«Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. E' come se mi fossi dimenticato di svegliarmi». Questa affermazione di Richard Avedon potrebbe essere l’epigrafe da porre sulla sua tomba. Richard Avedon, uno dei più grandi fotografi di moda del novecento, se non il più grande, è morto il 1 ottobre 2004 nel Methodist Hospital di San Antonio in Texas, per emorragia cerebrale. Aveva 81 anni. Era nato in America il 15 maggio 1923, da una famiglia della piccola borghesia ebraica di New York. Scapestrato e sempre in cerca di forti emozioni, nel 1942 abbandona gli studi, per lui noiosi, per arruolarsi come fotografo nella Marina Militare girando il mondo e facendo molte esperienze. Da giovanissimo aveva intravisto le grandi possibilità del mezzo fotografico e aveva studiato i lavori di Man Ray, di Cecil Beaton, di Stieglitz e degli altri maestri americani. Il suo è stato uno stile fotografico tutto personale, si può dire che non era l’erede di nessuno. Non aveva niente in comune con i fotografi della realtà: i Cartier Bresson, i Capa, i Brassai, o gli Erwhitt o i Rodger. Il suo mondo lo costruiva in studio, intorno a donne bellissime, vestite da regine e agghindate all’ultima moda. Nel 1946 entrò in contatto con i grandi fotografi francesi e con gli ambienti intellettuali di Parigi. In Francia scoprì il gusto totale e il piacere della creatività, della letteratura, del buon cinema, delle belle canzoni e delle battaglie culturali. Nel suo primo libro fotografico, il celeberrimo Niente di personale immortalò dive e divette, ma anche uomini e donne degli ambienti borghesi. Con il crescere della celebrità fotografò grandi personaggi: Igor Stravinski, Elise Daniels, Jean Shrimpton, Marella Agnelli, Audrey Hepburn, Mel Ferrer, Buster Keaton, Zsa Zsa Gabor, Annette Stroyberg e Art Buchwald. Uno dei suoi servizi più famosi apparve in Italia su Epoca dell’8 marzo del 1959. Era intitolato Marilyn fa rivivere le grandi incantatrici ed era presentato da un lungo testo di Arthur Miller. Era una straordinaria serie di fotografie a colori e in bianco e nero di Marilyn Monroe, truccata e vestita da Lillian Russel, Marlene Dietrich, Theda Bara, Clara Bow e Jean Harlow. Avedon lavora come fotografo per Harper’s Bazaar fino al 1965. Poi passa a Vogue. Altre foto di Avedon sono terribili e angosciose. In un periodo di crisi, aveva ripreso il padre che stava morendo distrutto dal cancro; si trattò di una serie di ritratti tremendi. Altro celebre ritratto di Avedon è quello del nero William Casby, «nato in schiavitù»; la macchina fotografica del maestro americano ha scavato nell’anima e nel cuore del povero schiavo. Avedon realizza campagne pubblicitarie anche con Gianni Versace e con altri stilisti italiani. Negli ultimi anni lavorava poco. Era malato e viveva appartato.
Per il contenuto di questo post sono debitore a Wladimiro Settimelli per il suo articolo apparso oggi sul sito de l’Unità e anche al sito biografieonline.it.
Immagini di Richard Avedon in Google
1 ottobre 2004
Richard Avedon - Grandissimo fotografo di moda
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