Non avevo visto in
televisione le due puntate della miniserie. Ma dopo che la mia
edicolante e il piastrellista, che mi ha effettuato dei lavori, me ne
hanno parlato con entusiasmo è nata la curiosità. In internet sul
sito della Rai mi sono sorbito le tre ore e dieci minuti del replay
dello sceneggiato.
E' la solita solfa
risorgimentale. Siamo nello stato pontificio del 1848 quando nacquero
i moti che portarono ai cinque mesi della mazziniana repubblica
romana. Goffredo Mameli compone e accompagna al piano il canto
dell'inno Fratelli d'Italia. Siamo ai conati della libertà e della
repubblica.
La mia edicolante e il mio
piastrellista, sapendo del mio interesse per il brigantaggio politico
e sociale, mi avevano riferito della presenza nel filmato dei
briganti, che in realtà ritengo siano i veri e unici personaggi
positivi della vicenda. Come era già avvenuto e come avverrà poi si
tenterà di manipolarli e utilizzarli per interessi di parte, ma i
briganti vivono di una loro luce propria.
Nello sceneggiato, come
purtroppo anche nella scuola, si continua con la mistificazione del
desiderio popolare dell'unità d'Italia, che a noi meridionali ha
arrecato solo danni. Ma noi non siamo stati capaci di vendere questa
nostra verità, mentre gli invasori del nord l'hanno fatto e
continuano a farlo con grande capacità e successo. Ci impongono e
noi passivamente abbiamo accettato la loro verità. Ma le cose
cominciano a cambiare, libri e movimenti mettono sempre più in luce
gli aspetti positivi della nostra storia e del nostro essere. Bisogna
continuare su questa strada, allargandola sempre più.
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