Cinema in villa 2204 – Martina Franca (Taranto) – 2° film
Quando fatico tanto con la mente, come sta succedendo dopo aver visto questo film, prima di poter cominciare a scrivere qualcosa, significa che il film non mi è piaciuto.
Film duro e senza speranza. Non ho letto il libro da cui è stato tratto il film. Credo che certe storie possono avere un valore artistico quando vengono trascritte con le parole in un romanzo, ma non hanno nessun senso quando vengono tradotte con le immagini in un film. O almeno così è successo in questo film. Le immagini non riescono a mostrare il vuoto interiore e la mancanza di sentimenti dei personaggi.
La pioggia battente a inizio film sul luogo dell’incidente zummato dall’alto, le squallide sagome in cemento armato dei palazzi nascenti attorno all’ancora sopravvissuta vecchia casa popolare della coprotagonista del film, la truce simulazione della violenza sessuale peggio ancora se poi confessata con una scritta sulla sabbia, il tanto sangue fatto sgorgare dai corpi umani, la scarpa rossa depositata nel punto di materializzazione di una visione onirica, sono immagini che non connotano nulla.
In questo film maggiore significato hanno spesso le parole, tradendo appunto l’origine letteraria. Come per esempio in un dialogo tra Timoteo e Italia. «Mi perdonerai mai?». «Dio non ti perdonerà!». «Dio non esiste, amore mio». «Speriamo, amore mio, speriamo».
Trama
Una giornata di pioggia, uno stop non rispettato, una ragazza di quindici anni che frena, scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso in cui il padre lavora come chirurgo. Mentre un collega opera sua figlia, Timoteo rimane in attesa. Nel terrore dell'evento estremo, racconta, getta la sua maschera di fermezza e cinismo, di padre e marito modello, per svelare un'immagine di sé straniata e violenta. Nella speranza di poter barattare le parole con il silenzio del coma, la morte con la vita, rivela, in un immaginario dialogo con la figlia, un segreto doloroso: la storia, dall'apparenza squallida, di un amore extraconiugale potente e viscerale. Ed ecco apparire un'estate arroventata di tanti anni prima, una squallida periferia urbana, una donna docile e derelitta, con un nome spropositato, Italia.
Cast tecnico artistico
Regia: Sergio Castellitto
Sceneggiatura: Margaret Mazzantini, Sergio Castellitto
Fotografia: Gianfilippo Corticelli
Scenografia: Francesco Frigeri
Costumi: Isabella Rizza
Montaggio: Patrizio Marone
Musica: Lucio Godoy
Prodotto da: Marco Chimenz, Giovanni Stabilini, Riccardo Tozzi
(Italia, Spagna, Inghilterra 2004)
Durata: 125'
Distribuzione cinematografica: Medusa
Personaggi e Interpreti
Timoteo: Sergio Castellitto
Italia: Penelope Cruz
Elsa: Claudia Gerini
Ada: Angela Finocchiaro
Manlio: Marco Giallini
Alfredo: Pietro De Silva
20 agosto 2004
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