Delle 343 pagine del libro
solo una ventina parlano della brigantessa Michelina Di Cesare. Il
libro quindi non dà quello che il titolo promette. Sospetto quindi
che si sia voluto usare un nome di richiamo per fini commerciali. In
pratica si parla diffusamente del brigantaggio postunitario nel
casertano e dintorni, con particolare riguardo alle bande di
Francesco Guerra, Domenico Fuoco, Giacomo Ciccone, Alessandro Pace.
L'autore apre
l'introduzione al libro con l'affermazione che Michelina Di Cesare è
«una
delle più celebri brigantesse meridionali che la storia postunitaria
ricordi, soprattutto, per la sua nota fotografia divulgata ampiamente
in molti libri e riviste».
Per prima cosa ritengo che l'importanza della Di Cesare derivi dal
suo operato e non dalla fotografia. E poi è ormai quasi certo che la
fotografia, riportata anche nella copertina del libro, non sia di
Michelina Di Cesare, bensì di una modella messa in posa dal
fotografo nel suo atelier. Della stessa modella esiste un'altra foto
(anche questa impropriamente attribuita alla Di Cesare) che la
rappresenta armata di schioppo, pistola e pugnale, seduta su una
roccia di cartapesta.
Michelina Di Cesare nacque
il 28 ottobre 1841 a Caspoli, frazione di Mignano Monte Lungo,
distretto di Sora, provincia di Terra di Lavoro, attualmente in
Campania. Sposò il suo compaesano Rocco Zenga, che morì nel 1862.
Successivamente, datasi alla macchia, entrò nella banda di Francesco
Guerra divenendo la sua donna. Capeggiò diverse azioni brigantesche.
Fu uccisa in combattimento (o fucilata subito dopo) il 30 agosto
1868. Il suo cadavere, denudato, venne fotografato.
Il libro di Fulvio
D'Amore, che porta il titolo "Michelina Di Cesare guerrigliera
per amore. Le gesta eroiche della brigantessa tra Campania, Lazio,
Abruzzo e Molise (1862-1868)", è stato pubblicato da
Controcorrente edizioni di Napoli nel luglio del 2012 e porta come
prezzo di copertina € 20,00.
5 commenti:
Egregio Signor Rocco Biondi
Evidentemente lei non ha letto con attenzione il mio libro su Michelina Di Cesare o forse, essendo un "giornalista" e non certo uno storico, non capisce il senso della ricerca che non è e non deve essere un cabaret fenomenologico che si presta magnificamente a qualsiasi uso politico.
Politicità della storia non equivale, non deve equivalere allo schieramento della ricerca al servizio di qualcosa che sia diverso dalla ricerca stessa, cioè della verità (di qualche frammento di verità, meglio). Fare storia significa pur sempre in primo luogo interrogarsi sugli interni meccanismi del
lavoro storico, sulla pratica concreta e sui suoi scopi.
I miei 59 libri scritti fino ad ora (dall'Età Moderna a quella Contemporanea) non sono stati mai improntati per fini commerciali. Facendo parte della Deputazione Abruzzese di Storia Patria (L'Aquila) molti dei miei saggi, prima di essere approvati e pubblicati, sono stati sempre vagliati da severi Comitati Scientifici.
Oltretutto, lei dovrebbe dimostrare che le fotografie pubblicate nel libro non sono quelle di Michelina Di Cesare (come lei afferma).
Per questo le dico che le solite chiacchiere da bar lasciano il tempo che trovano.
La consiglio di frequentare gli archivi, invece di sparare a zero su chi da oltre venti anni studia la storia del Meridione con fatica e rigore storico.
Tra l'altro, prima di esprimere giudizi semplicistici dal suo Blog, occorre confrontarsi con le note del mio libro e verificarle.
Tenga ben presente, che nessuno storico può accontentarsi di verità imposte da partiti, o magari da conventicole di varia natura e portata, né di giudizi dati da "giornalisti".
Cordiali saluti
Fulvio D'Amore
Avezzano (AQ)
In risposta al commento di Fulvio D'Amore preciso quanto segue, sorvolando comunque sulle "chiacchiere da bar" in esso contenute.
1) Quando un autore pubblica un libro, lo affida alla valutazione del lettore che può essere positiva, negativa, indifferente. La mia comunque è frutto di una molto attenta lettura, anche delle note.
2) Lei niente ha detto del mio appunto più significativo: "Delle 343 pagine del libro solo una ventina parlano della brigantessa Michelina Di Cesare".
3) Per quanto riguarda la pseudo foto di Michelina Di Cesare riporto quello che ha scritto Paolo Morello (che ha insegnato storia della fotografia in varie università e ha diretto l'Istituto Superiore per la Storia della Fotografia), nel suo libro Briganti del 1999 a pag. 50: «Un incanto analogo promana da due cartes de visite, oggi all'archivio del Museo del Risorgimento di Roma, che effigiano una bella brigantessa in costume (qualche volta identificata con Michelina Di Cesare, ma senza fondamento...). Queste fotografie non raffigurano una brigantessa reale, assai probabilmente, bensì una modella, messa in posa dal fotografo nel suo atelier». E aggiungo che il volto della modella nulla ha a che fare con quella di Michelina Di Cesare morta, uccisa e fotografata dai piemontesi.
4) Meraviglia che nella bibliografia del suo libro non abbia citato Brigantesse di Valentino Romano del 2007, quindi antecedente al suo e della stessa casa editrice Controcorrente.
Cordiali saluti
Rocco Biondi
Buonasera, sono una persona che ama molto leggere e nell'ultimo anno ho cercato testi sul brigantaggio postunitario.
Ho appena finito di leggere il libro su Michelina di Cesare e posto qui la mia recensione scritta su anobii.com. L'ho scritta prima di leggere quanto da Lei recensito, ma mi trova perfettamente d'accordo (per quanto possa valere la mia opinione).
"Non è possibile, o meglio, non è onesto, dare un titolo e parlare di tutt'altro all'interno del libro, a meno che non si parli di Dumas, e non è questo il caso. Ci si aspetta di leggere la biografia, più o meno romanzata di Michelina Di Cesare,ma all'interno del libro viene citata solo quando le cronache riportano il suo nome e sempre in compagnia del suo uomo. Di lei, oltre alla foto, non c'è una descrizione, un tratto caratteriale, l'autore scrive che viene uccisa al quarto mese della sua terza gravidanza. e gli altri due figli dove sono? Perchè va a vivere con i briganti e perchè solo nel titolo viene definita guerrigliera se all'interno del libro l'autore non prende posizione sullo scontro postunitario che vede contrapposti le bande di briganti e le truppe regolari?
Si tratta di una raccolta documentale, con date, nomi, luoghi, che risultano spesso solo degli elenchi. Avrebbe reso la lettura un minimo meno noiosa anche una cartografia più esauriente"
saluti
Costantina De Santis
Egregia Signora o Signorina Costantina De Santis
Preso dai miei molteplici impegni storici, le rispondo solo adesso, invitandola a leggere su google
due recensioni in proposito del libro sulla brigantessa Michelina Di Cesare:
La brigantessa tutta cuore e fucile (recensione) di Ruggero Guarini, in «IL TEMPO», Omnibus, Cultura, Spettacoli, Arti Visive, Cinema, Lunedì, 21 gennaio 2013, p. 13.
Sulle tracce della brigantessa eroica (recensione) di Vincenzo Nardiello, in quotidiano «ROMA», Fulvio D’Amore ricostruisce le vicende di Michelina Di Cesare guerrigliera per amore, martedì, 29 gennaio 2013.
Cordiali saluti
Fulvio D’Amore (ricercatore e saggista)
Avezzano (AQ)
e-mail: chato.apache@libero.it
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