Nella serata del 6 febbraio 2006 dalla Giunta Regionale della Puglia è stato approvato all’unanimità un disegno di legge (da votare in Consiglio Regionale) che prevede l’estensione dei servizi sociali per la famiglia alle unioni di fatto (patti civili di solidarietà - pacs). Uscendo dalla sala giunta, il presidente Nichi Vendola ha espresso la propria soddisfazione rilevando che per la prima volta in Italia si approva una legge che è «diretta alla ricostruzione del welfare in maniera organica e innovativa». La legge sulla famiglia della Regione Puglia garantirà assistenza e sostegno a tutti. Parliamo di eterosessuali e omosessuali, di famiglie plurime o monoparentali, italiane e straniere.
L’assessore alla Solidarietà della Regione Puglia, Elena Gentile (Ds), autrice della proposta, ha affermato: «Oggi il dibattito politico si sta avvitando su questioni terminologiche. Noi parliamo di famiglie non perché pretendiamo che la Chiesa riconosca le unioni di fatto. Non è un ambito che ci riguarda e non vogliamo mettere in discussione l'ideologia cattolica. Ognuno deve fare il suo mestiere e il nostro è quello di ridurre la marginalità e le problematiche sociali. Quindi non ci interessa che la famiglia sia costituita da un uomo e una donna sposati legalmente; per noi anche una coppia che sceglie di convivere è una famiglia, un uomo solo o una donna sola sono famiglia, due anziani dello stesso sesso che scelgono di vivere insieme la vecchiaia sono una famiglia, figli orfani o, perché no?, coppie straniere regolari che vivono e lavorano nelle nostre città, sono famiglie. Per noi tutte queste unioni meritano uguali opportunità».
«Io mi auguro - dice ancora la Gentile - che i vescovi pugliesi capiscano lo spirito di questa legge. Quanto alla cittadinanza sono certa che approverà quanto stiamo per fare. La mia proposta, infatti, nasce da un percorso di ascolto tra la gente».
Vendola rilancia e avverte: «Andremo avanti perché non si possono considerare cittadini di serie B tutti coloro che fanno scelte di vita non tradizionali».
Cosa cambierà? Un esempio per tutti: le politiche per l’accesso alla casa. Oggi molti sono esclusi dall’opportunità di avere un alloggio pubblico perché semplici conviventi o magari coppie immigrate o omosessuali. «Ci rendiamo conto di quanto sia ingiusto escludere unioni dal diritto alla casa? E poi pensiamo per esempio all’immigrazione: con questa legge una famiglia straniera potrà alloggiare nell’edilizia pubblica insieme alle famiglie del posto. Quale modo migliore per respingere al mittente la politica dei ghetti e favorire così anche l’integrazione».
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6 febbraio 2006
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1 commento:
Vendola è un mito!
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