19 novembre 2014

Chiedo scusa alla Dirigente Maria Conserva


Accogliendo il suggerimento del giudice Dott. Biondi del Tribunale di Brindisi, chiedo pubblicamente scusa alla dott.ssa Maria Conserva se quello che scrissi su questo blog il 4 novembre 2008 possa averla offesa. Non era mia intenzione diffamarla, né ho mai voluto accostare il termine “padrino” ad attività o protezioni di tipo mafioso. Intendevo solo descrivere, con un termine di colore, quello che avveniva allora nella scuola di Villa Castelli. Lo ripeto, se la Dott.ssa Conserva potrebbe essersi sentita offesa, ne chiedo pubblicamente scusa. 
Da parte mia quindi sto accogliendo l’invito del Giudice.

14 novembre 2014

Il “primato” del Regno delle Due Sicilie, di José Mottola

Libro inutile (per il Sud), che tenta di riportare gli studi sul Regno delle Due Sicilie e sul Brigantaggio a molti anni fa, quando autori e mondo accademico si sforzavano di giustificare l’intervento “liberatore” dei piemontesi nel Mezzogiorno, che in realtà fu invasione ed annessione.
     Né ci si lasci ingannare dal titolo del libro. Il primato del Regno delle Due Sicilie di cui si parla è (provocatoriamente) quello dell’analfabetismo e dell’arretratezza del Mezzogiorno rispetto al Piemonte.
     Ecco un florilegio di affermazioni, presenti nel libro, che ne fanno capire i contenuti. “L’Unità arrecò più benefici che svantaggi al Sud” (pag. 42). “Si tratta di prove del fallimento storico di una monarchia oscurantista [quella borbonica], fonte di effetti negativi per l’economia, il civismo, la cultura e la qualità della vita delle popolazioni meridionali di allora e delle generazioni successive” (pag. 101). “La legge Pica fu uno strumento di difesa dell’incolumità e dell’ordine pubblico” (pag. 113). Quella neoborbonica è una “subcultura” (pag. 134). E per finire Alessandro Barbero nella postfazione parla di “buffonesca mitologia dei primati” (pag. 147).
     In qualche modo potremmo capire la posizione del piemontese Barbero, ma non capiamo l’astio del pugliese (?) Mottola contro il Sud.
     Ed infine potremmo invitare l’editore meridionale Capone a fare una scelta più oculata nel pubblicare libri, evitando quelli contro il Sud.
Rocco Biondi