10 settembre 2012

L'assalto alla diligenza, di Gerardo Mazziotti


E' un libro pamphlet pubblicato nel luglio 2005, datato quindi ma che conserva nei temi trattati una sua forte attualità. Mazziotti, calabrese trapiantato a Napoli, sferra uno spietato attacco ai professionisti della politica, usata per sistemarsi per la vita.
In Italia abbiamo una elefantiaca, inutile e costosissima struttura politico-amministrativa: al Governo nazionale un centinaio fra ministri, sottosegretari e vice ministri; 630 deputati, 315 senatori, 5 senatori a vita; 20 regioni, con relativi governatori, 215 Assessori e 1036 consiglieri; 103 province con presidenti, assessori e consiglieri; 8101 Comuni con Sindaci, assessori, consiglieri; 106 consigli circoscrizionali; 365 comunità montane, con presidenti e giunta.
Abbiamo molti Comuni sotto i 100 abitanti, per esempio: La Magdeleine, in Val d'Aosta, con 93 abitanti; Moncenisio, in Piemonte, con 43 abitanti; Monterone, in Lombardia, con 33 abitanti; Rondanina, in Liguria, con 95 abitanti; Carapello Calvisio, in Abruzzo, con 95 abitanti; Baradili, in Sardegna, con 95 abitanti. In questi Comuni spesso gli abitanti adulti, non sono sufficienti a coprire i posti di amministratori e consiglieri. Tantissimi sono i Comuni di poco superiori ai 100 abitanti.
Sono convinto, scrive Mazziotti, che cominciare a mandare a casa gran parte dello sterminato esercito dei professionisti della politica sia un passo del tutto necessario sulla strada dello sviluppo e della crescita del paese. Risparmieremmo centinaia di milioni di euro l'anno, attualmente tolti dalle tasche di noi contribuenti.
Sproporzionatissimi sono gli "stipendi" degli amministratori pubblici. Il Presidente della Repubblica percepisce uno stipendio di circa 19.000 euro al mese. Di poco inferiore è lo stipendio del Presidente del Consiglio. I Ministri percepiscono circa 16.000 euro mensili. I Senatori circa 16.000 euro al mese. I Deputati circa 15.000 euro al mese. Stipendi di poco inferiori hanno presidenti, vice presidenti e assessori delle Regioni. Gli stipendi dei Sindaci dipendono dal numero degli abitanti, con uno stipendio medio di circa 6.000 euro.
Scandalo maggiore sono le pensioni d'oro degli amministratori pubblici. Noi poveri mortali siamo dei semplici ultra pezzenti rispetto a loro.
Ma adesso basta con le cifre, anche per non correre il rischio di essere apostrofati dai politici di professione con la sparata piena d'ira con la quale l'allora sindaco di Milano Marco Formentini concluse l'intervista con il giornalista Gian Antonio Stella: «Adesso basta, lei mi ha rotto i coglioni».
Al fine di evitare lo spreco di denaro pubblico e dare al sistema Italia quella efficienza, rapidità, completezza dei servizi cui tutti i cittadini hanno diritto, Mazziotti propone la soppressione delle 103 province, delle 365 comunità montane, dei 104 consigli circoscrizionali, e un diverso criterio di accorpamento e gestione delle 20 Regioni e degli 8101 Comuni. Propone anche la riduzione da 950 a non più di 300 parlamentari: 200 deputati e 100 senatori, la sostituzione dei trattamenti economici e pensionistici con gettoni di presenza e con una liquidazione rapportata al numero delle partecipazioni ai lavori parlamentari, introduzione della regola senza eccezioni secondo la quale si può essere eletti deputati e senatori al massimo due volte, introduzione della norma sulle incompatibilità, riduzione delle "pensioni d'oro" di almeno il 50%, eliminazione della boscaglia dei privilegi (vitalizi, auto, scorte, uffici, ecc. a tutti gli ex).
Per quanto riguarda gli enti locali, sostiene ancora Mazziotti, se il decreto Bassanini venisse applicato integralmente, gli amministratori politici diverrebbero mere figure di rappresentanza, costose e inutili, delle quali si potrebbe fare a meno. Non ha alcuna importanza, scrive ancora Mazziotti, che il sindaco sia eletto dal popolo o che sia nominato dall'alto, l'importante è che sappia bene amministrare, sia capace di inverare le aspirazioni dei cittadini e di risolvere i loro problemi esistenziali.
Ultima proposta del Mazziotti è quella di ridurre le attuali 20 regioni a 3 o 4 macroregioni (io opterei per 3). A me ovviamente interessa la macroregione meridionale, che dovrebbe abbracciare l'intero territorio dello storico ex Regno delle Due Sicilie e comprendere quindi Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, più parte dell'odierno Lazio meridionale ed orientale. Si tratta di regioni, dice Mazziotti, che vantano quanto di meglio il paese vanta in materia di bellezze naturali (Capri, Ischia, Procida, le Tremiti, le Eolie e Lampedusa, i Campi flegrei, la costiera sorrentina patrimonio dell'umanità, la Sila, il Vesuvio, l'Etna e Taormina) e di beni e istituzioni culturali (i palazzi reali di Caserta, di Napoli e di Palermo, i giacimenti archeologici di Pompei, Ercolano, Paestum e di Sybari, la valle dei Templi di Agrigento e le Latomie di Siracusa, le università federiciane e i centri di ricerca). Operando le attuali istituzioni separatamente se non addirittura in concorrenza tra di loro, non riescono a trasformare queste "ricchezze" in occasioni di crescita, di sviluppo e di progresso. Unite tutte le regioni meridionali in un'unica macroregione si risparmierebbero alcune centinaia di milioni di euro l'anno. Si dovrebbero pagare solo un governatore, 10 assessori, 60 consiglieri.
Il Mazziotti, pur facendo un calcolo al ribasso, indica lo "spreco di denaro pubblico" per pagare la "spesa inutile" dei professionisti della politica in oltre cinquemila miliardi di euro l'anno.
E' ovvio che non possono essere gli stessi parlamentari o gli eletti nei vari consigli a decretare la propria riduzione o, addirittura, la loro estinzione. Bisogna allora creare dal basso le condizioni perché ciò avvenga.
Rocco Biondi

Gerardo Mazziotti, L'assalto alla diligenza, ovvero Come evitare la rapina di (almeno) diecimila miliardi di lire l'anno, Edizioni DenaroLibri, Napoli 2005, pp. 256, € 8,00

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