L’introduzione
al secondo volume sul vescovo Giandomenico Falconi, nato il 1810 e morto il
1862, l’autore Luciano Rotolo la chiude con la seguente frase: «Ancora una
volta dedichiamo questo volume sia a coloro che ieri, come Mons. Falconi, non
divennero squallidi doppiogiochisti o gattopardeschi cambia casacche, sia a
coloro che, ancor oggi, testimoniano con coraggio la fedeltà ai propri ideali
sprezzanti delle possibili conseguenze».
Nella recensione al primo volume
erroneamente scrivevo che nella parte documentale del libro veniva riportata
integralmente la velenosa risposta anonima all’elogio funebre che Mons. Falconi
tenne in occasione della morte del Re Ferdinando II avvenuta il 22 maggio 1859.
Quel documento, ivi pubblicato, in realtà era la risposta, di alcuni sedicenti
fedeli delle due città Acquaviva ed Altamura, alla lettera pastorale pubblicata
il venerdì santo del 1861 dal vescovo Falconi, sul giornale “L’Unità
Cattolica”, dal suo esilio di Capracotta.
Con la pubblicazione di questa lettera
pastorale, finalmente reperita, si apre il secondo volume su Mons. Falconi.
Essa, per una scelta editoriale, fu pubblicata come “supplemento” al
quindicinale, dando così «uno spazio tutto particolare a questo vescovo che era
diventato il simbolo, non solo del passato Governo e della Chiesa, ma anche
viva testimonianza delle vessazioni che venivano inflitte a coloro che erano
rimasti fedeli ai loro valori». La Lettera trasuda una sottile nostalgia, un
dolore profondo e una non sopita speranza di poter presto tornare nella sua
Diocesi di Acquaviva e Altamura. Il vescovo Falconi poi nella Lettera tiene a
sottolineare che i facinorosi che avevano accolto il “nuovo corso” e che lo
avevano costretto all’esilio erano soltanto una esigua minoranza.
La Lettera voleva essere una forte denuncia
contro il nuovo governo piemontese il quale usava la menzogna, la paura e la
violenza per imporsi.
La nomina di Giandomenico Falconi a vescovo
di Acquaviva e Altamura aveva avuto dell’insolito. Nel 1848, approfittando
della confusione politica venutasi a creare con la rivolta scoppiata in Sicilia
e con i tumulti verificatosi a Napoli fomentati da una minoranza radicale che
voleva sostituire la monarchia con la repubblica, alcuni acquavivesi nominarono
a vescovo della propria città l’allora arciprete Giandomenico Falconi. Il Papa
Pio IX poi confermò tale nomina. Il Re Ferdinando II infine non solo la
ratificò, ma offrì al Falconi la sua amicizia. In occasione dei festeggiamenti
per la sua nomina a vescovo monsignor Falconi ideò il lancio in cielo di una
grande mongolfiera. Questo “lancio del pallone” è entrato nella tradizione di
Acquaviva, in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria SS.ma di
Costantinopoli, Patrona della Città.
Nel libro a seguire vengono raccolti tre altri
scritti (detti notificazioni, qui nel senso di atti vescovili diffusi a stampa)
e di un’altra lettera pastorale scritta in occasione del vile attentato al re
Ferdinando II avvenuto l’8 dicembre 1856. Tutti questi scritti hanno dei
riferimenti al Regno delle Due Sicilie e sono introdotti da una collocazione
storica.
Con la prima notificazione viene
regolamentato un Giubileo indetto per la diocesi di Altamura ed Acquaviva, e si
parla della Costituzione concessa da Ferdinando II; con la seconda notificazione
si invitano i fedeli ad aderire alla giornata di digiuno sollecitato dal Re,
come riparazione per tutti i peccati di anarchia e ribellione verso la
Religione e verso il Trono, ed il vescovo parla dell’umiliante fuga del Papa
Pio IX a Gaeta; con la terza notificazione infine viene indetto un nuovo
Giubileo di tre mesi, per scongiurare il colera che aveva colpito il Regno
delle Due Sicilie (insieme ad altri stati europei). In quest’ultimo scritto si
ritrova l’approccio teologico del tempo, che riteneva le malattie come castighi
di Dio nei confronti del popolo che pecca e si allontana dalla verità.
A questo libro pensiamo che ne seguirà un
terzo sul vescovo Giandomenico Falconi, che metta insieme i contenuti del primo
e secondo volume, collocando però premesse e quadro storico in una prima parte
e poi in una seconda (quasi appendice) gli scritti del vescovo.
Rocco Biondi
Luciano Rotolo, La vicenda di Mons. Giandomenico Falconi prelato di Acquaviva e di
Altamura. Un Vescovo e un patriota nella bufera dell’invasione piemontese,
Volume secondo, Edizioni Viverein, Monopoli 2016, pp. 166, € 10,00
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