indignarci per il bavaglio che si vuol mettere alla libera espressione, alla faccia dell'articolo 21 della Costituzione.
Ma veniamo ai fatti. Il reato di Anna Setari consiste nell'aver scritto nel suo blog: «Attraverso una ricerca su Google, ho appreso che l'uomo [Moncalvo] è noto quasi soltanto per questo suo vezzo di aprire e chiudere la trasmissione con tale gesto [farsi il segno della croce]: è il suo marchio, un po' come per Mike Bongiorno il famoso "Allegria!". Penso che il Padreterno, se c'è, e ammesso che si interessi a noi, sia veramente paziente». E si è beccata una querela per diffamazione. La Setari l'ha presa bene se si è permessa di commentare nel suo blog: «Il gentile maresciallo che stamane mi ha comunicato la notizia ha detto che devo nominare un avvocato. Sono incerta tra Taormina e Ghedini».
Un po' meno bene l'ha presa Nick, che, dopo la querela per diffazione da parte del Moncalvo, ha annunciata la sua autosospensione dallo scrivere sul blog, : «Non entro nei termini esatti della questione, ora di competenza dei miei legali e del giudice. Quello, però, che mi preme comunicare a tutti quanti mi abbiano in questi mesi letto, risposto, commentato con partecipazione e competenza, è la mia intenzione di autosospendermi provvisoriamente dalla mia attività di redattore, almeno sino alla risoluzione della vicenda». Ed ecco cosa aveva scritto Nick nel suo blog, a proposito della trasmissione del Moncalvo: «Tutto, dico TUTTO in tale trasmissione era fuori luogo. Dal tasso di leghismo-qualunquismo del "nuovo che avanza" mai così dominante - anzi, assoluto - in un programma Rai (ecco la sensazione di esplicita 'occupazione' di cui sopra), al Segno della Croce iniziale del conduttore, assolutamente grottesco e forzatamente anticonvenzionale da apparire involontariamente ridicolo; dall'ipotesi di riconoscimento - tardivo - dei meriti della Fallaci (assurta a 'maitre-a-penser' della Nuova Destra dai tempi delle sue senili crociate antislamiche) ipotizzando un suo presumibile rifiuto preventivo di tale carica (che, montanellianemente parlando, risulta incompatibile con gli ideali della destinataria), agli ammiccamenti tra il Feltri, il Liguori e il Moncalvo.... stucchevoli e falsamente obbiettivi. Una Rai non più solo "alla frutta", ma quasi al digestivo». Dichiarazioni, insomma, che sono acqua fresca rispetto agli insulti quotidiani che il capo Berlusconi riversa su chi non la pensa come lui.
Se può servire, per tranquillizzare l'amico Nick, dico che io mi sono buscate tre querele per diffamazione da piccoli-potenti (non per il blog però), che si sono tutte risolte in bolle di sapone. Questi tipi di querela sono uno strumento in mano a chi si crede potente per tentare di intimidire chi dice la verità. L'unico vincolo al quale noi blogger siamo tenuti è la nostra coscienza e la verità. Anche se uno che disse: "io sono la verità", poi fu messo in croce. Ma speriamo che a noi non succeda. E poi, quel tale ha avuta più fortuna degli Erode e dei Ponzio Pilato.

Gigi Moncalvo, il giustiziere della rete querela i blog

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho ripubblicato questo bellissimo post nel mio blog, citando chiaramente fonte ed autore. Se la cosa non andasse bene la prego di comunicarlo in mail che provvedo alla rimozione.

Alkcxy ha detto...

Le querele servono solo per fare vedere che sono innocenti. Quando la gente legge che un tale ha querelato un altro tale, infatti, pensa subito che chi querela è stato diffamato e non ha nulla a che fare con il testo di cui è stato "vittima". Poi appunto, come dici tu, il querelante passato un po' di tempo (quello necessario a far dimenticare tutta la vicenda), dopo aver speso un bel po' di soldi (che solitamente ha) e averli fatti spendere ai querelati (che solitamente ne hanno un po' di meno) fa cadere il tutto.

La cosa "innovativa" se così si vuol dire, è che di solito il querelante non è un giornalista, ma qualche politico o uomo d'affari potente. Invece questa volta ci si è messo un uomo di informazione, uno che dovrebbe ben conoscere i diritti e i doveri del giornalismo, e importunare chi semplicemente la pensa diversamente da lui. Io mi sono veramente rotto le scatole di tutti questi leghisti presuntuosi, erano più simpatici quando parlano in dialetto e portavano magliette bianche!

Anonimo ha detto...

Mi astengo dal commentare per paura di una querela
(Buona domenica)

Anonimo ha detto...

è la solita storia. la libertà d'espressione dei blogger va tutelata, la libertà d'espressione di calderoli no. mi chiedo come si fa a essere tanto incoerenti.

viva la libertà d'espressione, ma a 360 gradi.

Anonimo ha detto...

Come intimidazione non c'è male, viva i campioni del nuovocheavanza e fautori di una civiltà superiore che giustifica di poter tenere alla fame l'80% dell'umanità, e non sopporta che nessuno metta in discussione il privilegio di poter tiranneggire in lungo e largo e depredare l'80% delle risorse mondiali, alla faccia della democrazia. Ciao, beppe

Anonimo ha detto...

Siamo messi male! Adesso c'è qualcuno che tira in ballo la libertà d'espressione? Ciao caro