3 aprile 2006

A Bari si rivede il mare: giù l'ecomostro

Quando in macchina o in treno, provenendo da Brindisi, raggiungevo Bari, venivo colpito dagli scheletri in cemento dell'ecomostro. Tre complessi alti 13 piani edificati ad una distanza inferiore ai 300 metri dal mare e posizionati in modo da ostruire la vista del lungomare a sud di Bari. La "saracinesca" fu appunto ribattezzata quella gigantesca struttura. Io, anche se me lo auguravo, mai avrei creduto che venisse veramente abbattuta.
Ed invece è avvenuto domenica 2 aprile 2006, alle ore 10,30. Trecento chili di esplosivo e 150 detonatori hanno fatto cadere per implosione il primo blocco di 70 mila metri cubi di cemento. Domenica 23 aprile sarà demolito il secondo complesso e lunedì 24 aprile andrà giù l’ultimo modulo. I baresi di quella zona potranno ritornare a rivedere il mare. Non è stato possibile l'abbattimento di tutto il blocco in una volta sola perché la legge antiterrorismo impedisce di trasportare tutto l'esplosivo occorrente in una volta.
I lavori di costruzione erano cominciati il 1995. Nel 1997 la Procura di Bari mette sotto sequestro gli immobili perché «abusivi»: violano la legge Galasso che prescrive che gli immobili debbano tenere una distanza minima dal mare di almeno 300 metri. I costruttori e i progettisti vengono invece assolti in primo grado dal momento che ai loro progetti erano state rilasciate le concessioni. I palazzoni vengono confiscati e immessi nel patrimonio del Comune di Bari. Il Comune ne decide la demolizione. La gara viene affidata alla General Smontaggi di Novara.
Sul luogo dell'abbattimento sono giunti, nell' area riservata ai giornalisti, prima il sindaco di centrosinistra, Michele Emiliano, e dopo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Tutti e due sono stati concordi nel dire che non è una giornata di festa. «Anzi - ha aggiunto Emiliano - io ho provato dolore, perché quando va giù una cosa è sempre triste. Ma è pur vero che oggi è stata lanciata una sfida, - ha aggiunto - oltre a riparare gli errori del passato». Anche Vendola ha ammesso di aver provato «un coacervo di emozioni contrastanti: da un lato la consapevolezza di una battaglia vinta, dall' altro il vedere quanto spreco c'è stato. Uno spreco - ha aggiunto il presidente della Regione Puglia - che è sul conto del partito delle speculazioni e degli abusi».
Ma ora a Bari si pensa soprattutto al futuro: e il futuro comincia proprio da quell'area. Emiliano punta molto sui suggerimenti che potranno essere messi in campo con la Biennale di Venezia, Vendola spera invece che si possa realizzare un parco, un parco per i bambini. E il suo pensiero va al piccolo Tommaso, ucciso senza pietà, e alla sua famiglia. Lo sviluppo urbano delle città, di tutte le città, è convinto Vendola, deve partire dai bambini, dai luoghi dove accogliere i bambini e dove i bambini possano essere finalmente rispettati».
A me non dispiacerebbe il collegamento con la Biennale di Venezia, a condizione però che non sia ora il pubblico a togliere la vista del mare ai baresi di Japigia.
Il sindaco Michele Emiliano a chi l'accusava di operazione pre-elettorale ha risposto: «Qui la destra ha sempre governato. Perché non l'hanno abbattuto loro?».

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