18 maggio 2008

Ci tocca stare con Di Pietro

Non credo per niente alla conversione lampo di Berlusconi. Di botto si è fatto agnello. Sono convinto che stia tramando per fregare Veltroni. Ci tocca stare con Di Pietro, che è l’unico in Parlamento che non si è fatto incantare dalla sirena berlusconiana.
Di Pietro al caramelloso Berlusconi ha ricordato senza peli sulla lingua: «Lei è entrato in politica per i suoi interessi, privati e giudiziari. Ha portato i suoi amici e i suoi avvocati in Parlamento per fare i suoi affari». E a Veltroni: «Siamo l’unica opposizione, noi non abboccheremo, non cadremo nella tela del ragno».
E mentre Di Pietro diceva queste cose, interrotto dai berlusconiani, è venuta fuori l’anima fascista del presidente Fini. A Di Pietro che si lamentava delle interruzioni del centrodestra, Fini risponde che quelle interruzioni dipendevano unicamente da quello che lui (Di Pietro) stava dicendo.
In un’altra occasione, e precisamente il 30 maggio del 1924, il presidente della Camera Alfredo Rocco apostrofò con una frase similare il deputato Giacomo Matteotti [nella foto], che dieci giorni dopo fu sequestrato dagli sgherri di Mussolini e ammazzato a pugnalate.
Questa volta la conclusione non sarà così tragica. Il fascismo di oggi non usa più manganelli, olio di ricino, pugnali e fucili, ma metodi più subdoli.
Veltroni pare che ne sia consapevole, ma non fa nulla per contrastarlo. Nella sua dichiarazione di voto, in occasione della fiducia, ha promesso un’opposizione forte e responsabile ed ha ricordato che il centrodestra aveva ottenuto 17 milioni di voti, mentre le opposizioni ne avevano ottenuti 19 milioni di voti e cioè il 53%, la maggioranza. Berlusconi quindi governa solo con il 47% dei voti, la minoranza. Ma il giorno dopo Veltroni andava a colazione da Berlusconi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hai perfettamente ragione,anche io ho votato Di Pietro senza tanti ripensamenti perchè in parlamento non ho visto di meglio ;) le "accuse" che ha esposto in parlamento gli fanno onore e mi fanno pensare che ho votato bene.