5 giugno 2006

Rigassificatori sì, rigassificatori no

Grande è il bailamme quando si parla di rigassificatori in Italia. Capirci qualcosa non è facile.
L'Italia consuma tonnellate e tonnellate di gas naturale (metano) al giorno. A parte le auto a gas, lo utilizziamo per scaldare le case e per cucinare. Ma, soprattutto, lo utilizziamo per produrre energia elettrica.
Ma l'Italia produce pochissimo metano. La maggior parte di quello che consumiamo lo compriamo e lo importiamo dall'estero. Soprattutto da Russia, Algeria, Olanda e Libia. Ma la maggior parte viene dalla Russia, che sta cominciando a chiudere i rubinetti.
E' possibile liquefare il gas portandolo a temperature molto basse, caricarlo su grandi navi e trasportarlo in qualsiasi parte del mondo. Tuttavia, prima di poterlo riutilizzare, una volta scaricato questo gas liquefatto deve essere riportato allo stato gassoso, ovvero "rigassificato". Lo strumento che esegue questa operazione si chiama "rigassificatore".
C'è chi dice che dei rigassificatori non possiamo farne a meno se non vogliamo rimanere al freddo, e non ha senso impedirne la costruzione se non vengono violate le più banali e ferree regole di sicurezza. Devono ovviamente essere realizzati in luoghi adatti ed idonei, distanti dai centri abitati e con impatto ambientale accettabile. Sarebbe meglio costruirli "off-shore" (ovvero in mare), ma se i costi di tale scelta dovessero risultare proibitivi c'è il rischio che non se ne costruisca nessuno per i costi per l'appunto elevati, e questo sarebbe inaccettabile.
C'è chi dice che l'esplosione di metano avrebbe un effetto paragonabile ad una bomba atomica.
L'unico rigassificatore in funzione è quello di La Spezia, con 3,5 miliardi di metri cubi di capacità. Sono stati approvati i progetti di rigassificatori di Portoviro, 8 mld di metri cubi, e Brindisi, 8 mld di metri cubi.
Sono da approvare quelli di Livorno, 3,5 mld, di Rosignano, 3 mld, di Porto Empedocle, 8 mld, di Priolo, 8 mld, di S. Ferdinando, 8 mld, Gioia Tauro, 6 mld, Trieste, 8 mld e Taranto, 8 mld).
Esistono già in Italia i gasdotti TAG dall'Algeria e TTCP dalla Russia che oggi portano circa 45 mld che dovrebbero divenire 61 mld, il gasdotto GALSI dall'Algeria, 4 mld., il gasdotto IGI dalla Grecia che sarà realizzato entro il 2010 e di cui non si conosce la portata.
Si prevede il potenziamento del gasdotto Greenstream dalla Libia, oggi 4,5 mld che diventeranno 8 mld a regime.
Altri tre progetti di rigassificatori sono stati presentati dall'ENEL, ma poi congelati.
Se si sommano le potenzialità dei rigassificatori approvati e da approvare con quelle dei gasdotti potenziati si arriva, attorno al 2010, a un totale di 145,5 mld di metri cubi a cui bisogna aggiungere quelli che arriveranno dalla Turchia via gasdotto dalla Grecia.
Nel 2010 si prevede un consumo italiano pari a 90 mld di metri cubi.
Anche ipotizzando che solo la metà dei nuovi rigassificatori siano realizzati è evidente che siamo di fronte ad una sovraccapacità che svela il vero nocciolo della questione energetica italiana: vogliono fare dell'Italia lo snodo energetico dell'Europa centro-occidentale. Il gas arriverebbe in Italia, via gasdotto e via nave, per essere poi rivenduto ai paesi mediterranei e centro europei. Qui sta il business attorno al quale si svolge la guerra del gas che, pertanto, esula le questioni locali, come hanno perfettamente capito molte popolazioni che non vogliono sacrificare il loro ambiente e la loro sicurezza sull'altare del profitto delle multinazionali energetiche.
Il progetto del rigassificatore di Brindisi è condiviso da quasi tutti i partiti. Ma contro il rigassificatore ci sono tutti gli enti locali: il comune di Brindisi che è amministrato dal centrodestra, la provincia e la regione che invece sono amministrate dal centrosinistra.
Per quanto riguarda la regione Puglia è stato individuato un altro sito di rigassificatore a Taranto.
Ne siamo certi, la guerra fra chi è a favore dei rigassificatori e chi è contro i rigassificatori continuerà ancora per lungo tempo.

Il punto sui rigassificatori
Debenedetti: subito i rigassificatori
Rigassificatore
Rigassificatori ed "alto rischio di incidente rilevante"
La guerra del gas

1 commento:

Anonimo ha detto...

beh interessante. non ero affatto informata.