21 agosto 2009

La leggenda del vecchio porco

Ogni riferimento a persone e fatti reali è totalmente casuale. Persone e fatti di cui si narra sono frutto della pura fantasia. Anche se spesso la realtà supera la fantasia.
Nella Repubblica presidenziale delle Banane, da più decenni, presidente eletto a vita è il vecchio papi Berlosco. Il consenso vitalizio gli fu accordato nelle ultime democratiche elezioni, frutto della legge elettorale, fortemente voluta dal premier, votata a larga maggioranza dalle Camere riunite e sottoposta a referendum popolare, nonostante l'opposizione non l'avesse chiesto.
Nel frattempo era stato eliminato l'inutile quorum referendario del cinquanta più uno; il referendum sarebbe stato valido anche se fosse andato a votare un solo elettore. Al referendum sulla legge elettorale, secondo il conteggio ufficiale, era andato a votare il diciassette per cento degli aventi diritto, approvando la legge con il sessantanove per cento. Ma il presidente Berlosco contestò lo scrutinio referendario e ne chiese il riconteggio; secondo i suoi sondaggi infatti a votare era andato il novanta per cento degli aventi diritto. Gli scrutatori stanno ancora contando le schede in seduta permanente; la seduta sarà sciolta quando finalmente risulterà che a votare è andato il novanta per cento degli aventi diritto.
Il presidente Berlosco ha ormai risolto quasi tutti i problemi nel suo interesse e nell'interesse del suo popolo. Rimane però da risolvere la questione romana. Lui ritiene che sia tutto frutto di un equivoco. Da anni sta chiedendo un incontro con papa Raz per chiarire e risolverla definitivamente. Ma il papa non gli accorda l'udienza.
Ma qual'è la differenza tra la posizione dello stato e la posizione della chiesa? Papi Berlosco ritiene che gli eletti dal popolo non sono soggetti alla legge morale, mentre papa Raz sostiene esattamente il contrario e cioè che la legge morale debba essere rispettata anche dagli eletti dal popolo. Avvocati e giuristi dell'una e dell'altra parte continuano a discutere per tentare di trovare una possibile soluzione.
Nel frattempo ognuno continua a farsi gli affari suoi. Libero stato in libera chiesa. Il governo della Repubblica delle Banane assicura agli enti ed alle scuole cattoliche più che sufficienti contributi, essendo state tra l'altro quest'ultime equiparate alle scuole statali. La chiesa apprezza e non prende posizioni ufficiali sulla questione romana.
Papi Berlosco continua a fare tranquillamente il porco, essendo stato eletto dal popolo. Ville e case del premier, pubbliche e private, sono diventate casini. Sono frequentate da ragazze, minorenni e maggiorenni, che allietano il capo degli eletti dal popolo e soddisfano tutte le sue voglie, corroborate e tenute sempre attive dagli ultimi ritrovati della scienza. Il Berlosco potrebbe avere queste prestazioni gratuitamente, ma essendo democratico ed avendo soldi senza limiti è anche molto riconoscente. Aiutato dai suoi consiglieri ha stabilito differenziati cachet per ogni tipo di prestazione.
Un rapporto orale viene pagato tremila euro. Un rapporto vaginale cinquemila. Un rapporto anale diecimila.
Ma la riconoscenza di papi Berlosco non ha limiti. E si è inventato un ricco catalogo di premi. Alcune ragazze, fra quelle che hanno superato la prima terna orale-vaginale-anale, in base alla qualità delle prestazioni e ad insindacabile giudizio del premier, vengono ammesse ai turni successivi, che prevedono oltre al cachet pecuniario premi aggiuntivi. Il compimento delle seconda terna prevede la nomina ad assessore comunale. La terza terna prevede la nomina ad assessore provinciale o regionale, secondo la bisogna. Dopo la quarta terna si diventa deputati. La quinta terna dà diritto ad essere elette deputate europee. Ma il clou lo si raggiunge dopo la sesta terna, si viene nominate ministri della Repubblica delle Banane.
Il passaggio da una terna all'altra però non è automatico. Il capo dei capi giudica e valuta a suo piacimento, non escludendo talvolta prove suppletive.
Tutto filava liscio e nessuno diceva niente, fino a quando la moglie del premier, signora Lara, non si ruppe i coglioni. Rilasciò un'intervista al più importante giornale della Repubblica delle Banane, rivelando che suo marito si faceva le minorenni, sostenendo che il marito fosse malato di sesso e che usava il potere a questo fine, invitando tutti i leccaculi che gli erano attorno a curarlo. E per intanto chiedeva pubblicamente il divorzio.
Apriti cielo. Il premier Berlosco subito dichiarò che era tutto falso, che era una congiura dei comunisti, che avevano plagiato sua moglie Lara.
Ma intanto venivano pubblicate, quasi tutte su giornali stranieri, intercettazioni telefoniche che confermavano tutto quanto aveva detto la moglie.
Tutti quelli della maggioranza, a priori, si schierano con il loro capo Berlosco, quelli dell'opposizione discettavano che il capo del governo non poteva essere attaccato per fatti privati, la chiesa misericordiosa taceva, solo qualche prete operaio sosteneva che tutti siamo uguali dinanzi a dio.
Sempre più televisioni e giornali stranieri smerdavano quotidianamente il presidente della Repubblica delle Banane. Persino il super presidente abbronzato prese le distanze.
Alcuni partigiani oppositori cominciarono segretamente a sostenere che il premier Berlosco dovesse dimettersi. Ma il premier in una trasmissione a reti unificate dichiarò che a dimettersi non ci pensava nemmeno. Lui era l'eletto dal popolo.
Alcuni giuristi rossi esaminarono accuratamente le tante leggi delle Repubblica, per vedere se fosse possibile una sorte di inpichment per defenestrare il Berlosco. Ma le leggi erano state tutte opportunamente bonificate. Non c'era niente da fare. Solo Lui poteva togliere il disturbo personalmente.
I partigiani, in loro incontri segreti, ricordavano quello che era avvenuto in un paese straniero ad un capo amato dal popolo. Fu fucilato ed appeso a testa in giù. Ma ora i tempi sono cambiati. La Repubblica delle Banane fa parte del G8. E' un paese altamente civilizzato. La liberazione dal Berlosco non è affatto facile.
Ma i partigiani continuano a tramare. Sognano che la libertà è vicina.

1 commento:

internauta76 ha detto...

mai avrei pensato, quando da ragazzina studiavo la Resistenza, quando leggevo "Il sentiero dei nidi di ragno", che avrei vissuto le stesse cose, la stessa amarezza, lo stesso senso di frustrazione verso i miei simili ciechi e ipnotizzati...
credevo che il tempo dei partigiani fosse consegnato alla storia...