Dicono che l'Italia sia tra le otto nazioni più ricche del mondo, o addirittura tra le prime cinque. Orbene, però l'Italia si piazza al primo posto per la pezzenteria mondiale, negli aiuti per le popolazioni colpite dal maremoto in Asia.
Stiamo parlando di aiuti governativi. Il Giappone ha promesso 500 milioni di dollari, gli Stati Uniti 350 milioni, la Svezia 80 milioni, la Cina 60 milioni, l'Australia 46 milioni.
Indovinate il governo italiano quanto ha promesso? Solo la ridicola somma di 4 (quattro) milioni di dollari. Dobbiamo sempre farci riconoscere.
Prima di essere insultato in qualche commento, riferisco la fonte di questa notizia: la Reppubblica on line di oggi 2 gennaio 2005; ecco il link http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/esteri/sri8/moltfondbush/moltfondbush.html.
E Berlusconi va cianciando di summit del G8 convocato dall'Italia per gli aiuti. E' ovvio che questo è solo frutto della paranoia del Berlusca. Ma lui ci prova sempre. Vuol far pagare solo gli altri; lui mai.
Ed intanto gli aiuti reali sono ancora scarsissimi. Nelle zone colpite dalla catastrofe si vede poco o nulla. L'Onu, per tentare di superare le solite disfunzioni causate dalle sovrapposizioni di competenze, chiede che la gestione degli aiuti venga affidata direttamente alle agenzie e alle Organizzazioni non governative (Ong) già operanti sul territorio; loro già conoscono il territorio e sono in grado di individuare subito i reali bisogni. Altro che la Croce Rosa di Scelli, promessa volontaria alla prossima campagna elettorale del Berlusca.
Ed ora una esortazione seria. In questa fase la priorità deve essere data alla raccolta dei fondi per acquistare direttamente nelle aree interessate dal disastro o nelle zone limitrofe le attrezzature e i materiali di prima necessità. Si scoraggia la raccolta di materiali: medicine, viveri, indumenti e roba simile; questo serve a svuotare i nostri armadi di cose inutili, poco incidono nel portare aiuto efficace e rapido alle popolazioni colpite.
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