25 agosto 2006

Dopo di me il diluvio

Al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini ritorna la macchietta dell'uomo della provvidenza. L'affarista che si crede statista.
Il berlusca è tranquillo: «Qui infiltrati della sinistra che mi fischiano non ce ne sono..»
E si dichiara «condannato a restare in politica». Non vi può essere altro capo all'infuori di lui. Tutti i Casini sono avvertiti.
L'ingresso del cavaliere alla Fiera di Rimini è stato salutato da trombe e cori da stadio e dall'immancabile "Chi non salta comunista é!".
Ha parlato di tutto: di economia, della sinistra, del Ponte di Messina, delle banche, del Libano, del trapianto di capelli.
Ma il piatto più forte l'ha servito quando ha parlato di immigrazione. «Cinque anni sono pochi, però ribadisco che per diventare cittadini italiani devono dimostrare di conoscere la nostra lingua, la storia, la geografia e i fondamenti dello Stato, come la Costituzione».
Lui insomma, il berlusca, è un extracomunitario. E chissà se gli basta una vita intera per diventare italiano.
Propone di trasformare la Cdl in una "federazione di partiti".
Roberto Calderoli si iscrive subito. «È lui l´unico vero leader, lui ha i coglioni, la sinistra invece è votata dai coglioni». E ho detto tutto.

2 commenti:

Barbara Tampieri ha detto...

Calderoli: più che un dentista una carie vivente.

Anonimo ha detto...

Ma che belle parole! Davvero un esempio di alta classe politica...