30 settembre 2004

Ferrara fuori di senno

Al Foglio e a Libero, e ai loro direttori, quasi dispiace che Simona Pari e Simona Torretta siano state liberate. Per loro avevano già pronosticato le teste tagliate. Ed ora si trovano un po’ spiazzati, anche di fronte al loro padrone Berlusconi che quella liberazione ha voluto. Giuliano Ferrara per l’occasione ha addirittura perso il lume della ragione. Sostiene che nel sequestro delle due Simone «c’è un evidente elemento consensuale», cioè in pratica il rapimento se lo sono organizzato loro stesse o almeno se lo sono voluto, in quanto «amano il popolo iracheno e idealizzano la sua resistenza all’invasore» americano. Il Ferrara poi chiede che «le due ragazze» restituiscano l’importo del riscatto pagato per la loro liberazione, perché «i soldi allo Stato servono per pagare i Carabinieri e i soldati che rischiano la vita per la democrazia irachena e non per pagare il riscatto della buona coscienza umanitaria fiorita nel regime di Saddam Hussein». Quest’ultima cosa io non l’ho capita, forse il Ferrara vuole dire che Simona Pari e Simona Torretta erano andate in Iraq per far rinascere il regime di Saddam? E con la stessa logica di Ferrara che chiede alle due Simone di restituire allo Stato l’importo del riscatto, io, i pacifisti e la maggioranza degli italiani, che non vogliano che i soldati italiani stiano in Iraq, potremmo chiedere che lo Stato ci restituisca la nostra quota dei soldi utilizzati per quei soldati; se li paghino chi li ha voluti e li vuole ancora in Iraq. Logica demenziale quella di Ferrara.

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