10 luglio 2004

Carlo Di Palma

Quando si vede o si parla di un film il pensiero va subito al regista. Non si parla quasi mai del contributo dato dagli altri tecnici per la buona riuscita del film. Ma per alcuni film i nomi dei tecnici diventano inscindibili dal nome del regista; il nome di Carlo Di Palma lo è per molti film. Ha lavorato con tanti grandi registi italiani e stranieri. Mario Monicelli ha detto di lui: “Era un uomo silenzioso e veloce. Sistemava tutto e non te ne accorgevi”. Francesco Rosi, parlando della comunità dei cineasti che ha fatto grande il cinema italiano degli anni ’60 e ’70, dice: “Carlo era parte della comunità, con la sua intelligenza, con la sua creatività, con la sua straordinaria sensibilità”.
Qui, a testimonianza della grandezza di Carlo Di Palma, mi limiterò a citare solo alcuni film da lui diretti come direttore della fotografia e da me visti: Kapò (1960) di Gillo Pontecorvo, Divorzio all’italiana (1961) di Pietro Germi, Deserto Rosso (1964) di Michelangelo Antonioni, L’armata brancaleone (1966) di Mario Monicelli, Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni, La ragazza con la pistola (1968) di Mario Monicelli, Dramma della gelosia (1970) di Ettore Scola.
E’ stato il direttore della fotografia di fiducia di una grandissima attrice: Monica Vitti, che ha anche diretta come regista in tre film.
Ha realizzato come direttore della fotografia anche dieci film di Woody Allen, ma quest’ultimo è un regista che io amo poco.
Di Palma era nato a Roma il 17 aprile 1925; è morto all’età di 79 anni.
Una curiosità: nei film di genere si firmava con lo pseudonimo di Charles Brown.

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