Anche
il teatro si è interessato del brigantaggio. Il libro “Terra promessa, briganti
e migranti” di Marco Baliani, Felice Cappa e Maria Maglietta ne è un esempio. È
il testo teatrale di uno spettacolo sul capobrigante Carmine Crocco, presentato
da tre introduzioni dei tre autori.
Felice Cappa, nato a Rionero in Vulture
(Potenza) nel 1963 e poi con la famiglia trasferitosi a Torino, trascorre le
vacanze scolastiche estive nel suo paese natio e ascolta storie e leggende di
briganti. Tra queste, quella di Carmine Crocco. Cappa, divenuto giornalista,
autore televisivo e regista, propone a Marco Baliani e Maria Maglietta di
lavorare sul capobrigante Crocco, che rappresenta ancora oggi per tutto il Sud
l’altra faccia dell’Unità. Il lavoro comincia con un viaggio nel Sud, nei
luoghi dove briganti, brigantesse, cafoni, galantuomini, bersaglieri sono
realmente vissuti. Viene effettuata anche una laboriosa ricerca delle fonti
dirette: «diari, verbali e sentenze di processi, relazioni dei prefetti,
comunicazioni della Guardia Nazionale, sedute dei consigli comunali, lettere,
telegrammi e dispacci militari, immagini di graffiti scavati sul tufo e le
terribili foto che si facevano scattare i soldati piemontesi con i briganti
morti, immagini oscene come trofei di caccia».
Marco Baliani, attore, drammaturgo e
regista teatrale, nato in Piemonte a Verbania sul lago Maggiore nel 1950, nella
sua introduzione, parla del teatro civile, impegnato, politico, ma è contrario
alla semplice elencazione di informazioni, senza la ricerca di una nuova forma
narrativa; non si deve informare senza formare. La verità di una storia –
scrive – non ha nulla a che fare con la quantità di realtà in essa contenuta.
Questo teatro non deve trasformare lo spettatore in uno scolaro da istruire, ma
in una coscienza da formare.
Maria Maglietta, attrice teatrale,
drammaturga e regista, nata in Basilicata a Laurenzana provincia di Potenza nel
1952, sostiene che compito del teatro non è di raccontare la Storia ma far
capire meglio la realtà che ci circonda; infatti le necessità della Storia e
quelle del Teatro scorrono su canali diversi. All’inizio ci si cala nella
vicenda storica, ma poi è necessario creare una distanza dagli elementi storici
scavando nelle loro pieghe, facendo rivivere sotto diversa luce eventi
apparentemente marginali, ma capaci di restituire l’essenza e la concretezza di
un conflitto.
Nel caso di “Terra Promessa” i tre autori
concepiscono di fare un viaggio attraverso i luoghi che videro agire il
brigante Carmine Crocco negli anni che vanno dal 1860 al 1865; vengono scelti
alcuni episodi significativi.
Vien scelta la nuova forma del teatro di
narrazione.
I personaggi sono il Narratore, il
Popolano, il Barone, la Popolana, il Bersagliere.
Gli episodi che vengono narrati sono un
sequestro, lo sbarco di Garibaldi a Marsala, la battaglia del Volturno, le
prigioni di Fenestrelle, il plebiscito di annessione del Sud, i galantuomini
(Fortunato di Rionero, Aquilecchia di Melfi, Rapolla di Atella, Corbo di
Avigliano) che aiutano i briganti, l’assalto di Venosa, l’accoglimento
trionfale di Crocco a Melfi, la vittoria dei briganti di Crocco a Toppacivita,
l’illusione del generale spagnolo Borges, la fuga al ponte Canastrelli dopo
aver perso quello di Leonessa, il tradimento di Caruso, la morte di Crocco a 75
anni nel carcere di Portoferraio.
Salvo poche eccezioni, i contadini erano
tutti dalla parte dei briganti. Finito nel sangue il sogno disperato della
rivolta, ai contadini non è rimasto che divenire emigranti; e dal 1865 al 1905
otto milioni emigrano in cerca di una terra promessa.
I popolani e i bersaglieri parlano con
termini e inflessioni dialettali. I personaggi si esprimono mescolando sonorità
di una più vasta area geografica del meridione o del nord. Tale linguaggio è
trascritto foneticamente nell’intento di facilitarne la lettura e la
comprensione.
Lo spettacolo “Terra Promessa” viene
interpretato dagli autori, e da altri attori, in varie parti d’Italia.
Rocco Biondi
Rocco Biondi
Marco Baliani, Felice Cappa, Maria
Maglietta, Terra promessa, briganti e
migranti, CalicEditori, Rionero in Vulture (Pz) 2011, pp. 128
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