Che i politici parlino e sparlino su cose apprese per sentito dire è quasi normale e non desta più meraviglia. Ma che lo facciano i giornalisti, i quali dovrebbero partire da fatti oggettivi per le informazioni e le valutazioni che danno nei loro articoli, è molto grave. E' quanto avvenuto sulla sentenza n. 6329 del 17 febbraio 2006, emanata dalla terza sezione penale della Cassazione, riguardante un presunto stupro ad una quattordicenne.
Politici, giornalisti, femministe, responsabili di associazioni, blogger si sono scagliati contro una sentenza "inesistente". E' la mania di questi ultimi tempi in Italia. I processi si fanno in piazza e non nelle aule dei tribunali. Tutti diventano giudici e si sentono autorizzati a sparare cazzate contro i giudici. Berlusconi docet.
A me, a fiuto, era parso strano che i giudici potessero aver emesso una sentenza di tal fatta. Nessuno prima di parlare aveva letto la sentenza. Si è parlato di stupro, mentre in realtà si trattava di atto sessuale con minorenne. Quasi nessuno sapeva che si trattava di un bocchino e non di una scopata con penetrazione.
Ed ecco i fatti come si desumono dalla sentenza: «Si era trattato di un rapporto pienamente assentito dalla stessa che ne aveva scelto la modalità. L'imputato infatti intendeva avere un rapporto completo ma la ragazza, consapevole che l'uomo aveva avuto problemi di tossicodipendenza, aveva optato per un, a suo avviso, meno rischioso rapporto orale».
Il fatto è ovviamente riprovevole, in quanto l'imputato si era avvalso dello stato di soggezione in cui la giovane vittima si trovava, vivendo nello stesso nucleo familiare da lui costituito con la madre di lei.
La legge penale presume lo stupro se la vittima ha meno di 14 anni. Ma all'epoca del fatto la ragazza aveva compiuto 14 anni ed aveva dato il proprio consenso al rapporto sessuale. E poi, recita ancora la sentenza, la ragazza per sua stessa ammissione e testimonianze varie, «già a partire dall'età di 13 anni aveva avuto numerosi rapporti sessuali con uomini di ogni età di guisa che è lecito ritenere che già al momento dell'incontro con l'imputato la sua personalità dal punto di vista sessuale fosse molto più sviluppata di quanto ci si può normalmente aspettare da una ragazza della sua età».
Non so se questo sviluppo precoce sia un bene o un male o una cosa indifferente. Ritengo però certo che non possano e non debbano essere i giudici ad esprimere valutazioni su un simile comportamento.
23 febbraio 2006
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3 commenti:
In effetti anche io ho avuto il tuo stesso pensiero, dopo una prima fase in cui ero disguistato da quello che sembrava avessero sentenziato i giudici... Ma in effetti come la stampa ha proposta la notizia era troppo assurdo per essere vero... per fortuna!
Ciò non toglie, ovviamente, che quello che ha fatto quell'uomo è stato riprovevole!
L'altro giorno Persona Kattiva rifletteva che se una donna indossa la minigonna e lui la stupra, magari qualche giudice lo avrebbe assolto perchè istigato della minigonna. Bisognerebbe avere una mente contorta da Corte di cassazione.
L'altro giorno Persona Kattiva rifletteva che se una donna indossa la minigonna e lui la stupra, magari qualche giudice lo avrebbe assolto perchè istigato della minigonna. Bisognerebbe avere una mente contorta da Corte di cassazione.
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