Dopo oltre tre mesi di lavoro quotidiano, oggi 25 settembre 2006 si parte con la settimana di studi sul brigantaggio meridionale.
Oltre me, hanno fatto parte del comitato organizzatore del convegno lo scrittore e giornalista "Rai" Raffaele Nigro, l'appassionato lettore di tutto ciò che viene pubblicato sul brigantaggio e responsabile dell'associazione "Democrazia e partecipazione" Vito Nigro, il profondo studioso del brigantaggio meridionale Valentino Romano, il giornalista della "Gazzetta del Mezzogiorno" Angelo Sconosciuto.
Si cercherà di dare una risposta alla domanda: "Chi erano i Briganti?". Valentino Romano inquadrerà il fenomeno del brigantaggio nella più generale storia del Sud, Ulderico Nisticò parlerà del brigantaggio in Calabria, Rosario Quaranta affronterà il tema del brigantaggio preunitario nel Salento, Mario Guagnano presenterà il brigantaggio in Puglia, Rocco Biondi (io) effettuerà un viaggio sul brigantaggio nei siti internet, Dino Levante presenterà i libri che sono stati pubblicati nel tempo sul fenomeno del brigantaggio, Valentino Romano ancora mostrerà la vita quotidiana dei briganti e delle brigantesse con particolare attenzione ai loro cibi, Vincenzo Labanca scrittore di fortunati romanzi sul brigantaggio illustrerà cosa vi è di storico e cosa vi può essere di inventato quando si parla di briganti, Maria Santina Faggiano Semeraro presenterà i risultati di una ricerca fatta dai ragazzi di una scuola media dal titolo "L'altro volto brigantaggio", Alessandro Romano esaminerà le cause che hanno portato al brigantaggio, Raffaele Nigro presenterà in prima nazionale il suo ultimo libro "Giustiziateli sul campo" che affronta il fenomeno del brigantaggio nella letteratura e nell'arte in genere.
Un programma molto nutrito, come si vede. Inoltre nelle varie giornate saranno effettuati degli eventi sul tema brigantaggio.
In epigrafe al programma ho poste le seguenti tre frasi tratte dal romanzo di Raffele Nigro "I fuochi del Basento", che possono costituire una buona introduzione al convegno: 1) Io ora non combatto per rubare e per farmi ricco, ma per l'emancipazione dei contadini, per affrancarli dalle servitù, dalle decime, dai terraggi; 2) Nessuno ricorda mai gli sconfitti. Ma ogni tanto si affaccia un Giannone, un Cuoco e fa giustizia. Cent'anni dopo i fatti, magari. 3) L'idea di uno Stato in cui fossero i contadini a governare non morì.
Sito internet sul convegno: http://www.settimanadeibriganti.it/
25 settembre 2006
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3 commenti:
Interessante, peccato la mia distanza fisica!
Mi permetto (scusandomi) di dare uno spunto: I cangaceiros del Sertão. Una storia umana parallela, anche se differente, a quella del brigantaggio.
Anche loro erano contadini e braccianti che combattevano contro l'oppressione dei Coronéis e dello Stato, ma anche briganti e saccheggiatori che spesso soggiogavano le popolazioni.
L'unica differenza evidente è l'organizzazione: I cangaceiros erano un gruppo o più gruppi ma molto uniti e guidati sempre da un'unicità di intenti.
Luca.
Ciao Rocco, puoi leggere sul mio blog i miei internenti sul brigantaggio. a presto, beppe
Complimenti per l'iniziativa. C'è bisogno di rispolverare un pezzo della storia del Sud che viene trattata in maniera superficiale nei libri di testo scolastici. Ciao e in bocca al lupo
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