Mercoledì 12 dicembre 2007, insieme agli amici Valentino Romano e Vito Nigro, ho partecipato al Convegno di studi sul tema “Brigantesse dell’Italia postunitaria”, che si è tenuto a Napoli nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino.
Il Convegno era organizzato dal Laboratorio Antropologico del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Salerno, diretto dal prof. Domenico Scafoglio.
Si sono susseguiti gli interventi di Amalia Signorelli, Rocco Brienza, Francesco Tassone, Nicoletta D’Arbitrio, Valentino Romano, Maria Rosaria Pelizzari, Simona De Luna, Annalisa Di Nuzzo, Anna Maria Fusilli, Vincenzo Padiglione.
Il tema delle brigantesse, presenti nelle bande che si opponevano a mano armata all’invasione dell’Italia meridionale da parte dei piemontesi negli anni successivi al 1860, ha suscitato un certo interesse fra gli studiosi del brigantaggio meridionale. Studi fondamentali sono stati pubblicati da Francamaria Trapani e da Maurizio Restivo; entrambi però limitati ad un piccolo numero di brigantesse. Ma è stato Valentino Romano che ha dato un sostanziale contributo fornendo notizie, tratte dagli archivi e dai verbali dei processi, su oltre mille brigantesse e fiancheggiatrici.
Gli interventi al convegno di Napoli hanno approfondito la ricerca sulle motivazioni che spinsero molte donne ad abbandonare una vita normale per darsi alla vita faticosa e pericolosa della macchia. Si è parlato dei rapporti intercorrenti fra briganti e brigantesse, delle leggi contro il brigantaggio con particolare riferimento allo specifico trattamento riservato nelle sentenze alle donne briganti, del ruolo svolto dalle donne meridionali nella rivolta contadina contro la conquista del sud da parte dei Savoia, dello specifico modo d’essere e vivere quotidiano delle brigantesse.
Il laboratorio antropologico dell’Università di Salerno ha pubblicato, a cura di Domenico Scafoglio e Simona De Luna, il risultato delle ricerche sulle brigantesse dell’Italia postunitaria in un volume dal titolo Le donne col fucile.
I lavori del convegno napoletano sono durati l’intera giornata. Nel pomeriggio è stato proiettato il film di Pasquale Squitieri Li chiamarono briganti.
Collateralmente al convegno è stata allestita una mostra dal titolo Per forza o per amore, che erano le due motivazioni ricorrenti che le brigantesse portavano a loro discolpa durante i processi.
Il cantastorie Otello Prefazio si è esibito nel recital A mia tutti mi chiamanu briganti.
Per forza o per amore
16 dicembre 2007
Brigantesse dell’Italia postunitaria - Convegno
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