Il
“Dizionario dei patrioti lucani artefici e oppositori (1700-1870)” di Tommaso
Pedìo è stato ristampato anastaticamente nel 2005 dalla Società di Storia
patria per la Puglia. Si compone di cinque volumi, per un totale di 2570
(duemilacinquecentosettanta) pagine (I - A/C - 524 pag., II - D/I - 592, III -
L/O - 502, IV - P/R - 342, V - S/Z - 610). I primi due volumi della prima
edizione del “Dizionario” erano stati stampati, rispettivamente nel 1969 e nel
1972, dalla editrice Vecchi di Trani; successivamente dopo il fallimento della
Vecchi gli altri volumi furono stampati dalle Edizioni Levante di Bari nel 1979
(terzo) e nel 1990 (quarto e quinto).
Il Pedìo, incaricato nel 1956 di redigere
un elenco di personaggi nati in Basilicata per il “Dizionario biografico degli
italiani” della Treccani, mise insieme oltre dodicimila schede biografiche, che
ovviamente solo in minima parte potettero trovare posto nel suddetto
“Dizionario”. Ma l’interesse per queste schede era grande ed Enti culturali,
studiosi e cultori di storia misero su un “Comitato per la pubblicazione del
Dizionario dei Patrioti Lucani”. Per la scarsità dei fondi si riuscì a
pubblicare nel 1962 solo una introduzione al “Dizionario” (di 424 pagine). Fu
però possibile successivamente pubblicare le dodicimila schede perché la
Società di Storia Patria per la Puglia se ne fece carico.
Con la raccolta di quei dati scheletrici il
Pedìo non ha voluto persistere nell’errore di chi si è preoccupato di stendere
un elenco di “patrioti” per dimostrare la presenza nel proprio paese di uomini
che avrebbero tutto sacrificato per realizzare l’indipendenza e l’unità della
patria. Attraverso i dati biografici di piccoli-grandi uomini ha cercato,
invece, di fornire elementi per comprendere le aspirazioni e gli atteggiamenti
dei diversi ceti sociali nella Basilicata tra il XVIII ed il XIX secolo. Quei
dati biografici, che singolarmente presi non presentano alcun interesse, nel
loro complesso ci fanno comprendere la vita della Basilicata. “Patrioti” per
Pedìo, nel senso più ampio e più vero del termine, sono tutti quelli che la
Basilicata l’hanno fatta, pur operando da versanti contrapposti.
Nella prima metà dell’Ottocento la
popolazione della Basilicata, secondo il Pedìo, è divisa socialmente in
gentiluomini, galantuomini, civili e popolani. I gentiluomini comprendono sia
quelli che vantano nella loro famiglia un titolo nobiliare, che quelli che,
almeno da una generazione, abbiano avuto un vescovo, un alto magistrato, un
dottore in utroque jure o un sacerdote dottore in teologia; i galantuomini sono
considerati coloro le cui famiglie, prima del Decennio francese, erano state
ascritte al Seggio dei Nobili o al Seggio del Popolo, i ricchi proprietari,
coloro che avevano seguito i corsi di Giurisprudenza a Napoli e gli avvocati;
civili erano i proprietari di origine recente, i notai, i medici, gli
impiegati, i farmacisti, i commercianti, e spesso anche le famiglie che hanno
nel loro seno un sacerdote che è riuscito ad accrescere il patrimonio
familiare; popolani sono i maestri di bottega, gli artigiani, i contadini, i
pastori ed i bracciali. I contadini e i bracciali, nella Basilicata borbonica,
hanno sempre costituito circa il 90% della popolazione attiva. Sovente si
riesce a passare da uno stato sociale ad uno superiore.
Patrioti che entrano nel dizionario del
Pedìo sono appartenenti a tutte le classi sociali. Ed anche moltissimi briganti:
Carmine Crocco detto Donatelli, Giuseppe Nicola Summa detto Ninco Nanco,
Giuseppe Caruso, Vincenzo Mastronardi, Pasquale Antonio Cavalcante, Michele
Volonnino, Giovanni Coppa, Domenico Rubino, Angelo Antonio Masini, Giuseppe
Padovano, Nicola Maria Girolamo Auletta, Antonio Cotugno, Vito Rocco
Chirichigno detto Coppolone, Giuseppe Gerardi, e tanti altri tra cui anche
delle brigantesse.
Tantissime sono le notizie storiche che si
possono dedurre dalle schede del “Dizionario”. Ne elenchiamo alcune: le dodici
colonne insurrezionali lucane (con i loro rispettivi comandanti), che
dichiararono decaduto Francesco II di Borbone e proclamarono l’annessione della
Basilicata al Regno d’Italia; i nomi delle persone dichiarate “attendibili”
(tenute in osservazione) durante il Regno delle Due Sicilie e sottoposte a
misure di polizia, perché sospette di liberalismo; gli appartenenti alla
Guardia civica, alla Guardia nazionale, al Comitato dell’Ordine, ai Comitati
borbonici, al Circolo Costituzionale Lucano (1848), al movimento liberale, al
Battaglione Mobile Lucano (1860), ai Cacciatori Lucani (1860), al Corpo
Sanitario Insurrezionale Lucano (1860); i condannati per detenzione di libri
proibiti, i condannati alla esportazione; i partecipanti all’Anticoncilio
Ecumenico tenutosi in Napoli l’8 dicembre 1869; gli affiliati alla Carboneria,
gli aderenti alla vendita carbonara “la Giovane Italia” che faceva capo a
Vincenzo d’Errico (1788-1854).
Ognuno dei cinque volumi è corredato in
appendice di un elenco in ordine alfabetico dei personaggi in essi presenti
distinto per paese di nascita. Nel quinto volume poi, degli 11.963 personaggi
inclusi nei cinque volumi, vengono indicati la professione, il mestiere e la
qualifica sociale. Nell’ultimo volume in appendice vengono ancora elencati i
vescovi delle diocesi lucane dal 1734 al 1870, i prèsidi della Regia Udienza di
Basilicata (1734-1806), gli intendenti di Basilicata (1807-1860), i
prodittatori, governatori e prefetti di Basilicata (1860-1870).
Sono utili anche alcuni cenni biografici su
Tommaso Pedìo, che traiamo dalla postfazione di Nico Perrone al V volume. Pedìo
nacque a Potenza il 17 novembre 1917, dove morì il 30 gennaio 2000. Studente
fuori sede frequentò le facoltà di legge a Roma e Ferrara. Dottore in
giurisprudenza il primo lavoro che Pedìo fece fu di giudice a Potenza. Dopo una
breve esperienza in questa professione, fece per tutta la vita l’avvocato. Nel
1952 si sposò ed ebbe una figlia. La maggior parte del suo tempo la passò negli
archivi e tra i libri. Divenne professore all’Università di Bari, ove insegnò
per vent’anni, prima nella Facoltà di Magistero e quindi nel Corso di Laurea in
Scienze Politiche della Facoltà di Giurisprudenza.
Rocco Biondi
Tommaso Pedìo, Dizionario dei patrioti lucani, artefici e
oppositori, (1700-1870), Vol. I (A-C) pagg. 524, Vol. II (D-I) 592, Vol.
III (L/O) 502, Vol. IV (P/R) 342, Vol. V (S/Z) 610, Società di Storia Patria
per la Puglia, Regione Basilicata, Ristampa anastatica 2005
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