16 giugno 2006

Una buona notizia: "Sì" alla ricerca sulle staminali

«La ricerca sull’utilizzazione delle cellule staminali umane, sia allo stato adulto che embrionale, può essere finanziata, in funzione sia dei contenuti della proposta scientifica, che del contesto giuridico esistente nello Stato membro o negli Stati membri interessati».
Con questo emendamento al settimo programma quadro di ricerca, il Parlamento europeo, riunito il 15 giugno 2006 in seduta plenaria a Strasburgo, ha votato a favore del finanziamento Ue della ricerca sulle cellule staminali embrionali, senza limitazioni riguardo alla data in cui gli embrioni sono stati prodotti. Hanno votato a favore 284 deputati, 249 contrari e 32 astensioni.
Resta vietato il finanziamento con fondi Ue delle «attività di ricerca volte alla clonazione umana a fini riproduttivi», delle attività «volte a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che potrebbero rendere ereditabili tali modifiche», e infine di quelle «volte a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per l’approvvigionamento di cellule staminali, anche mediante il trasferimento di nuclei di cellule somatiche».
Il documento definisce come deve essere ripartita la dotazione globale per questo settore che, dopo i tagli al bilancio decisi dagli Stati, è stata ridotta da 72,726 miliardi di euro a 50,862.
Il mondo cattolico è in subbuglio. Il Centro di Bioetica dell'Università Cattolica lancia strali contro Strasburgo prendendo atto della "grave decisione assunta dal parlamento europeo". Una decisione, aggiunge il comitato "sicuramente condizionata dalla recente scelta fatta dal ministro Fabio Mussi e avallata dalla commissione governativa presieduta dal ministro Giuliano Amato, che si è assunto una grave responsabilità di fronte all'opinione pubblica italiana ed europea".
Di segno diametralmente opposto le parole dei laici seduti in parlamento, dai Verdi al Pdci fino ad alcuni forzisti come Chiara Moroni, vice presidente dei parlamentari azzurri, che applaude alla decisione di Strasburgo e spara a zero sulla legge 40 "che pone l'Italia fuori dalla comunità scientifica internazionale bloccando pregiudizialmente filoni di ricerca che potrebbero rivelarsi strategici per fornire nuove opportunità terapeutiche". Giovanni Russo Spena (Prc) parla di "soffio d'aria laica" che spira da Strasburgo, mentre il ministro delle Pari opportunità Barbara Pollastrini e Manuela Palermi, capogruppo dei Verdi-Pdci chiedono la modifica della legge 40.
Il ministro per la Ricerca Fabio Mussi aveva ritirato, a Bruxelles, la pregiudiziale etica italiana sulla ricerca. Con il precedente governo, l'Italia aveva firmato una dichiarazione contraria alla ricerca sulle staminali, mentre Mussi ha annunciato che il nostro Paese "su questo ha cambiato posizione".
La nuova posizione dell'Italia in ambito europeo rappresenta, per alcuni scienziati impegnati nel settore, un segnale importante. "Il governo debutta molto bene rispetto alla scienza e alla ricerca che sono alla base dello sviluppo del Paese" aveva commentato l'ex ministro e oncologo Umberto Veronesi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Speriamo che serva per migliorare le condizioni di salute delle persone e non come fanno in America per scegliersi il sesso del bambino.