Il
termine “Cavorra” è la fusione di Cavour e di camorra, come risulta dalla
introduzione al libro di Pino Aprile e dalla prefazione dell’Anonimo Padano
(forse lo stesso Ciano).
Il libro segue lo stile proprio di Antonio
Ciano, che predilige la sostanza alla forma. Oltre al suo pensiero, sono
riportate molte citazioni (con tra parentesi gli autori), che sostituiscono o
integrano tale pensiero.
Il libro si costituisce di tre parti. La
prima riporta la lunga lettera di Ciano al presidente della Repubblica Sergio
Mattarella e al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. La seconda affronta
le persecuzioni piemontesi contro la Chiesa. La terza parla del “genocidio”, ad
opera dei piemontesi, contro gli abitanti del Sud.
Nella lettera al Presidente, dopo aver
elencato i tanti primati posseduti dal Regno delle Due Sicilie (per tutti
ricordiamo i 443 milioni di lire, rispetto ai 668 di tutta l’Italia unificata),
dopo aver riconosciuto che disoccupazione ed emigrazione nel Sud erano
praticamente sconosciute, Ciano parla a lungo di Gaeta, la sua città, che nel
1860-61 subì un ferocissimo assedio dal generale piemontese Enrico Cialdini, su
istigazione di Cavour. Gli scrittori e storici “salariati” parlano da molto
tempo del loro Risorgimento, mentre il nostro Risorgimento è agli albori, scrive
Ciano, le strade e le piazze intitolate ai loro assassini e ai loro criminali
saranno cancellate dalla toponomastica delle città meridionali, esse verranno
intitolate ai Passannante, Crocco, Michele Pezza, Nino Nanco, Guerra, Conte,
Palma, Michelina De Cesare ecc. ecc. che combatterono da eroi contro i Savoia
piemontesi. La nostra Patria, la Repubblica Italiana, è nata il 2 giugno 1946;
quella che chiamarono regno d’Italia non ci appartiene. I Savoia di oggi devono
pagare i debiti dei loro avi.
Sotto Cavour (presidente del Consiglio dal
1852 al 1861, quando morì) la Chiesa subì molte persecuzioni e aggressioni.
Scriveva Antonio Gramsci: «Il Risorgimento italiano è stato un movimento
politico artificiale, senza basi, senza radici nello spirito del popolo, perché
non è stato preceduto da una rivoluzione religiosa; il liberalismo cavourriano,
separando lo Stato dalla Chiesa, non fece che spogliare lo Stato del suo valore
assoluto». Cavour, dalla sua polizia, fece arrestare nel Sud non solo
contadini, operai, artigiani, casalinghe, ma anche prelati, arcivescovi,
vescovi, preti, sagrestani, oltre che nobili che si schieravano contro i
Savoia. Cavour e il Partito liberale nel 1860 fecero pubblicare un decreto con
il quale venivano espropriati le proprietà e i beni della Chiesa e degli ordini
religiosi. Nei territori del Regno delle Due Sicilie 54 arcivescovi e vescovi
su 61 sono messi al bando o processati. Il cardinale Riario Sforza, primo
vescovo del Regno, da Napoli fu esiliato a Marsiglia. Molti monaci e preti
furono fucilati. E non solo in questo Regno vi furono arresti e persecuzioni.
Furono arrestati o perseguitati il cardinale Corsi arcivescovo di Pisa, il
cardinale Baluffi vescovo di Imola, i vescovi di Faenza, di Piacenza, di Carpi,
di Parma, e tanti parroci e sacerdoti. Il papa Pio IX mise in luce le angherie
che la Chiesa subiva, denunciò la soppressione delle libertà e dei giornali di
opposizione, la prigionia di vescovi e preti, le città distrutte e incendiate,
le fucilazioni di migliaia di cittadini.
Gli storici di regime proseguono l’opera
sia di indottrinamento che di occultamento e mistificazione della verità
storica; condannano la cosiddetta revisione storica. Noi invece, scrive Ciano,
stiamo riscrivendo la storia per dare all’Italia repubblicana coscienza e
dignità. L’Italia che noi vogliamo è quella nata sulle ceneri del fascismo e di
casa Savoia. Non possiamo festeggiare l’invasione piemontese, le stragi e gli
eccidi da essi perpetrati, la fame che hanno procurato ai meridionali, l’emigrazione
biblica a cui siamo stati sottoposti. L’economia meridionale, nel 1860 tra le
più ricche al mondo, oggi non esiste più. Di tutti questi mali Cavour ne è
stato il maggiore responsabile. Io (Rocco Biondi) sono stato posto da Ciano tra
quelli che potrebbero comandare metaforicamente delle truppe contro i vari
Ernesto Galli Della Loggia, Cazzullo, Stella e Rizzo, De Marco. Se non si
risolve la questione meridionale, scrive ancora Ciano, dando autonomia al sud,
possibilmente in una Macro regione, l’Italia sarà attraversata da una spinta
secessionistica, che ora è agli albori, ma forte.
Da cose scritte nel libro e da numeretti si
desume che erano previste foto e note.
Rocco Biondi
Antonio Ciano, Cavorra, Veliero Edizioni, Cirò Marina (Crotone) 2017, seconda edizione, pp. 128
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