Inizio con questo post una raccolta di pensieri scritti e detti dalla stessa Moana Pozzi. Sono riflessioni libere e forti, che non sopportano mediazioni. O le si accetta o le si rifiuta. Senza se e senza ma. Certamente sono per palati forti e fini. Chi non ha il gusto ed il piacere di questi aspetti della vita può fare a meno di leggere; domani, forse, ritornerò a parlare di Prodi e Berlusconi.
Ho raccolto e mixato, a modo mio, frasi dette e scritte in occasioni diverse da Moana. Quasi tutte raccolte nel libro di Marco Giusti, Moana, edito da Mondadori.
Ne verrà fuori un ritratto della mia Moana, così come lei voleva che fosse e così come lei è per me.
Ne avrò per molte puntate.
Io mi chiamo Anna Moana Rosa Pozzi.
Moana è il nome di un'isola delle Hawaii e in dialetto polinesiano significa «il punto dove il mare è più profondo». I miei genitori lo hanno scoperto sfogliando un atlante geografico e quando mi hanno battezzato hanno dovuto insistere molto con il prete che non voleva darmi un nome senza «santo protettore». Io sono contenta della loro scelta perché Moana ha un suono dolce ed è originale, per il mio lavoro è perfetto e tutti pensano che sia inventato.
Molti mi dicono: «Sei una puttana, una prostituta pubblica». Non mi importa di quello che la gente pensa di me e comunque nell'essere puttana non ci vedo niente di male.
Sì, anche usando la fica, si può essere un'artista. C'è modo e modo di usare la fica, di usare il corpo.
Io le gambe, nella vita e nel lavoro, le ho sempre aperte con dei risultati.
Sono una persona molto timida e mi imbarazzo con facilità. Mi accade anche quando faccio delle conferenze stampa. Mi sento molto più a mio agio quando sono su un palcoscenico e mi esibisco nuda oppure sul set di un film porno.
La mia vita è il porno. Non c'è una Moana pubblica e una privata. Perché una pornostar non può rimanere bambina, perché una puttana non può essere una donna?
Mi è sempre piaciuto scivolare oltre. Superare i limiti, le regole. Il porno è arrivato come un grido di libertà.
I miei non sanno niente della mia vita privata. Pensano a me come quando ero nel collegio delle Orsoline.
Ho cominciato a viaggiare sin da piccola per seguire mio padre nei suoi spostamenti di lavoro. Ho abitato in Spagna, in Canada, in Brasile, in Argentina e ogni volta ero felice di cambiare abitudini e tipo di vita.
Figli. Non posso permettermelo. In questo mondo è difficile crescere senza che qualcuno ti sbatta in faccia i film porno di tua madre. Non sopporterei di essere giudicata per le mie scelte. A me piace essere quello che sono, difficilmente piacerebbe ai miei figli. Voglio restare sola con me stessa. Va bene così.
Quando morirò (l'ho già detto alla mamma) voglio essere bruciata e la cenere deve andare per metà alla persona che mi amava e per metà, che so, alle Maldive. Non voglio finire sottoterra. Non voglio fotografie sulla mia tomba. Ecco cosa odio dei cimiteri: quelle foto sulle tombe. Il mio modo di morire mi dà un po' il senso dell'eternità. Essere sparsa, non lasciare più tracce.
[Marco Giusti, Moana, Mondadori, 2005, pp. 190, € 15,00]
Miei precedenti post su Moana
Moana Pozzi
Via Moana Pozzi - Cronache dal congresso radicale
Satira dissacrante
Moana Pozzi pornostar e spia
Moana tutta la verità - Libro
1 luglio 2006
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1 commento:
Pornodiscounted: Moana resterà nel cuore di molti... Era una grande professionista con una grande capacità comunicativa. Ricordo i suoi primi spettacoli (parlo di oltre 20 anni fa), già si capiva che sarebbe diventata una star. Un saluto a Moana, ovunque tu sia...
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