20 settembre 2006

Il bordello Università

Fabio Mussi non ha peli sulla lingua: «Entrando nell'Università italiana ho trovato un discreto bordello», dove discreto significa tanto, grande. Ma sarà vero? Bisognerebbe chiederlo ai professori e agli studenti. Ma forse Mussi intendeva bordello non in senso stretto, ma in senso lato.
Ma questa non è una novità, forse l'Università è un bordello da quando è nata. Mussi vuol farla diventare un convento.
Si è dato tempo un anno per farlo, e se non ci riesce ha detto che se ne va. Io penso che fra un anno si sarà dimenticato di aver fatta questa affermazione.
Vuol riformare le modalità di reclutamento, vuol istituire un'agenzia di valutazione per i docenti, vuol contrattualizzare il rapporto di lavoro dei docenti universitari (basta con i baroni, docenti a termine e non a vita), vuol fermare i cervelli in fuga pagando di più i ricercatori. Si vede che Mussi non vive nell'Università.
In un convegno di Confindustria ha promesso che nella finanziaria farà stanziare un miliardo e mezzo per tre voci: Università, ricerca ed incentivi alle imprese. Ci riuscirà? Io ne dubito molto.
Tutti i nuovi ministri dell'università, appena insediati, hanno più o meno promesse questa cose. Ma le cose vanno sempre a peggiorare.
Con la Moratti si è toccato il fondo. Si è allora costretti a salire.
Sarà mai possibile entrare a far parte del corpo docenti, senza essere stati mandati da qualcuno? Forse è proprio strutturalmente impossibile.
Ricordo che quando, molti anni fa, mi laureai a Roma con centodieci e lode, ritenni ingenuamente di poter chiedere alla titolare di poter fare l'assistente presso la sua cattedra, quella mi guardò meravigliata. Da dove venivo, chi mi mandava? Mi aveva seguito per quattro anni e mi conosceva quasi come le sue tasche. Ma quando le chiesi di fare l'assistente mi rinnegò e spergiurò di non conoscermi, senza aspettare che il gallo cantasse nemmeno una volta.
Allora erano i tempi in cui si potevano fare gli esami anche solo suonando il piffero. Tanto per quello che valevano, andava bene anche così. Ma io avevo studiato. Ma non contava niente lo stesso. Non mi mandava nessuno.
Pare che ancora oggi il mondo non sia cambiato, né accenni a cambiare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutti i ministri che si apprestano ad occuparsi dell'Universita' da decenni fanno dichiarazioni di questo genere, sono solo proclami pubblicitari. La casta dei professori universitari è ben rappresentata in parlamento e tutte le buone intenzioni di questo ministro saranno vanificate. Valutare il docente .. ? Ma vuoi scherzare .. sai cosa diranno ? la ricerca non puo' essere sottoposta a nessun tipo di valutazione ... la ricerca deve essere libera ... non puo' essere imbrigliata .. Ed in nome della ricerca libera si fanno da anni concorsi piu' o meno truccati ... tu .. come me .. pur avendo studiato pur essendoti laureato con 110 e lode ... non avevi gli appoggi giusti ed il tuo relatore non aveva forse nemmeno lui il giusto potere.

Anonimo ha detto...

non bisogna essere troppo pessimisti, ne' fare di ogni erba un fascio...
Ho scritto alcuni articoli su questi argomenti, che non posso certo riassumere qui...
li potete trovare sul sito http://xoomer.alice.it/mikecas
nella sezione della Scienza e la sua Politica....
Esiste anche una proposta di legge della scorsa legislatura, primo firmatario Modica, che verra' ripresa ora, per l'istituzione di un'Agenzia per la Valutazione...