11 dicembre 2009

Obama c'entra poco con la pace

Obama non è Bush, ma non è nemmeno meritevole di ricevere il premio Nobel per la pace.
Chi invia altri 30mila soldati in Afghanistan, ad ammazzare e a farsi ammazzare, ha poco a che fare con la pace.
Chi sostiene che possono esserci guerre giuste, contraddice il principio fondante della pace.
Chi afferma che l'uso della forza è necessario e moralmente giustificato, nei fatti non si impegna per la pace.
Chi dice che la guerra è l'espressione della follia umana, ma la fa, si autoproclama folle.
Chi asserisce che gli strumenti della guerra contribuiscono a preservare la pace, non sa cosa cosa dice.
La Commissione di Oslo che ha deciso di assegnare il premio Nobel per la pace a Barack Obama non ha reso un buon servigio alla pace. Obama in qualche modo ne era consapevole quando ha affermato che «il problema maggiore, riguardo al conferimento di questo premio, è che io sono il comandante in capo di una nazione impegnata in due guerre».
La Norvegia questa volta, anziché insignire con il premio chi ha veramente lavorato per la pace, ha voluto autogratificarsi premiando il Presidente degli Stati Uniti d'America.
Con la inopportuna ed ingiustificata premiazione di Obama il Premio Nobel ha perso un po' del suo prestigio.

8 dicembre 2009

Berlusconi vattene

La goccia scava la pietra. Ma quello che è avvenuto a Roma, sabato 5 dicembre 2009, è più di una goccia. Sono state dieci, cento, un milione di gocce che sono cadute sulla testa tosta di Berlusconi. L'onda viola autoconvocatosi, tramite internet, per il “No Berlusconi Day” ha certamente contribuito e contribuirà ad accelerare la fine di Berlusconi e del berlusconismo purtroppo ancora pesantemente presente in Italia.
L'emerito stronzo leghista Calderoli, degno emulo del suo boss Berlusconi, ha detto che se un milione di persone stavano in Piazza San Giovanni gli altri 59milioni stanno col governo di Berlusconi. E' ovviamente una colossale cazzata. Nelle ultime elezioni, fra chi gli ha votato contro e chi non l'ha voluto astenendosi, la maggioranza degli italiani è stata contro Berlusconi.
E' stato detto, mutuando un'affermazione del Berlusca, che il il 5 dicembre scorso a Roma si è svolto “il migliore corteo degli ultimi 150 anni”. Certamente è entrata in campo una forza “politica” nuova, che non si lascia soggiogare dalle televisioni ma vive e si forma in internet, il popolo della rete appunto. Uno degli organizzatori del “No-B day” ha detto: «Il successo della manifestazione conferma che Internet è lo strumento fondamentale per superare la barriera delle tv in mano a Berlusconi. Sarà la piattaforma base per superare il berlusconismo e la sua cultura». Noi auspichiamo che questo processo avvenga rapidamente. Tutti quelli che lo sperano devono dare fattivamente il proprio contributo.
Dario Fo ha detto: « E' stata una giornata storica, è solo l'inizio, ve ne ricorderete».
Ecco alcuni slogan gridati o inalberati che rendono bene l'aria che tirava in Piazza San Giovanni: «Berlusconi dimissioni», «Berlusconi ci hai rotto i coglioni», «Pussa via puzzone», «Donne, vi aspettano grandi carriere, se darete la passera al Cavaliere», «La destra va a troie, la sinistra a trans e l'Italia a puttane», «Il vilipendio alle istituzioni è Berlusconi capo del governo», «La criminalità lo ha messo lì...», «Ci sei tu dietro le stragi», «Berlusconi non scappare, devi farti processare», «Iddu pensa solo a iddu», «Con infamia senza lodo», «Mangano e Dell'Utri a voi, Falcone e Borsellino a noi».
Giorgio Bocca in video alla manifestazione ha detto: «Questa è la prima opposizione vera che ci sia!».
Il magistrato Domenico Gallo: «C'è una compagnia di ventura che sta devastando il paese».
La cantante Fiorella Mannoia: «Voglio un paese di cui non vergognarmi».
Moni Ovadia: «Dunque, l'Italia è viva! Non ci sono solo servi e sudditi».
Non ci deve preoccupare il mal di pancia di quelli del Pd di Bersani. Siamo più forti di loro, verranno con noi. Qualcuno già c'era: «Rosy Bindi, hai le palle, sei venuta».
Curzio Maltese dei partecipanti alla manifestazione di Roma ha scritto: «Chiedono le dimissioni di un premier che ha sputtanato l'Italia nel mondo, con le veline candidate in Europa, le sue storie personali e le scelte pubbliche, l'elogio dei dittatori, il conflitto d'interessi, i trucchi per sfuggire alla giustizia, i media di sua proprietà usati come manganelli, le accuse dei pentiti di mafia. Domani non torneranno a casa a guardare la televisione. La rivoluzione viola non finisce qui e non finirebbe neppure con le dimissioni di Berlusconi».
Berlusconi vattene. E se non se ne va lui, lo dobbiamo cacciare noi.

3 dicembre 2009

Moana Pozzi e Violante Placido, film Sky

Il vero e il verosimile sono rimasti lontanissimi tra loro. La mini serie in due puntate realizzata da Sky, andata in onda l'1 ed il 2 dicembre 2009, non ha reso un buon servizio a Moana.
Noi che già conoscevamo ed amavamo Moana non l'abbiamo ritrovata nella volenterosa interpretazione di Violante Placido. Moana era altro.
L'unica cosa, parzialmente positiva, è stata che di Moana se ne sia comunque parlato. Ma non so che impressione ne abbia potuta avere dal film chi non la conosceva o la conosceva poco. Temo che, nella migliore delle ipotesi, abbia lasciato indifferenti. Moana meritava di più.
Ne è venuta fuori una interpretazione complessivamente grottesca e macchiettistica. Gli unici attori ai quali do una se pur piccolissima valutazione positiva sono Violante Placido (Moana) e Giuseppe Soleri (Mario/Maddalena - truccatore e amico-a di Moana). Tutti gli altri sono da dimenticare e più di tutti Fausto Paravidino (Riccardo Schicchi).
Non solo è stata mal rappresentata la vera vita di Moana, ma addirittura si è pure voluto inventare. Sono inesistenti nella vita di Moana il pusher cocainomane che le muore fra le braccia e forse anche la rivalità con Ilona Staller che con lei fondò il partito dell’Amore.
Sulla morte di Moana il film accetta la versione del cancro al fegato. Come pure viene avvalorata la versione del marito di Moana, Antonio Di Ciesco, che l'avrebbe aiutata a morire in ottemperanza del desiderio espresso dalla stessa Moana.
A testimonianza dei suoi rapporti sessuali con tanti uomini importanti, nel film si indugia su quelli con un uomo politico di quegli anni (Craxi, che comunque lei non nomina mai direttamente nel suo libro La mia filosofia, cosa che fa invece per tanti altri).
Moana Pozzi, di estrazione borghese e di educazione cattolica, è riuscito ad unificare in sé l'essere ed il volere. Donna libera in tutto, anche nel sesso, ma raziocinante. Riusciva a dialogare non solo con uomini comuni ma anche con intellettuali di rango. Gli uomini con lei erano a loro agio, lei non era la puttana di strada ma la donna dei sogni, completa in tutto. Le donne l'ammiravano perché lei era quello che loro avrebbero voluto ma non riuscivano ad essere.
Molti di noi, uomini e donne che la stimiamo ed amiamo, continuiamo a credere che non sia morta veramente ma che continui a vivere in un mondo lontano, senza le fatiche della vita quotidiana.
Per chi voglia conoscere meglio Moana riporto dal mio blog il link http://roccobiondi.blogspot.com/2008/08/moana-pozzi-amata-sempre.html, sotto il quale ve ne sono tanti altri della mia Moana.

1 dicembre 2009

Mafia e Berlusconi

Berlusconi ha detto: «Sono il capomafia». E noi questa volta gli crediamo. Lui l'avrebbe detto scherzosamente. Ma se fosse vero? Proprio il capo no, ma un compartecipe potrebbe essere.
Il mafioso pentito Gaspare Spatuzza [killer di don Puglisi] ha dichiarato, a proposito delle stragi del 1992/93, che la controparte di Cosa Nostra sarebbero stati Berlusconi e Dell'Utri ed ancora: «Filippo Graviano [capo insieme ai fratelli della cosca del quartiere palermitano Brancaccio] mi parlava come se Fininvest fosse un suo investimento, come se fossero soldi messi da tasca sua». Ed ora la mafia chiede a Berlusconi la restituzione di quei soldi.
I pentiti di mafia di norma vengono scaricati dai loro capi. Ma questa volta Spatuzza non è stato né sconfessato né intimidito.
Berlusconi forse, più che dei giudici, dovrebbe preoccuparsi dei mafiosi, che per ora si limitano solo a parlare. Secondo lui i mafiosi che lo accusano sono degli esaltati e degli schizofrenici. Ma i mafiosi non parlano a vanvera.
Ed intanto Berlusconi vorrebbe strozzare gli autori della fortunata serie televisiva “La Piovra” e gli autori di libri su Cosa Nostra, perché screditano l'Italia. Forse secondo lui la mafia è stata inventata dagli scrittori. Già un amico di Berlusconi aveva affermato che la mafia non esiste. Ed il capomafia stalliere Vittorio Mangano, ospite per diverso tempo in casa di Berlusconi, è stato promosso ad eroe.
L'eroe della “Piovra”, nei panni del commissario Cattani, l'attore Michele Placido ha ironicamente detto: «Ha ragione lui, la mafia non esiste. Gli attentati a Falcone e Borsellino, a Milano e a Torino erano solo scene di film girati da Damiani o Francesco Rosi».
Claudio Fava, figlio di Giuseppe assassinato dalla mafia, ha affermato: «Ormai Berlusconi parla come un mafioso. Vuole strozzare chi scrive di mafia. Quando a un paese già umiliato dalle mafie dice che la vergogna non sono i mafiosi ma gli scrittori di mafia, siamo alla parodia del potere».
Michele Serra ricorda al premier che «le nostre mafie controllano il traffico mondiale della droga, esportano stragi in Europa, impongono i loro affari in mezzo mondo. Quello che colpisce è che se ne parli assai meno di quanto richiederebbe una simile catastrofe sociale».
Eugenio Scalfari sostiene che « il piano della mafia, secondo le dichiarazioni dei pentiti, avrebbe come finalità effettiva quella di “riscuotere” dalla Fininvest il capitale e gli interessi, debitamente rivalutati, che sarebbero stati anticipati a quella società come fondi riciclati».
Se la mafia esige, Berlusconi deve temere. Le richieste possono essere soddisfatte in tanti modi. Non sempre la mafia è costretta a ricorrere al sangue.