Il Berlusca ha deciso, si comprerà 20 squadre e si farà giocare un suo campionato di serie super A.
«Noi tutti non accetteremo sanzioni ai tifosi e alle squadre. Sarebbero danneggiati tutti: i tifosi compresi quelli delle altre squadre e chi lavora sulle Tv». E' ovvio che quando il Berlusca dice "noi" intende "io", lui infatti usa il pluralis maiestatis; le altre squadre sono quelle al di fuori del Milan; le tv sono le sue.
Della possibilità di far retrocedere Milan, Juventus, Fiorentina e Lazio in serie B o C, non se ne parli nemmeno. Chi potrebbe deciderlo contro di lui? "Il calcio sono io".
Nel processo sullo scandalo del calcio «non c'è alcuna garanzia di arrivare a conclusioni fondate sui fatti da parte dei giudici, perché mancano indispensabili caratteristiche di certezza. I giudici non hanno ascoltato tutte le telefonate né tutti i testimoni». Ipse dixit.
Il presidente rossonero su una sola cosa è d'accordo con i giudici, quando hanno detto che devono essere tolti due scudetti alla Juventus; con la condizionale però: quei due scudetti devono andare al Milan.
Su queste cazzate sparate dal Berlusca il commissario straordinario della Figc, Guido Rossi, ha tagliato corto e sarcastico: «A me quello che dice Berlusconi non interessa, io faccio un altro mestiere».
Saverio Borrelli, capo dell'Ufficio indagini della Federcalcio, ha rincarato la dose: «Non mi aspettavo che Berlusconi potesse applaudire a una cosa che sto facendo. Anche se mi accendo una sigaretta Berlusconi pensa che lo faccio contro Forza Italia o contro il Milan. E' prevenuto». Poi ha assicurato: «Non mi turba minimamente».
Insomma tutti prendono tranquillamente il Berlusca a merda in faccia e gli tirano testate sul petto.
14 luglio 2006
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