Quattro colpi di pistola hanno ucciso a Mosca la giornalista Anna Politkovskaja, colpevole solo di dire la verità.
«La sua uccisione sembra essere una punizione per i suoi articoli», ha detto Dimitri Muratov, direttore della Novaia Gazeta, giornale per il quale scriveva la Politkovskaja. Tra gli azionisti del bisettimanale "Novaia Gazeta" vi è l'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov.
Anna Politkovskaja aveva ottenuto fama mondiale e premi internazionali per le sue inchieste sugli abusi sui diritti umani commessi dal governo Putin, in particolare in Cecenia. Aveva scritto, attaccando Putin, anche delle violenze delle truppe russe sui civili ceceni, dei morti del teatro Dubrovka, della strage di bambini a Beslan.
Era stata arrestata ed aveva subito un altro tentativo di omicidio.
Le indagini sulla sua uccisione sono condotte direttamente dal Procuratore generale della Russia, Yuri Chaika.
Ma il segretario dell'Ordine dei giornalisti russi Igor Iakovenko è scettico sui risultati del lavoro investigativo ufficiale. «Faremo una nostra indagine», ha detto alla radio Eco di Mosca, «non c'è nessuna speranza che l'inchiesta delle forze dell'ordine porti a dei risultati, come dimostrano casi precedenti».
Sono almeno dodici i giornalisti uccisi nella Russia di Putin. Tre nel corso del 2006. E su nessuna di queste morti è stata fatta piena luce.
Anna Politkovskaja sosteneva che sono proprio le scelte politiche di Putin ad alimentare il terrorismo che dovrebbero eliminare. In questo Putin è stato aiutato enormemente dalla teoria della "guerra al terrore" di Bush e Blair. I sequestri, le uccisioni extragiudiziarie, le sparizioni, le torture e gli stupri non eliminano il terrorismo, ma lo alimentano.
Putin ha cercato di convincere la comunità internazionale che anche lui sta combattendo il terrorismo globale, che anche lui partecipa a questa guerra così di moda oggi.
Anna Politkovskaja aveva quarantotto anni ed era madre di due figli. Raccontava nei suoi articoli di un potere sempre più invadente e verticistico sotto Putin, e del sonno delle coscienze fra i russi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Caro Rocco Biondi, sono un ferquentatore del sito e faccio l'infermiere in'un'ASL della Liguria. Il potere uccide anche qui. Può leggere il romanzo "Camici sporchi" (se cerca su Google queste due parole trova molte informazioni)scritto da un nostro medico per capire come il potere politico nella sanità che non premia il merito, ma solo l'appartenenza politica o altre qualità. Questo avviene nel silenzio dei medici per paura e degli organi di informazione.(paura+omertà+disinformazione=mafia)
Posta un commento