15 febbraio 2006

Direttiva Bolkestein. Di che parla?

Ieri 14 febbraio 2006, in coincidenza con l'inizio al Parlamento europeo della discussione sulla direttiva Bolkestein, si è svolta in Francia a Strasburgo una grande euromanifestazione organizzata dalla Ces (Confederazione Europea dei Sindacati) alla quale hanno partecipato in 50mila. Vi erano tutti i gruppi politici: dai comunisti all'euro destra, dai verdi al Pse, dai liberali al Ppe, ognuno con proprie istanze talvolta contrapposte; ma vi erano soprattutto i lavoratori europei per chiedere leggi non discriminatorie e per tutelare il loro diritto al lavoro contro la gestione selvaggia dei servizi.
Capire di che tratta la direttiva Bolkestein non è impresa facile, in molti aspetti è confusa e di incerta applicazione. Ma dalla lettura dei giornali una prima idea me la sono fatta. Prende il nome dal Commissario olandese relatore della proposta, affronta la problematica della liberalizzazione dei servizi e si basava, nella sua stesura originaria, sul cosiddetto principio del paese d´origine. Ha suscitato forti reazioni contrastanti. Un compromesso è stato trovato tra le due forze dominanti dell'Europarlamento, socialisti e popolari (Pse e Ppe) che da soli sommano oltre 450 dei 732 membri dell'assemblea di Strasburgo. Con l'intesa è stata cancellata la controversa norma del principio del paese d'origine, secondo cui chi presta servizio (impresa o lavoratore autonomo) in uno Stato straniero rimarrebbe però soggetto alle regole del Paese d'origine. E' la misura che aveva contribuito al no alla Costituzione europea da parte dei francesi, che temevano un'invasione di "idraulici polacchi" a basso costo.
La Bolkestein dice la sua, ma con poche certezze, anche su terreni specifici di vitale largo interesse, come l’acqua, l’università, la logistica, le assicurazioni e i servizi finanziari.
I giochi sono ancora aperti e le proposte sul tavolo sono numerose.
Due sono le filosofie che si scontrano: quella che punta tutto e solo sulla liberalizzazione delle merci e dei servizi e quella della crescita economica dentro regole certe e capaci di coesione sociale. Noi vogliamo che vinca la seconda.
Il voto sulla direttiva nel parlamento europeo è previsto per domani.

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