14 ottobre 2004

I cattolici, la guerra, l'aborto, Kerry

Su Usa Today, il quotidiano più diffuso degli Stati Uniti, da qualche giorno viene pubblicata una pagina a pagamento da un'organizzazione cattolica ispirata dai vescovi americani dal titolo «Guida al voto per i cattolici seri», dove si sostiene che chi vota per un candidato favorevole all'aborto commette peccato.
Kerry è favorevole alla conservazione della legge che permette l'aborto, Bush vuol fare abrogare questa legge. Quindi per i vescovi americani nelle prossime elezioni presidenziali i cattolici devono votare il repubblicano Bush e non il democratico Kerry. Alla faccia di Papa Wojtyla che si è sempre schierato apertamente contro la guerra in Iraq i suoi vescovi invitano a votare per il guerrafondaio Bush. Si sceglie chi fa ammazzare donne, bambini, civili, ma anche soldati americani e iracheni; si preferisce chi impone la morte senza possibilità di scelta. Strani questi cattolici che anziché formare i loro credenti a non ricorrere all'aborto per scelta e convinzioni personali, vogliono che lo Stato lo impedisca con la forza della legge.
Il partito repubblicano ha mobilitato tantissimi attivisti cattolici, con un rimborso spese di 2500 dollari al mese a testa, per fare propaganda pro Bush nelle chiese.
John Kerry ha invece dichiarato: «Sono cattolico e sono stato chierichetto. Ma non posso pretendere che la mia fede detti legge sull'aborto a chi non la condivide, sia agnostico, ateo, ebreo o protestante».
Una parte del clero si è schierato contro i vescovi e invitano a votare Kerry. Duecento associazioni di ispirazione cattolica stanno pubblicando a pagamento sui giornali diocesani un comunicato intitolato «La vita non finisce con la nascita», nel quale appoggiano il programma di riforme sociali di Kerry.
I cattolici in America sono solo il 23 per cento della popolazione, ma il loro voto potrebbe essere determinante per assicurare al mondo un futuro o di pace o di guerra.

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