24 luglio 2006

Dalla parte degli indifesi: con il Libano

Gli israeliani potrebbero avere tutte le ragioni del mondo, ma quello che stanno facendo contro il Libano non lo capisco. Stanno radendo al suolo il Libano, solo perché gli Hezbollah residenti nel Libano non stanno rilasciando due soldati israeliani rapiti. O almeno così dicono.
I bombardieri israeliani stanno abbattendo, insieme ai siti militari ed alle basi di Hezbollah, anche le più importanti infrastrutture civili libanesi.
Hanno colpito caserme, le basi dei servizi segreti, le basi della marina, le basi aeree, impianti radar. Hanno colpito il quartier generale di Hezbollah a Beirut.
Ma le bombe israeliane hanno anche distrutti più di cinquanta ponti, la superstrade e le altre strade che collegano il Libano alla Siria, l'aeroporto internazionale di Beirut, i porti di Beirut e Tripoli. Hanno distrutte o gravemente danneggiate decine di migliaia di case e edifici in tutto il Libano. Hanno colpito decine di impianti e fabbriche. Hanno colpito centrali elettriche, depositi di carburanti, serbatoi idrici, stazioni di servizio. Hanno colpiti ripetitori e impianti di emittenti radio e televisive, impianti di telefonia.
E siamo "solo" al tredicesimo giorno di guerra, ma se continuano così non rimarrà più nulla da distruggere.
In questi tredici giorni di guerra sono stati ammazzati circa 370 libanesi e 120 palestinesi, quasi tutti civili, contro circa 35 israeliani.
Il vicepremier israeliano Shimon Peres ha detto di avere simpatia per il popolo palestinese. E meno male, altrimenti che avrebbe fatto? L'avrebbe bombardato con la bomba atomica?
Il poeta siriano Adonis, che è vissuto per molti anni a Beirut, considerato il più grande poeta di lingua araba, ha detto che il Libano viene attaccato perché è l'unico paese di quella regione che, sotto il profilo umano e culturale, è in grado di realizzare un progetto democratico all'interno di un mondo antidemocratico. Il Libano vuole permettere la libertà di pensiero, vuol dare vita ad una società civile laica che separa la religione dallo Stato E' questa la specificità del Libano. Se esso crolla, dice Adonis, l'intera regione regredirà di 3 mila anni, col rischio di ricadere nell'epoca delle profezie, delle apocalissi, delle guerre e della desolazione. Un ritorno, insomma, all'epoca delle tenebre.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cinque anni fa ci hanno annunciato l'inizio della Quarta Guerra Mondiale, hanno detto che gli islamici erano terroristi che ci minacciavano tutti e che per stare tranquilli bisognava dare una lezione a Iraq, Afghanistan, Iran e Siria, come qualcuno aveva già scritto nel 2000.
Dobbiamo meravigliarci che il Libano ci stia andando di mezzo?

Anonimo ha detto...

Quando un moderato come te si schiera apertamente con i libanesi ci si chiede come l'umanità abbia potuto spingersi fin qui. Fino a quello che vediamo...

Anonimo ha detto...

Una dimostrazione di potenza, di forza militare per intimorire Siria e Iran. Mi sembra questa l'unica lettura possibile dell'aggressione di Israele nei confronti del Libano.

Anonimo ha detto...

leggevo sul guardian che bombardano anche pulmini minivan ecc.. praticamente i giornalisti inglesi hanno trovato questo pulmino con i civili bombardato: gli israeliani hanno imposto ai libanesi de i villaggi di andarsene però non con pulmini o camioncini ecc perchè potrebbero portare dei missili, quindi se lo fanno li bombardano. assurdo totalmente assurdo. Poi mi fa incazzare che dopo tutta sto casino la Rice va in Libano e detta le condizioni del cessate il fuoco; quindi significa che lei e 4 yankee di merda decidono tutto e il resto dei politici nel mondo sono solo una masnada di ladri e pagliacci, con Annan primo burattino. voglio dire uno lo poteva capire ma sono talmente spudorati. adessofaranno la conferenza a Roma: baci abbracci e pacche sulle spalle intanto la gentecontinua a morire e la Rice a decidere

Anonimo ha detto...

e' da brividi vedere con quale ipocrisia si siano incontrati a Roma i vari rappresentanti degli stati coinvolti anche indirettamente in questa crisi.
Tante belle parole e promesse ma nulla di concreto.Mi chiedo come mai nessuno di loro proponga dei limiti alla costruzione ed alla vendita di vari tipi di armi utilizzate in azioni di guerriglia.
E' piu7' che matematico che le armi acquistate verrano poi utilizzate e cosi avremo AK-47, STINGER e KATYUSHA dalla parte degli Hezbollah e dall'altra parte tutte le piu' sofisticate armi americane, molte delle quali ancora non testate in campo.
Il gioco degli usa e' questo utilizzare queste aree di crisi per testare al di fuoiri del suolo americano in un "teatro" reale armi ancora non definitivamente collaudate facendo diventare il medio oriente un poligono a cielo aperto per le proprie armi senza dover rendere conto alla opinione pubblica americana. Naturalmente il tutto giova ad Israele che oltre a potr utilizzare queste nuove armi contemporaneamente elimina u po' dei suoi nemici, classificando cinicamente le vittime civili come danni collaterali delle armi utilizzate e sperimentate.