12 maggio 2006

Qualcosa di sinistra

Dopo la dura presa di posizione contro D'Alema al Quirinale da parte di MicroMega, diretta da Paolo Flores d'Arcais, sono fortemente tentato di non acquistare più quella rivista, che finora ho quasi sempre comprata fin dalla sua nascita. Non ho capito bene se la critica del gruppo MicroMega viene fatta da destra o da sinistra rispetto a D'Alema, pur tenendo conto della aleatorietà di questi termini. E' certo però che io in questo caso specifico critico il gruppo MicroMega dalla sua sinistra. Le mie ragioni le ho esposte in alcuni post precedenti (1, 2, 3).
Ora ho in mano l'ultimo numero di MicroMega (3/2006), che è stato chiuso il 4/5/2006, prima quindi delle elezioni presidenziali. Voglio fare qualche considerazione sul fondo di Flores d'Arcais, intitolato Qualcosa di sinistra. Si prende spunto da cinque fatti recenti.
A Trieste è stato rieletto un sindaco berlusconiano. Il 25 aprile l'hanno festeggiato issando su un monumento della città la bandiera repubblichina, la bandiera nazifascista degli italiani traditori che si schierarono con le Ss. D'Arcais nota che nessuno si è opposto a questo insulto alla nostra storia repubblicana e conclude: «dire che cinque anni di berlusconismo ci consegnano un paese in macerie, morali e istituzionali, è addirittura al di sotto della realtà». Concordo pienamente.
Il secondo fatto è il discorso pronunciato da Bertinotti in occasione della sua elezione a presidente della Camera dei deputati. Stranamente, nell'articolo, a Bertinotti viene attribuito il nome Franco. Visto quello che successe durante l'elezione del presidente del Senato con i nomi Franco e Francesco, l'errore di d'Arcais sul nome di Bertinotti desta qualche sospetto. Bertinotti pose l'accento nel suo discorso sui due valori fondamentali della Costituzione italiana: l'antifascismo e il lavoro, suscitando le ire della destra, che ha accusato Bertinotti di essere di parte. Per la destra, scrive d'Arcais, il lavoro da onorare e santificare è quello dei padroni dirigenti e manager, e non quello dei campi e delle officine, dei call-center e del turismo. La destra pretende la par condicio tra i fascisti e gli antifascisti. Anche questo è frutto dei cinque anni di berlusconismo.
Il terzo fatto sono i fischi alla Moratti. Pare che d'Arcais condanni quelli del 25 aprile e difenda quelli del primo maggio. Io ho sostenuto che sia gli uni che gli altri erano fischi sacrosanti.
Il quarto fatto è la scelta dei Comunisti italiani di Diliberto di fornire a Prodi, per la formazione del governo, una lista di personalità non di partito. D'Arcais osanna questa scelta e attacca tutti gli altri partiti del centrosinistra che secondo lui andrebbero a caccia di poltrone. D'Arcais vorrebbe che le poltrone venissero lasciate a non politici, a persone della società civile, magari un ministero per lui andrebbe pure bene. Eh no, è troppo comodo così. I politici si fanno tanto di culo per vincere le elezioni e gli intellettuali vanno a governare.
L'ultimo episodio è l'incendio della bandiera israeliana durante il corteo del 25 aprile a Milano. Sono d'accordo su tutto quello che scrive d'Arcais, sul diritto sia degli israeliani che dei palestinesi ad avere uno stato, non concordo sul fatto che non abbia detto che ad incendiare le bandiere siano stati degli immigrati filopalestinesi e non degli appartenenti alla sinistra italiana. Così facendo dà man forte alla destra berlusconiana.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

d'accordo sui fischi, che sono un civilissimo e democratico atto di dissenso.
Su D'Arcais....non è che la sua critica sia da destra o da sinistra.
L'entourage di Micromega è sempre stato antidalemiano.
Mai quanto si è rivelato esserlo Fassino negli utlimi giorni, però. Ahahah!
http://moltitudini.splinder.com

Anonimo ha detto...

a Trieste c'è chi protesta ma, ahimè, la sua voce viene ignorata.

Lu