Sono mancato tre giorni dal blog perché mi sono messo in cammino per un itinerario lucano sulle tracce dei briganti meridionali.
Ho visitato Potenza, Brindisi di Montagna, Avigliano, Lagopesole, Rionero in Vulture, Monticchio.
Luoghi dove hanno operato i briganti Carmine Crocco, Ninco Nanco, Romaniello, Masiello, Rocco Serra, Grippo e La Rocca; ma anche il generale spagnolo José Borges. Siamo negli anni immediatamente successivi all'unità d'Italia, il 1861. Il popolo del sud cerca di rivendicare la sua identità contro un'unità imposta dall'alto dai piemontesi.
A capaggiare questa rivolta, senza speranza di riuscita, furono appunto i briganti.
Carlo Levi ha scritto che in quelle terre tutto li ricorda: non c'é monte, burrone, bosco, pietra, fontana o grotta, che non sia legata a qualche loro impresa memorabile, o che non abbia servito da rifugio o nascondiglio. Quei luoghi spesso hanno preso nome dai loro fatti.
Nella storia ufficiale il fenomeno del brigantaggio viene liquidato come fatto meramente criminale. Ma, come un fiume carsico, riemergono dalle pieghe della memoria le ragioni, le aspettative e i desideri che diedero vita alla rivolta dei cafoni. Di fronte al tribunale della Storia, Carmine Crocco ed i briganti riprendono la parola, con la speranza di veder riaprire il processo.
Ieri, sabato 19 agosto 2006, nel Parco storico rurale ed ambientale della Grancìa, nel territorio di Brindisi di Montagna in provincia di Potenza, ho assistito al Cinespattacolo "La storia bandita", il brigantaggio bandito dai libri di storia ufficiali che si studiano nelle nostre scuole.
Lo spettacolo è il racconto delle rivolte e delle insorgenze contadine meridionali, vissute attraverso le vicende tragiche della famiglia Crocco. Il periodo della rivoluzione napoletana, la lunga marcia del Cardinale Ruffo, il risorgimento e il brigantaggio post-unitario vengono osservati con lo sguardo dei ceti più umili. La Storia Bandita è una trasposizione in chiave lirica ed epica del desiderio di riscatto di un popolo. Un inno all'amore e alla libertà contro l'arroganza e gli abusi del potere.
450 attori, 35 danzatori, 12 cavalieri, più di 500 proiettori, musiche in multidiffusione, luci, schermo ad acqua con proiezioni cinematografiche, grandi immagini e suggestivi effetti pirotecnici danno vita ad un avvenimento artistico multimediale che fonde insieme le più moderne forme di rappresentazione (teatro, cinema, musical, danza), dando vita ad un'ora e dieci minuti di grandi emozioni.
Alla realizzazione del cinespettacolo hanno contribuito i nomi più prestigiosi della scena artistica internazionale, dalla direzione tecnica ed artistica curata da Jean-François Touillaud fino alla regia di scena curata da Victor Rambaldi.
Tra le voci narranti ritroviamo quelle di Michele Placido (nella parte di Crocco), Lina Sastri (nella parte della brigantessa), Paolo Ferrari (nella parte di Zio Martino) e Orso Maria Guerrini (nella parte del generale spagnolo Borges).
La colonna sonora è firmata da Antonello Venditti, Lucio Dalla, Luciano Di Giandomenico, Eddy Napoli, Eldo Papiri, Davide Petrosino, Joel Fajermann e altri giovani autori.
In un anfiteatro con circa 3.600 posti a sedere, proiezioni di grandi immagini sulla montagna che fa da sfondo naturale ed immenso alla scena di oltre 25.000 metri quadrati, schermi d'acqua sui quali viene scritto "Amore è Libertà", fuochi d'artificio.
L'impatto visivo ed emozionale è grande. Ci si augura anche che il contenuto dello spettacolo contribuisca a formare le coscienze alla rivalutazione della storia del sud d'Italia.
20 agosto 2006
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