23 marzo 2006

Moana tutta la verità - Libro

Moana tutta la verità
Francesca Parravicini - conversazione con Simone Pozzi
Aliberti editore, febbraio 2006

Potete cominciare a leggere il libro da pagina 133. Fino a quel punto sono fornite da Simone Pozzi notizie di seconda mano, che ha sentito raccontare in famiglia. Si narrano fatti che, per contenuti e forma, potrebbero benissimo introdurre anche una biografia di Santa Maria Goretti. Tutto cambia con il capitolo "Salto nel vuoto", appunto. Finalmente si entra nel vivo della vita e delle opere di Moana Pozzi.
«Moana era il suo corpo, per parafrasarla. Se pensi che questo era uno dei cardini del suo pensiero e, per diretta conseguenza, uno dei principi ai quali ispirò la gestione della sua vita, puoi capire come dovesse finire per cozzare con l'intera Italietta formalmente cattolica e di provincia», è quanto dice Simone Pozzi a Francesca Parravicini. Si tratta di un libro intervista.
La famiglia non accettò mai veramente la scelta di Moana. Ma lei s'impuntò e tirò dritto per la sua strada: «Ognuno della propria vita fa quello che gli pare», ripeteva a tutti. Simone racconta: «Mio padre, più volte, le suggerì di dedicarsi al teatro. E lei tentò, ma i risultati furono deludenti. La sua vita era la pornografia, e allontanarsene sarebbe stato un errore gravissimo. Il fiume della sua esistenza scorreva in quella direzione, perché andare controcorrente? Avrebbe solo sofferto, così facendo». Lei sentiva che nel sesso non c'era niente di scorretto e di immorale. E abbandonò tutte le inibizioni con cui era stata educata in famiglia e dalle suore Orsoline. Prima di morire a trentatre anni di tumore al fegato, Moana disse ai suoi: «Mi dispiace avervi trascinato in quest'inferno, ma non potete capire le ragioni per cui ho scelto questa vita».
Il clou viene raggiunto verso la fine del libro, quando Simone, con la massima riservatezza, quasi con indifferenza, rivela: «Poco tempo fa (è una rivelazione recente), senza l'aiuto di nessuno, venni a sapere che Rosanna e Alfredo in realtà non erano mia madre e mio padre biologici, ma erano i miei genitori affidatari. Erano i miei nonni». Simone aveva intuito questa verità navigando in internet e ne aveva chiesto "delucidazione" ai presunti genitori, che avevano confermato: Moana era sua madre. Lo aveva avuto a diciannove anni. Questo rimane un mistero. Perché Moana non ne ha mai parlato personalmente a suo figlio?
A Simone di Moana gli resta «il coraggio, l'esuberanza, l'anticonformismo, l'aver imparato a dipingere un vaso di fiori, il contemplare la natura, il sentirmi libero, il vivere secondo le mie reali aspettative e ambizioni. Il fatto che nella sessualità non c'è niente di male, la gioia di vivere ogni momento dell'esistenza come preziosi e unico. La ricerca del divino, il profondo significato della meditazione».

Se vuoi puoi acquistare il libro da qui.

Sito ufficiale dell'Associazione Moana Pozzi

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non amo i film pornografici, ma ho sempre avuto una sorta di adorazione per questa donna...non vale tanto per cosa si lotta, ma la tenacia con la quale si lotta.