Massimo Riva sul settimanale L’espresso n. 33/2004 continua a metterci in guardia dal pifferaio di Arcore. Sono pienamente d’accordo con Riva e faccio mio quello che lui scrive e che qui sintetizzo.
Nubi sempre più nere si allungano sulla finanza pubblica dopo tre anni di governo Berlusconi. A dispetto della situazione economica pesante e negativa, Berlusconi non smette di sfoggiare i suoi sorrisi a 64 denti e continua a dire che taglierà le tasse. Impermeabile a realtà e verità, mentre continua a far salire la pressione fiscale, insiste nel dire che lui mai ha messo e mai metterà le mani nelle tasche degli italiani.
Non è il primo venditore di fumo che compare sulla scena politica italiana, ma ciò che particolarmente allarma della propaganda berlusconiana è che essa ha fatto breccia in larghe fasce della società, diffondendovi una pericolosa forma di allucinazione politica che porta a perdere il contatto con la realtà, a credere nelle panzane miracolistiche, a cullarsi in sogni prodigiosi. Questa sindrome infettiva merita il nome di “berlusconite”.
Siamo di fronte, con le scemenze a ruota libera, a una demagogica opera di diseducazione di massa che ricorda precedenti inquietanti: il Mussolini degli anni Trenta. Con gli aggiornamenti dovuti ai tempi nuovi, si propone così lo stesso problema: come riportare alla logica della ragione e della realtà quei tanti, troppi, italiani che si sono lasciati incantare dal pifferaio di Arcore.
16 agosto 2004
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