29 maggio 2004

Non lasciatevi fregare

Giuliano Giuliani, il padre di Carlo ammazzato a Genova, rivolge un invito a tutti, ma specialmente ai ragazzi che sono i più arrabbiati, a non lasciarsi fregare dai Casarini e dai provocatori. Roma non deve diventare Genova del G8, lo ha chiesto anche il sindaco di Roma Veltroni. Il prossimo 4 giugno a Roma si deve manifestare nell’unico modo utile: in modo pacifico e non violento. E’ vero che il Bush della guerra in Iraq non c’entra niente con la liberazione di Roma dal nazifascismo avvenuta 60 anni fa ad opera dei soldati americani. E’ giusto quindi manifestare contro la inopportuna e sgradita sua presenza a Roma. Ma la protesta non deve sfociare nella violenza. Violenza e intolleranza non hanno nulla a che fare con la ricerca della pace. Il 4 giugno riempiamo tutte le finestre e tutti i balconi d’Italia con le bandiere arcobaleno.

28 maggio 2004

Contro una scuola clericale

Bisognerebbe far leggere alla ministra Moratti l’art. 3 della Costituzione Italiana che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Tutto l’opposto di quello che sta tentando di fare la ministra consegnando la scuola italiana alla chiesa cattolica. L’accordo siglato in questi giorni con il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana potrebbe essere un primo passo. Si vuole imporre nella scuola una “risposta pedagogica ispirata all’antropologia cristiana”. Ma qual è poi l’ispirazione cristiana dell’attuale governo Berlusconi: quella che pone al primo posto dell’attività legislativa gli interessi privati, quella che invita a sparare sulle carrette del mare che trasportano nostri fratelli alla ricerca di una vita più dignitosa, quella che ha accettato passivamente la guerra preventiva di Bush in Iraq? Preferisco essere e rimanere laico che difende e cerca di attuare i principi di solidarietà, accoglienza e pace.

26 maggio 2004

Il Senato delle amanti

Mi sono persa in tv la battuta del Berlusca sulle amanti dei Senatori, ma l’ho letta sui giornali. Bella reputazione che il capo del governo ha dei parlamentari, i quali andrebbero a Roma solo per stare con le amanti; il lavoro legislativo a palazzo Madama sarebbe un paravento. Il Berlusca è un maestro sull’argomento. Da uomo di mondo, lui le corna le mette sulla testa dei politici stranieri con le dita, ma a detta di Vittorio Sgarbi la consorte le corna forse gliele mette veramente con la ….

23 maggio 2004

Fahrenheit 9/11 - Cannes contro la guerra

Ha vinto la Palma d’oro del Festival cinematografico di Cannes il cinema da combattimento di Michael Moore; combattimento inteso come impegno costante contro la guerra. “Fahrenheit 9/11” è un film bomba contro Bush di cui rivela gli interessi economici legati alla famiglia di Bin Laden. Per Moore la guerra in Iraq è una sporca guerra dichiarata da una cricca di affaristi mascherati da politici; l’America deve cambiare presidente perché l’attuale è un uomo disonesto e inaffidabile. L’obiettivo che Moore si prefigge con il suo film è quello di fare spostare quelle poche migliaia di voti che nel 2000 sarebbero bastati ad Al Goore per vincere. Speriamo che ciò avvenga e che a novembre gli americani eleggano a loro presidente John Kerry. Io già da adesso rispondo all’invito rivolto da Alberto Crespi su l’Unità di oggi e mando a Moore un caloroso “tank you, Mike”.
Anche la federazione dei critici internazionali ha premiato Fahrenheit 9/11.

20 maggio 2004

Largo

Vaga nell’aria
tremola una voce
lieve sospiro
di tenera fanciulla
dolcemente abbandonata
sull’onda del sogno
meraviglioso incantesimo
di rosei giorni
vissuti nel profumo
inebriante
di un infinito mare
di luce:
amore, amore
amore.

16 maggio 2004

Un santo per amico

Da moltissimo tempo ormai non frequento più le cose di Chiesa. Ma un evento verificatosi oggi domenica 16 maggio mi ha fatto sentire vicino ad un uomo di Chiesa che ho conosciuto attraverso le sue grandi opere: l’evento è la santificazione, ad opera del papa Giovanni Paolo II, del Padre Annibale Maria di Francia. E’ un santo che ho sempre stimato ed ammirato e che mi ha aiutato a crescere e formarmi. E’ un santo che voglio tenermi per amico. Quando cambierò residenza per sempre, potrà essermi utile. Non si sa mai.

12 maggio 2004

Perdenti nel conflitto di civiltà

Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e già presidente di Pax Christi International, in un’intervista ha detto cose che condivido pienamente.
Le torture non sono un effetto collaterale della guerra ma ne sono uno degli effetti fondamentali.
La guerra in Iraq appare sempre più come un momento dello scontro tra l’Occidente “cristiano” ed il mondo arabo-islamico. Noi occidentali non ne usciamo per niente bene. I particolari delle torture, perpetrate nel carcere di Baghdad, che puntano molto sulla sessualità, sulla nudità, toccano una sfera di valori verso cui il mondo musulmano è molto sensibile. Quei corpi nudi tenuti al guinzaglio rischiano di divenire il simbolo di un Occidente disumano, che usa il “guinzaglio” per tenere soggiogato un intero popolo. Il terrorismo diviene, o comunque viene percepito, come una forma di difesa estrema dal nostro mondo “cristiano” occidentale che si manifesta così offensivo nei confronti della persona umana.

7 maggio 2004

Inferno o paradiso?

Chi ha scattato e perché le foto che documentano le torture inflitte dagli americani ai prigionieri iracheni? Pare che siano state scattate dagli stessi soldati e soldatesse americani come foto ricordo, come se si stesse in posa davanti al Colosseo o alla Torre Eiffel, per poter dire agli amici e parenti: io c’ero. Vergogna !
E intanto molti iracheni cominciano a pensare e qualcuno di loro a dire: “Era meglio l’inferno di Saddam del paradiso degli americani”.

5 maggio 2004

I pappagalli e la resistenza irachena

L’ammaestratore di pappagalli (Berlusca) e i pappagalli ammaestrati vanno ripetendo che se i soldati italiani lasciassero l’Iraq, in quella nazione scoppierebbe la guerra civile. Dando così a loro e ai militari italiani un’importanza che non hanno e dimostrando così di non conoscere assolutamente nulla della realtà irachena. Gli iracheni hanno un forte senso del nazionalismo proveniente da una storia ultramillenaria (a partire dalla civiltà mesopotamica iniziata 5000 anni fa, a finire all’intervento degli Sciiti in aiuto degli insorti Sunniti a Falluja nello scorso mese di aprile).
Il nazionalismo iracheno, oggi, è alimentato dall’occupazione americana. Il pesante intervento armato e l’elevato numero delle vittime civili contribuiscono ad accrescere il nazionalismo. La violenta resistenza agli Stati Uniti è un’inevitabile reazione contro l’occupazione militare.
L’idea che le forze americane siano essenziali a stabilizzare l’Iraq è illusoria. Le forze americane destabilizzano l’Iraq.
Ma allora cosa fare? In primo luogo occorre accettare la realtà e la legittimità del nazionalismo iracheno, con il riconoscimento che gli Stati Uniti non possono mantenere il dominio militare, economico e politico in Iraq, anche se sotto mentite spoglie, senza provocare la resistenza irachena.
Questo tipo di valutazioni cominciano a prendere forma negli Stati Uniti. William Polk, ex diplomatico e consigliere governativo, ritiene che è ormai indispensabile il disimpegno americano in Iraq. William E. Odom, ex generale, chiede una dichiarazione unilaterale che impegni l’America a ritirare completamente le truppe entro sei mesi, indipendentemente da ciò che accade in Iraq e da ciò che le Nazioni Unite e la comunità internazionale decideranno di fare.
[Le riflessioni di sopra sono tratte tratte da un articolo di WILLIAM PFAFF su Tribune Media Services International].

4 maggio 2004

Silenzio stampa e censura

«Siamo profondamente arrabbiati mentre vediamo che gli americani hanno ripreso a bombardare Falluja in un momento in cui ci sono in corso trattative così delicate».
«Siamo profondamente arrabbiati con Berlusconi quando, in un momento così difficile, dichiara che l’Italia è il migliore amico degli Stati Uniti».
«Siamo profondamente arrabbiati e proviamo grande ribrezzo e schifo di fronte alle immagini del trattamento riservato ai prigionieri in Iraq. E non solo perché sappiamo che loro hanno in mano i nostri ragazzi».
Pensate voi che Berlusconi poteva lasciar passare queste pesanti accuse dei parenti dei tre rapiti in Iraq? E allora silenzio stampa. Chiudete la bocca ai parenti dei rapiti. Fate scomparire questi parenti che si permettono di criticarlo. Basta con questi rapiti; per lui non esistono più. Cominciano a dargli parecchio fastidio. Cancelliamoli e se necessario vadano alla malora.
Io penso invece che sarebbe meglio cancellare Berlusconi. I tre ostaggi verrebbero liberati prima.

1 maggio 2004

1° Maggio: censuriamo la censura

Berlusconi ha paura anche dell’ombra di se stesso. Ma quello che più ci indigna sono i suoi molti servi che fanno a gara per nascondergli la verità. La differita di 20 minuti nella trasmissione del concerto del 1° Maggio da Piazza S. Giovanni in Roma è una vergogna e una provocazione plateale. La scusa è che qualcosa potrebbe danneggiare la liberazione dei nostri tre ostaggi in Iraq, la verità invece è che si ha paura che dal palco e dalla piazza si possa parlare male di Berlusconi. Anche i muri hanno invece capito che quanto più si parla male di Berlusconi tante più probabilità vi sono che i sequestratori liberino prima gli ostaggi. Berlusconi ci sta ridicolizzando in tutto il mondo e comincia a farci vergognare di essere italiani. Perché le televisioni pubbliche e private italiane, ormai tutte in mano ad un unico padrone, non censurano le puttanate e gli annunci delle false realizzazioni dei falsi patti che va dicendo e vantando Berlusconi? Ne guadagneremmo tutti in dignità e rispettabilità.