Stiamo vivendo un colpo di mano. E’ in atto il tentativo di passaggio dal bipolarismo al bipartitismo. I premi di maggioranza stanno affossando il democratico regime parlamentare. I reali risultati delle elezioni possono essere sovvertiti.
Dentro questo modello le minoranze sono escluse istituzionalmente. Si va verso l’omologazione, i due partiti contrapposti tendono a somigliarsi, le due parti insistono sulla stessa area elettorale.
Vengono escluse quelle che impropriamente vengono chiamate le ali estreme, che quasi sempre non hanno niente di estremo o di radicale, ma avanzano semplicemente idee e proposte, modelli e ideali che non sono esattamente quelli omologati dal sistema di potere che si vuole imporre.
La democrazia viene così amputata. La società diventa impolitica, perché non si possono avanzare proposte alternative e linee politiche diverse da quelle previste dallo stesso meccanismo istituzionale.
Per gli altri partiti, diversi dai due maggiori, che si presentano alle elezioni, il meccanismo elettorale non lascia che degli scampoli di rappresentanza parlamentare.
Ed allora che bisogna fare nelle prossime elezioni? Chi votare? La questione principale - visto che andremo a votare sotto ricatto - è evitare che le elezioni le vinca Berlusconi. Il primo problema è evitare di cadere in questa fossa. Purtroppo in questa fase non è funzionale alla democrazia la rappresentanza parlamentare dei piccoli gruppi, ma quella del partito in grado di evitare, con un voto in più, che Berlusconi prenda tutto il potere. Se Berlusconi non vincesse le elezioni, o si andasse al pareggio, allora si riaprirebbe tutta la partita, dal momento che anche dentro al Partito Democratico non c’è affatto pieno consenso per l’irrigidimento nelle forme bipartitiche.
Solo così si può sperare che non passi la riforma di tipo presidenzialistico e antiparlamentare, che prevede la soppressione del Senato, la drastica riduzione dei parlamentari, il divieto di costituzione in Parlamento di partiti non passati per la cruna dello sbarramento elettorale.
Bisognerà impegnarsi per il ritorno ad un sistema proporzionale autentico.
Questa è una mia personale sintesi di un intervista a Raniero La Valle, pubblicata sul n. 22 di Adista Documenti. Per uno come me, di formazione comunista e che non ha aderito al Partito Democratico, è dura riconoscersi ed accettare quello che sostiene il cattolico Raniero La Valle. Ma non vedo alternative.
29 marzo 2008
No al bipartitismo, intervista a Raniero La Valle
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