Centomila thailandesi sono scesi in piazza a Bangkok per chiedere le dimissioni del premier Thaksin Shinawatra, il Berlusconi d'Oriente.
Con l'appoggio del governo e di una rete di amicizie influenti era diventato proprietario di un immenso "impero" mediatico. Aveva fondato dal nulla un partito che nel 2001 gli consentì di vincere le elezioni politiche nazionali e diventare capo del governo.
Nelle elezioni del 2005 il suo partito ha conquistato il 75 per cento dei seggi. In pratica, con quasi tutti i mezzi di comunicazione nelle sue mani, ha plagiato tutti gli elettori. Siamo alla dittatura mediatica. Ma non è riuscito ad ammazzare la coscienza morale e politica di tutti. Viene accusato di corruzione, favoritismi, conflitto di interessi, abuso di potere, disonestà nei confronti del paese.
Proprio dopo la conquista della maggioranza assoluta nel parlamento, nella società thailandese è iniziato gradualmente un movimento di rigetto. La rivolta popolare contro il padrone della Thailandia dura ormai da diversi mesi. Thaksin, continuando a sentirsi forte, ha fatto sciogliere il parlamento ed ha indetto le elezioni per il 2 aprile. Ma la mobilitazione popolare aumenta sempre più di intensità. Si chiedono le dimissioni tout court, senza condizioni. L'opposizione boicotterà le elezioni.
Il coro di proteste ha provocato spaccature all'interno del governo. Il ministro della Cultura Uraiwan Thienthong, ad esempio, ha rassegnato le dimissioni per "ragioni etiche".
I dimostranti scesi in strada gridano lo slogan: «Thaksin sempre più ricco, Thai sempre più poveri».
La protesta si allarga a macchia d'olio nella società civile: organizzazioni non governative, studenti, associazioni di lavoratori e accademici. Lo stesso obiettivo delle dimissioni è stato dichiarato dagli studenti dell'università Thammasat i quali hanno raccolto oltre 10 mila firme per una petizione che mira ad avviare un secondo processo di impeachment contro Thaksin. L'iniziativa della Thammasat ha ricevuto il sostegno di altre 5 università.
Sono molte le similitudini tra Thaksin e Berlusconi. E penso che all'occorrenza anche il popolo italiano non dovrebbe essere da meno di quello thailandese.
Rivolta in Thailandia contro il Berlusconi asiatico
Proteste di piazza e richieste di dimissioni per il magnate primo ministro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
all'occorrenza? cioè, il 9 aprile. mah, speriamo. certo mi mancano sia le manifestazioni di piazza, sia i ministri che si dimettono per ragioni etiche. Forza Tailandia!
Mi sa che sono più maturi di noi politicamente ...
x Tisbe. Il dubbio che i thailandesi siano politicamente più maturi di noi italiani (come popolo in generale) è venuto anche a me.
Posta un commento