Anche
la letteratura pone sempre più la sua attenzione al Regno che esisteva al Sud
prima dell’invasione piemontese del 1860. Enzo Di Brango in questo libro
utilizza la forma romanzo per descrivere gli ultimi anni del Regno delle Due
Sicilie, aprendo delle finestre temporali su tre anni particolarmente
significativi: 1836 (nascita di Francesco II ultimo re), 1848 (concessione dello
Statuto e successiva repressione delle libertà costituzionali da parte di
Ferdinando II), 1860 (invasione del Regno da parte dei piemontesi).
E’ la storia di Alessandro Chiarelli, che
nel ’36 aveva cinque anni, nel ’48 era entrato in una scuola militare
borbonica, e nel ’60 si schiera a fianco di Francesco II. Il padre, barone
Giuseppe Chiarelli, è un uomo per tutte le stagioni che si schiera sempre con
il vincitore e che nella sua “arca” raccoglie giornali e pubblicazioni di tutte
le aree, da selezionare e mettere fuori opportunamente a seconda del vincitore;
a sinistra c’era una pila di giornali che avrebbero fatto comodo se continuasse
a regnare Ferdinando, a destra c’erano giornali utili “se viene ‘n’atu re”, al
centro c’erano pubblicazioni varie per situazioni non prevedibili; faceva parte
dei “cafoni arricchiti che non si trascinano dietro nemmeno una goccia di
sangue nobiliare vero”.
Nel romanzo convivono personaggi di fantasia
e personaggi storici, che accompagnano il lettore in un originale viaggio nel
Regno delle Due Sicilie. Contessa Olinda Coronato, sposata con Giuseppe per
salvare dalla bancarotta la sua famiglia, muore di colera, anche se il barone
nel tentativo di salvarla si era rivolto allo spretato Luigi Cutone avvolto da “quell’alea
di misterioso potere che gli affabulatori sanno sapientemente utilizzare per
raggirare il mondo”. L’austriaca Mikaela Von Dienst Hickersberger, amica di
Olinda e moglie del bigotto conte Arcangelo Celestini, collezionava uomini
ritenendo il sesso il suo passatempo preferito. L’ultima regina del Regno delle
Due Sicilie Maria Sofia, che nella fortezza di Gaeta assediata si comportò
quasi come un soldato. Teresina, una ragazza erudita, intelligente e bella, figlia
di Pasquale Marutti che gestiva una trattoria a Gaeta, e che aveva studiato
dalle suore e le piaceva leggere, divenne la fidanzata di Alessandro; la
pensava diversamente da quelli che sostenevano che i libri rovinano il
cervello: “Questo è quello che dicono i ricchi, la nobiltà, i monarchi. Ci
vogliono scemi, idioti per continuare a fare i loro porci comodi”.
Altri personaggi storici presenti nel
romanzo (alcuni solo citati, come Ferdinando I e II, Francesco II, Francesco
Saverio del Carretto) sono Antonio Carafa, il barone di Brockhausen, il console
Antonio Dominguez, il segretario di Stato dell’ambasciata della Santa sede don
Pier Francesco Meglia, il deputato Ferdinando Petruccelli.
Per capire l’aria che si respirava in
quegli anni basta leggere l’inizio di un bando piemontese: “Gli atti nefandi
che si vanno commettendo in alcuni paesi da bande armate a brigantaggio,
vogliono esse prontamente repressi”, anche con fucilazioni e incendi di interi
paesi.
I tanti traditori che consentirono la
sconfitta della Nazione napoletana sono infami, feccia, chiaviche, esseri indegni.
Di Brango così chiude il suo libro: «L’interpretazione
dei fatti storici, affidata ai personaggi, rispecchia esclusivamente il mio
pensiero che è logicamente di parte come il pensiero di ognuno di noi; nella
convinzione, come ha avuto modo di sottolineare il grande meridionalista
Gaetano Salvemini, che “l’imparzialità è un sogno, la probità è un dovere”».
Romanzo da leggere proficuamente e con
piacere per la grande padronanza linguistica e letteraria in esso presente.
Rocco Biondi
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