26 gennaio 2010

I sabati briganteschi

La vera storia del Brigantaggio meridionale
Sabato 30 gennaio 2010. Ore 18,00. Sala consiliare Comune di Villa Castelli (Brindisi)

Negli anni precedenti l’Associazione “Settimana dei Briganti - l’altra storia” ha organizzato tre settimane di studi sul brigantaggio politico-sociale, che si è sviluppato nell’Italia meridionale nel decennio 1860-1870, in seguito all’occupazione da parte dell’esercito piemontese. In quegli anni fu imposta ai meridionali una unità poco sentita e poco voluta.
Studiosi “accademici” ed “irregolari” si sono confrontati, rileggendo gli avvenimenti di quegli anni spogliandosi dalla prosopopea risorgimentale. Sono stati presentai nuovi studi e ricerche su documenti inediti, scoperti negli archivi polverosi e volutamente resi inaccessibili fino ai giorni nostri. La storia è stata studiata anche dalla parte dei vinti meridionali. E’ stata data voce alla stragrande maggioranza dei meridionali che non capivano e non volevano quell’unità d’Italia, ma che furono violentati a subirla. I briganti furono la parte armata dei meridionali che si difesero dall’aggressione piemontese.
Sono intervenuti i professori universitari Ettore Catalano, Vincenzo Padiglione, Domenico Scafoglio, Fulvia Caruso, Francesco Gaudioso, Gennaro Incarnato. Hanno tenuto relazioni gli studiosi Raffaele Nigro, Valentino Romano, Rosario Quaranta, Ulderico Nisticò, Alessandro Romano, Michele Prestera, Giuseppe Clemente, Augusto Conte, Erminio de Biase, Gaetano Marabello, Gianni Custodero, Costantino Conte e tanti altri.
Ora per le giornate di studio sul brigantaggio meridionale è stata adottata una nuova formula. Si terrà una iniziativa l’ultimo sabato di ogni mese: i sabati briganteschi appunto.
Si inizia sabato 30 gennaio con l’intervento di Giuseppe Osvaldo Lucera, studioso del Brigantaggio e del Controrisorgimento. Relazionerà sul tema: “Vicende di un’altra storia ovvero Insrorgenza, Risorgimento, Unità d’Italia, Brigantaggio”. Su questo tema Lucera ha scritto quattro volumi per un totale di 1.576 pagine. Vengono studiati e presentati criticamente i briganti pre-unitari: Vardarelli, don Ciro Annicchiarico, Di Franco, i cattivi maestri risorgimentali: Garibaldi, Cavour, Mazzini, Liborio Romano, la spedizione dei cosiddetti “Mille”, i briganti post-unitari: Michele Caruso, Pasquale Romano, Giuseppe Tardo, José Borges, i fatti di Bovino, Bronte, Lauria, Pontelandolfo, Vieste, Biccari.
Per i mesi successivi sono già programmati gli interventi della giornalista Marisa Ingrosso, del professore universitario Mario Spagnoletti, dello storico del brigantaggio Valentino Romano.
Ad epigrafe del programma de “i sabati briganteschi” sono state poste due famose e significative frasi. La prima è di Franco Molfese: «Il passaggio dei contadini meridionali al brigantaggio fu, nel suo aspetto di massa, una forma di protesta estrema che nasceva dalla miseria e non trovava altro mezzo che la violenza per lottare contro l’ingiustizia, l’oppressione e lo sfruttamento». La seconda frase è di Antonio Gramsci: «Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti».
“I sabati briganteschi” vogliono essere un contributo critico e dalla parte dei meridionali in occasione del prossimo 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Rocco Biondi

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