4 febbraio 2010

Boffo e Feltri a pranzo insieme

Se l'informativa sfornata da Feltri sul Giornale contro Dino Boffo è una pura bufala, perché Boffo non ritorna a dirigire l'Avvenire, giornale della Cei? Domanda forse retorica ed ingenua.
Dico subito che mai ho creduto al contenuto di quella informativa, per me dal primo momento era chiarissimo che quella era una pura montatura.
E aggiungo che, per la nessunissima stima che ho per Feltri e per il suo padrone Berlusconi, sono convinto che quella sia stata una carognata di questi ultimi due contro Boffo che si era permesso di criticare gli immorali comportamenti (e non solo sessuali) di Berlusconi.
Ma intanto Feltri, durante lo strano pranzo consumato nei giorni scorsi a Milano con Boffo, ha sostenuto che quella notizia gli fosse stata consegnata da una persona affidabile della Chiesa ed ha rivolto a Boffo queste domande: «Perché Bertone ce l'ha tanto con te? Perché Vian ce l'ha tanto con te?». Era ovvio che volesse far capire a Boffo ed al mondo intero che a passargli quella notizia sia stato Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano, spinto dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato del Vaticano. Una resa dei conti insomma di Bertone, filoberlusconiano, contro il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, antiberlusconiano.
Un complotto intraecclesiale degno di papa Borgia e di sua figlia Lucrezia, ha scritto Vito Mancuso su Republica.
Io modestamente continuo ad essere convinto che l'accenno di Feltri agli intrichi vaticani serva solo a sviare l'attenzione. Lui ed il Berlusca hanno capito di averla fatta grossa e la sparano più grossa ancora, per tentare di uscirne fuori.
Giustamente Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi di Comunione e liberazione, ha scritto che è illogico che pezzi grossi della Chiesa «si mettano a brigare in ruoli di bassa cucina quando incarnano poteri d'altro tipo e potrebbero tranquillamente tagliare la testa a Boffo senza passaggi bizantini».
Ma intanto Papa Ratzinger, nell'udienza generale di mercoledì 3 febbraio 2010, si è posta la domanda: «Non è forse una tentazione quella della carriera, del potere, una tentazione da cui non sono immuni neppure coloro che hanno un ruolo di animazione e di governo nella Chiesa?»; e si risponde: «nella Chiesa molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità lavorano per se stessi e non per la comunità».
Ma tolto il Papa, che pare alludere indirettamente, nessuno nella Chiesa ha aperto bocca per rispondere alle bordate di Feltri.
Ed allora mi nasce il dubbio su quanto viene servito nelle basse cucine vaticane. Non escludendo porzioni di bassa macelleria.
Ma forse bisogna dare ragione a Vito Mancuso quando afferma: «La vera Chiesa è molto più grande del Vaticano e dei suoi dirigenti».
Ma questa vera Chiesa esiste? E' mai esistita?
Insomma, un gran casino.

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